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Unità: Ricerca, il giallo dei soldi spariti Mussi: «Nessun fondo aggiuntivo»

La storia dei finanziamenti alla ricerca si è tinta di giallo

13/11/2006
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l'Unità

Cristiana Pulcinelli

La storia dei finanziamenti alla ricerca si è tinta di giallo. Tutto comincia con l´annuncio da parte delle agenzie di stampa di un piano straordinario per le assunzioni dei giovani ricercatori. Si parla di un emendamento presentato dal governo in cui si prevede lo stanziamento complessivo di 177,5 milioni di euro: 140 milioni per le assunzioni nelle università e 37,5 milioni per quelle di ricercatori in enti di ricerca. Un altro emendamento prevederebbe invece lo stanziamento di 20 milioni di euro nel 2007 e 30 nel 2008 per la «stabilizzazione di ricercatori, tecnologi e personale impiegato in attività di ricerca» nonché per l´assunzione di coloro che hanno già vinto un concorso.

La prima reazione è quella del premio Nobel Rita Levi Montalcini. La senatrice a vita dichiara nel primo pomeriggio: «Molto bene, se è davvero così ritiro la minaccia di non votare la legge Finanziaria». Rita Levi Montalcini venerdì scorso, partecipando ad una conferenza stampa organizzata dai presidenti degli enti di ricerca italiani per denunciare i tagli drammatici previsti dalla finanziaria alla ricerca, aveva infatti sostenuto di non poter dare il suo voto a una legge che penalizzasse la ricerca scientifica. Una dichiarazione molto pesante, visto l´esiguo margine della maggioranza al senato. La senatrice ieri avrebbe cambiato idea, anche se ha poi precisato di voler acquisire maggiori informazioni prima di dare un giudizio definitivo. «Se è come spero - ha detto il Nobel - sarei molto contenta e ritirerei la minaccia di non votare la manovra. Si tratterebbe di una svolta. In questo modo si dà speranza alle nuove generazioni».

La vibrata protesta degli scienziati ha fatto smuovere le acque? In realtà, sembra che i soldi previsti per le assunzioni non siano tutti frutto di un ravvedimento del governo dopo le dichiarazioni dei ricercatori. Almeno in parte, infatti, erano già nella finanziaria e quindi non aggiungono nulla ai fondi per la ricerca. Lo chiarisce in serata il ministro dell´università e della ricerca Fabio Mussi: «Non ci sono soldi aggiuntivi per l´Università e la Ricerca, dal momento che la somma di 177 milioni di euro era già prevista. Questi soldi previsti dall´emendamento del governo - spiega Mussi - si compongono dei 140 per il Piano straordinario dei ricercatori delle università, previsto in un triennio fin dall´inizio in Finanziaria, e di un fondo aggiuntivo di 37,5 milioni previsto in un biennio per i ricercatori degli enti di ricerca, istituito dal ministero dell´Università e ricerca con riduzione sui capitoli del proprio bilancio». Si tratta, ha quindi detto il ministro, «di una parte importante della manovra già prevista dal governo». E Rino Falcone, consigliere di Mussi, aggiunge: «I 140 milioni all´università erano nel testo della finanziaria già a settembre, mentre l'emendamento in cui si prevedeva l´estensione delle assunzioni anche agli enti di ricerca con una spesa di 37,5 milioni di euro era stato già discusso in commissione bilancio prima della protesta del mondo scientifico».

I 140 milioni di euro verrebbero ripartiti in tre tranche: 20 milioni nel 2007, 40 nel 2008 e 80 nel 2009. I 37,5 milioni di euro con cui assumere giovani ricercatori negli Enti, invece, sono così ripartiti: 7,5 milioni nel 2007 e il resto negli anni successivi. C´è però chi fa notare che la certezza riguarda solo lo stanziamento per il 2007 perché l´anno prossimo si dovrà votare una nuova finanziaria e chissà cosa succederà.

Quali sono, quindi, gli emendamenti presentati ieri dal governo? Quello sui 7,5 milioni per l'assunzione dei ricercatori negli enti di ricerca nel 2007, un emendamento che prevede 50 milioni (più altri 10) aggiuntivi per il funzionamento ordinario delle Università di cui si era discusso in commissione Bilancio e infine l'emendamento in cui si prevedono 20 milioni di euro per la stabilizzazione, ovvero per sistemare i precari. 87,5 milioni in tutto.

Sulla base di questi fondi (e della possibilità di trovare altri 50 milioni per la ricerca nei prossimi giorni) Nicola Sartor, sottosegretario all´economia, in serata dichiara che l'articolo 53 (quello che taglia i fondi ai ministeri e, indirettamente, il 12% dei finanziamenti agli enti di ricerca) non si tocca. Ma c'è chi si ribella: "L'articolo 53 taglia 350 milioni agli enti di ricerca, altri 150 milioni vengono decurtati dal decreto Bersani - dice Walter Tocci, deputato Ds e membro della commissione cultura e ricerca della camera dei deputati - in tutto sono 500 milioni di euro. Oggi si è parlato di metterne 87 in più. Rimane un buco di oltre 400 milioni di euro. La situazione non si risolve così". Cosa ne pensano i diretti interessati? «Si tratta di un provvedimento a lungo atteso - ha detto Fabio Pistella, presidente del Cnr - , sul quale esprimiamo grande soddisfazione e apprezzamento. Certamente, però, è una misura che non supera i problemi evidenziati nei giorni scorsi e che restano tutti sul tappeto». Parole analoghe vengono anche da Lucio Bianco, ex presidente del Cnr e attualmente docente di ingegneria a Tor Vergata: «Queste misure sono interessanti, ma non risolvono il problema degli enti». E Roberto Petronzio, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare fa notare: «Le assunzioni dei ricercatori non c´entrano niente con i motivi per cui abbiamo protestato: a cosa serve assumere ricercatori se non possono fare ricerca perché non ci sono soldi per tenere aperti i laboratori?».


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