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Unità: Università, 20mila ricercatori in piazza

«È il primo sciopero contro questo Governo. Non è stato facile, ma è stato giusto per il futuro del Paese.

17/11/2006
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l'Unità

«È il primo sciopero contro questo Governo. Non è stato facile, ma è stato giusto per il futuro del Paese. Uno sciopero sacrosanto». Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, conclude con queste parole la manifestazione dei lavoratori pubblici delle università e degli enti di ricerca che sono scesi in piazza venerdì a Roma. Secondo le prime stime circa 20 mila persone hanno sfilato per le strade della capitale per chiedere più risorse per gli atenei e gli enti di ricerca, un piano straordinario di 30mila assunzioni e la stabilizzazione di tutto il personale precario. Nel mirino dei manifestanti la Finanziaria «che - ha sostenuto Epifani - non fa scelte nette, mentre il precariato rischia di diventare la normalità».

«È stato l'atto conclusivo di una protesta che saliva dalla scuola, dall'università - ha detto ancora Epifani - Abbiamo poi avuto un grido importante da parte di Rita Levi Montalcini, che ha proposto con forza il problema della ricerca. Ma anche tradotto in modo preciso la sua protesta, dicendo che non avrebbe votato la Finanziaria. Noi che siamo portatori di un'idea della competitività del Paese che si basa sul valore della ricerca non potevano che scegliere per lo sciopero». Epifani ha quindi aggiunto: «I guasti che ci ha lasciato il governo precedente di centrodestra non poteva che imporci del rigore. C'era bisogno di rimettere a posto i conti e rilanciare il Paese. Francamente in questa Finanziaria servivano scelte coraggiose, scegliendo l'ordine e le priorità su cui investire per il futuro dell'Italia».

Severa anche la posizione della Cisl. «La manifestazione di oggi - ha ricordato il segretario confederale Giorgio Santini - è un grido di allarme da due settori centrali per lo sviluppo e il futuro del paese. Avviene dopo cinque anni duri con il precedente governo e in presenza quindi di una inversione di tendenza che non c'è stata».

Ma i sindacati confederali e i ricercatori dell'Università non sono stati i soli a scendere in piazza. Così arrivano anche le prime stime dello sciopero generale contro la Finanziaria indetto, sempre per venerdì, dai sindacati di base. «Senza contare gli studenti nelle 27 piazze italiane saremo 300 mila. Aderiscono invece allo sciopero circa 1 milione e mezzo di persone» dice Piero Bernocchi leader dei Cobas.

la manifestazione dei sindacati di abse ha assunto toni decisamente antigovernativi, come sottolinea senza mezzi termini Bernocchi: «C'è un malcontento molto forte, abbiamo di fronte un berlusconismo senza Berlusconi. È una finanziaria che aumenta solo i soldi per la Confindustria e per la spesa militare, che raggiunge per la prima volta la spesa sociale. Nulla viene fatto invece per il lavoro dipendente, non vengono tagliate le tasse e non vengono stabilizzati i precari». E Bernocchi manda infine anche un messaggio alla Cgil che definisce «nono partito dell'Unione»: «Se ci fosse stato Berlusconi al governo ne avrebbero fatti due di scioperi contro la Finanziaria».

Infine i dati sulla manifestazione nazionale degli studenti in occasione per l'International student's day of action. Secondo l'Unione degli studenti sono stati 250mila i partecipanti ai cortei in tutta Italia. In particolare: 15mila Roma, 30 mila a Napoli, 20mila a Milano e 15mila a Firenze.


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