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Unità: Volevamo riportare il lavoro tra i temi della città

Il segretario della Camera del lavoro spiega l’invito

03/05/2006
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l'Unità

ONORIO ROSATI

Milano

«La scelta è stata quella di dare un segnale alla città: chiedere un impegno evidente ai due principali candidati sindaci sui temi del lavoro, dopo dieci anni in cui Albertini ha ignorato il primo maggio...». Il segretario della Camera del lavoro di Milano, Onorio Rosati, è stato il bersaglio principale della polemica esplosa nella sinistra e nel sindacato in seguito all’invito a partecipare al corteo per la Festa del lavoro che Cgil, Cisl e Uil cittadine hanno rivolto a Letizia Moratti.

Rosati, alla fine di questo primo maggio che cosa resterà?

«Delle contestazioni e delle polemiche si è parlato anche troppo, ma per Milano è stato anche un grande primo maggio, come non si vedeva da tanto tempo. Per questo credo che ognuno debba assumersi le responsabilità, tanto io quanto chi ha scelto di fischiare».

La polemica, però, è divampata anche all’interno del sindacato...

«Nessuno, in Cgil, Cisl e Uil, ha mai ignorato questa possibilità, anche perché la Moratti come ministro dell’istruzione ha fatto scelte che hanno contrariato il mondo della scuola. Ma in Cgil esistono da sempre opinioni diverse, tutte legittime anche in questo caso, e presto ci confronteremo al nostro interno, a partire proprio dai lavoratori della conoscenza. E non sarà la prima volta. D’altra parte aver invitato la Moratti, è chiaro, non significa affatto averne condiviso le scelte da ministro. Nella Cgil questo è ben chiaro».

Però la scelta di invitarla non è stata capita.

«Il nostro sforzo è stato quello di riportare il lavoro al centro della discussione in questa città, perché finora sia la campagna elettorale nazionale sia quella milanese lo hanno alquanto ignorato per lasciare spazio alla contrapposizione. Contavamo sull’effetto simbolico sul ruolo dei sindacati: il messaggio era “venite qui e rimettete il lavoro al centro”, dopo che per dieci anni Albertini ha snobbato il primo maggio e le organizzazioni sindacali. E siamo lieti, ora, di aver ricevuto impegni da entrambi i candidati sindaci di Milano».

Lei crede che funzionerà?

«Di una cosa sono sicuro: se si stemperano i toni prevalgono gli argomenti, i ragionamenti. E su questo terreno il centrosinistra ha più cose da dire. Se prevale l’emotività, invece, è il centrodestra che si trova più a suo agio, con i suoi slogan». gp.r.


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