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Unità-sanità ai privati e taglio alle medicine

sanità ai privati e taglio alle medicine. Rosy Bindi: "Un disastro annunciato" di Laura Matteucci In arrivo le mutue private, un nuovo prontuario farmaceutico, e politiche tese a ridurre il cons...

11/07/2002
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l'Unità

sanità ai privati e taglio alle medicine. Rosy Bindi: "Un disastro annunciato"
di Laura Matteucci

In arrivo le mutue private, un nuovo prontuario farmaceutico, e politiche tese a ridurre il consumo pro-capite di farmaci. Sono le indicazioni in materia di sanità che fornisce il Dpef nel capitolo sul quadro di finanza pubblica 2003-2006 parlando di "interventi correttivi" per ricondurre i conti pubblici entro gli obiettivi fiscali. "Il governo - è scritto nel Dpef - salvaguardando il rispetto dei fondamentali principi universalistici e solidaristici del Servizio sanitario nazionale, intende rafforzare il sistema delle prestazioni sanitarie socio-assistenziali, arricchendolo con l'introduzione, in via sperimentale, di strumenti assimilabili alle mutue. Allo stesso tempo, per un più efficace controllo della spesa farmaceutica è prevista l'adozione di un nuovo prontuario". Taglio ai consumi e ulteriori passi verso lo smantellamento del Servizio nazionale, insomma, con l'alibi di una spesa che ogni anno rischia di schizzare fuori ogni controllo.
Immediata, e negativa, la replica della Cgil che, tramite la responsabile delle politiche per la salute Gloria Malaspina, esprime un giudizio durissimo sulle novità in materia sanitaria. Dietro alle parole enfatiche, per Malaspina, si celeberebbe infatti solo l'intenzione di "tagliare le prestazioni diagnostiche, terapeutiche e farmaceutiche, riducendone l'accesso da parte dei cittadini". La Cgil contesta anche l'ipotesi di reintroduzione delle mutue e, nel complesso, "il programma di governo" che "ha riaperto la strada alla concorrenza di mercato" provocando "un aumento fortissimo della spesa". A subirne le conseguenze, per la Cgil, saranno "in primo luogo le fasce deboli", come gli anziani, e "una larga parte della popolazione attiva che sarà costretta ad accedere ad assicurazioni private".
Bocciata dalla Cgil anche l'idea del nuovo prontuario: "Quante e quali medicine - prosegue Malaspina - dovranno pagarsi di tasca propria gli italiani? Non c'è federalismo che tenga di fronte alla diminuzione delle risorse". Dello stesso avviso anche l'ex ministro alla Sanità Rosy Bindi, che parla di "prospettiva disastrosa" e sottolinea che "il governo Berlusconi si prepara a passare ad un sistema sanitario assicurativo, prevedendo l'introduzione di fondi e mutue sostitutivi del Servizio nazionale". Mentre il Movimento Consumatori esprime "indignazione" per l'intenzione manifesta di "distruggere il servizio pubblico a tutto vantaggio delle aziende private". Giudizio negativo anche da parte del segretario dei medici di famiglia Fimmg, Mario Falconi, che spiega: "Già esiste un federalismo non solidale, adesso con le mutue sostituive si uccide il servizio pubblico riportando indietro l'Italia di decenni".
Quanto ai conti che non tornano mai, nel documento economico si sottolinea che in assenza di interventi la spesa sanitaria salirà dal 6% del Pil toccato nel 2001 al 7,9% nel 2050. Una tendenza che "potrà essere contrastata - si legge ancora nel Dpef - solo con l'adozione di politiche economiche finalizzate a ridurre il consumo pro capite standardizzato", per compensare l'espansione dei costi dovuta all'invecchiamento della popolazione.
In pratica, si tratterà di un taglio "di proporzioni consistenti" in rapporto al Pil pro capite, con la conseguenza che per soddisfare i bisogni di ciascun cittadino si disporrà di un ammontare di risorse notevolmente inferiore a quello attuale.
Più nel dettaglio: il Dpef indica che verrà rivisto il sistema dei farmaci rimborsabili, trovando nuove forme di classificazione. Per evitare "sprechi", si parla di mini-confezioni, con la dose strettamente necessaria per curarsi. Inoltre, sarà tenuta sotto controllo "in modo sistematico e puntuale" l'erogazione dei Lea (i livelli essenziali di assistenza), e verrà rafforzato il coordinamento tra le regioni per eliminare le "sacche di inappropriatezza e quindi gli sprechi".


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