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Unità-Scuola, dietrofront. In una direttiva Moratti torna il crocifisso

13.12.2002 Scuola, dietrofront. In una direttiva Moratti torna il crocifisso di Maria Grazia Gerina Sogna la messa comunitaria in tutte le scuole d'Italia Letizia Moratti. Intanto, si acconten...

13/12/2002
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l'Unità

13.12.2002
Scuola, dietrofront. In una direttiva Moratti torna il crocifisso
di Maria Grazia Gerina

Sogna la messa comunitaria in tutte le scuole d'Italia Letizia Moratti. Intanto, si accontenta di mandare avanti con una direttiva ministeriale la crociata perché il simbolo cristiano per eccellenza ritorni in tutte le aule della penisola.

Eppure, dopo aver scatenato sul crocefisso un vero e proprio putiferio, sembrava intenzionata a rallentare la marcia. "Il ministro non intende emanare nuovi atti in tal senso", aveva proclamato solennemente a suo nome, il sottosegretario Valentina Aprea, rispondendo in Commissione Cultura del Senato a un'interrogazione parlamentare. Era il 26 settembre.

"Esprimo grande soddisfazione per il ripensamento del ministro Moratti", disse allora il senatore Monticone, firmatario dell'interrogazione. E invece viale Trastevere si preparava a passare dalle dichiarazioni d'intenti ai fatti.
È datata 3 ottobre la direttiva ministeriale n. 2666 che dispone che "sia assicurata da parte dei dirigenti scolastici l'esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche".

Con una piccola aggiunta rispetto a quanto il ministro aveva dichiarato in parlamento (il tempo porta sempre nuove idee), la direttiva suggerisce poi di ricavare nelle scuole anche una sorta di cappellina, riservata alla preghiera. Anzi, più correttamente: "un apposito ambiente da riservare a momenti di raccoglimento e di meditazione dei componenti della comunità scolastica che lo desiderino" (non si capisce ancora se anche lì il crocifisso sarà obbligatorio).

"Mi stupisco che sia stata emanata questa direttiva pochi giorni dopo l'impegno preciso assunto a non intraprendere iniziative sulla questione del crocefisso", osserva Alberto Monticone, che, dopo l'exploit della Moratti ("Mi sembra doveroso assicurare che il crocefisso venga esposto nelle aule scolastiche", aveva proclamato il ministro alla Camera il 19 settembre), aveva chiesto chiarimenti al governo e si era poi detto "rassicurato" dalle parole della Aprea.

E invece con tanto di rimando ai decreti regi del 1924 e del 1928, qualche giorno dopo era pronta la direttiva: "l'immagine del Crocifisso fa parte dell'ordinario arredamento delle aule scolastiche - recita - e spetta al capo di istituto assicurare la completezza e la buona conservazione di tutti gli arredi occorrenti".

E così la parola crocefisso ricompare negli atti ministeriali. Era sparita con discrezione, a metà degli anni Ottanta, da quelle circolari che ogni anno scrupolosamente elencano gli oggetti d'arredo scolastico. "Mi ricordo che quando ero preside - racconta la senatrice Ds, Chiara Acciarini -, trasferimmo una parte delle aule in una ex scuola elementare. Dovevamo cambiare gli arredi e insieme ai banchetti riconsegnai anche il crocefisso, che da un po' non era più elencato tra gli oggetti in dotazione delle nuove aule".

"Questa direttiva rompe un atteggiamento ministeriale di lunga data", aggiunge la senatrice, che invita i presidi a una "serena disobbedienza": "Ormai c'è una lunga prassi alle spalle". Una prassi intrapresa in piena epoca democristiana, quando lo scudo crociato campeggiava su Viale Trastevere.

Ma Letizia Moratti è più realista del re. "È incredibile che il ministro si attardi su questioni marginali rispetto ad una scuola lasciata senza risorse, con un'edilizia fatiscente ed i cui insegnanti attendono il contratto", accusa Alba Sasso (Ds). E le iniziative del ministro scontentano tutti dagli studenti ai presidi: "La scuola è sede per la riflessione critica", fa notare il presidente dell'Anp, Giorgio Rembado "Il che vuol dire che ha bisogno di edifici a norma, aule, biblioteche e spazi adeguati e non di luoghi di raccoglimento per la preghiera".


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