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Unità-"Sicurezza allo sfascio, governo sempre assente"

"Sicurezza allo sfascio, governo sempre assente" Epifani, segretario generale della Cgil: non si può pensare solo all'Alta Velocità Giampiero Rossi MILANO Governo, ministero dei...

08/01/2005
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l'Unità

"Sicurezza allo sfascio, governo sempre assente"

Epifani, segretario generale della Cgil: non si può pensare solo all'Alta Velocità

Giampiero Rossi

MILANO Governo, ministero dei Trasporti, Ferrovie dello Stato: tutti "assenti", tutti corresponsabili delle gravissime carenze di sicurezza dei nostri treni. Perché la rete ferroviaria italiana "è troppo vecchia", non in qualche ramo secondario qua e là, ma per tanti, troppi chilometri sparsi lungo l'intera penisola. Il pericolo, quindi, è pressoché ovunque.
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, non ha dubbi nel puntare il dito sulla colpevole incuria del sistema ferroviario del nostro paese, dove "tutti si occupano soltanto dell'Alta Velocità e trascurano le tratte tradizionali". Poi, però, si verificano incidenti - non pochi, ogni anno, e anche gravi - e allora "tutto si risolve scaricando le responsabilità sull'errore umano. Ma quale errore umano? Se mancano le condizioni elementari di sicurezza allora anche l'eventuale errore diventa decisamente più probabile e rischia ogni volta di provocare conseguenze ben più gravi".
Epifani, ci risiamo. Si è appena concluso un anno che ha consegnato alle cronache numerosi incidenti ferroviari e il 2005 si apre con un altro disastro. Il più grave di tutti...
"Quest'ultima di Bologna è una tragedia di proporzioni enormi, per il numero dei morti e dei feriti, ma anche per la dinamica stessa dello scontro. E purtroppo, è vero, questo incidente allunga un ciclo di una serie di tantissimi tragici incidenti che hanno costellato gli ultimi anni. E io non posso fare a meno di pensare che un paese serio, un paese che è davvero attento ai propri problemi dovrebbe aprire una riflessione approfondita su tutti questi episodi drammatici, dovrebbe porsi l'interrogativo su come sia possibile prevenire, evitare incidenti di questa portata. Deve farlo per tutelare i passeggeri, i cittadini, e anche per le stesse ferrovie, per la loro credibilità".
Ma perché si verificano così tanti incidenti? Che cosa sta succedendo al nostro sistema ferroviario?
"Per capire il perché di queste sciagure non c'è bisogno di indagare poi tanto. La realtà è sotto gli occhi di tutti: una parte enorme della rete ferroviaria italiana è troppo vecchia. Negli ultimi anni gli investimenti si sono concentrati unicamente sulle tratte ad alta velocità. Questa è la realtà, questa è l'origine dell'incuria che poi genera la mancanza degli standard minimi di sicurezza".
In effetti l'Alta Velocità sembra essere l'infrastruttura decisiva per lo sviluppo dei prossimi anni, è legittimo che vi convergano investimenti. Dov'è il problema italiano, allora?
"Ma va benissimo, siamo tutti d'accordo sull'Alta Velocità, si tratta di infrastrutture importanti per la vita del paese, nessuno lo nega. Ma questo non significa che debba essere trascurato - come invece sta avvenendo puntualmente da noi - tutto il resto della rete. Ma ci vogliamo rendere conto che da noi esistono ancora moltissime tratte ferroviarie a binario unico? In questo l'Italia è l'unico paese europeo, eppure da anni nessuno raccoglie le sollecitazioni o le denunce che anche i sindacati, la stessa Cgil, e molti altri hanno fatto. Anche e proprio sulla linea che adesso è costata altre vite umane a Bologna".
Di chi sono, dunque le responsabilità?
"Il governo, il ministero dei Trasporti e le stesse Ferrovie dello Stato su questo sono totalmente assenti. Sembra che nessuno voglia rendersi conto che va bene investire sul nuovo, sulle moderne linee ad alta velocità ma che al tempo stesso non si può abbandonare le linee tradizionali a loro stesse. Non si può e non si deve fare per almeno due motivi: perché si tratta comunque di garantire servizi di mobilità a tutti i cittadini italiani e perché bisogna anche garantire le condizioni di sicurezza a le persone che circolano lungo quelle tratte. Per questo dico che il governo ha responsabilità enormi".
Come al solito, in questi casi, salterà puntualmente fuori qualcuno che estrarrà dal cilindro la parola magica, "privatizzazione", come soluzione di tutti i problemi. Eppure l'esperienza drammatica della Gran Bretagna dovrebbe avere insegnato qualcosa...
"Ma no, ma quale privatizzazione... Ormai è evidente a tutti che l'esercizio di una rete ferroviaria e gli investimenti dedicati al suo sviluppo e mantenimento in sicurezza non possono prescindere dal contributo pubblico. Difficilmente un privato avrebbe investito di più, in termini di sicurezza, su una linea come quella su cui si è verificato quest'ultimo incidente. Ed è proprio per questo che insisto: anche in una logica di mercato liberalizzato trovo assolutamente illogico limitare le attenzioni pochi settori - in questo caso l'Alta Velocità - trascurando tutto il resto, lasciando che i treni continuino a circolare su un binario unico".
Tanto poi, nelle ricostruzioni dell'incidente, prevale l'ipotesi dell'errore umano e tutte le coscienze tornano in pace...
"Eh no! Altro che errore umano, si tende sempre a risolvere tutto così, ma a nessuno sfugge che in un sistema con poche garanzie di sicurezza anche le probabilità di un errore umano e le sue conseguenze finiscono per essere drammaticamente amplificate".


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