FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3820233
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: Pubblico impiego fra contratto e risparmi

Unità: Pubblico impiego fra contratto e risparmi

Oltre 3 milioni attendono il rinnovo. Il governo punta alla riorganizzazione

20/08/2006
Decrease text size Increase text size
l'Unità

di Felicia Masocco / Roma

SCOMMESSA Sono tre milioni e mezzo i dipendenti pubblici con contratto scaduto a dicembre. Praticamente tutti. Il loro settore è tra i quattro che per il governo deve stringere i cordoni della borsa. Si deve risparmiare. E se sul «quanto» la cifra oscilla tra i 3,5 e i

5 miliardi di euro, sul «come» la partita è aperta e assai difficile. «Si può fare un accordo innovativo che tenga conto di tutte le questioni, oppure si può fare la solita discussione sul pubblico impiego, con noi che facciamo casino, facciamo gli scioperi, con i contratti che si fanno in ritardo ma si fanno e si continua con il tran tran di oggi». Per il segretario generale della Fp-Cgil Carlo Podda non ci voleva certo Padoa-Schioppa per indicare in sanità previdenza, pubblica amministrazione ed enti locali i grossi bacini di spesa, è talmente chiaro che «sarebbe bastato un funzionario della ragioneria». Il problema è come si interviene. E il rinnovo dei contratti, insieme alla stabilizzazione dei precari sono per i sindacati in cima alla lista delle priorità.

I contratti sono scaduti da 8 mesi ma non sono ancora state presentate le nuove piattaforme. L’ultima Finanziaria di Berlusconi avrebbe dovuto prevedere gli stanziamenti per i rinnovi 2006-2007 e invece mette a disposizione solo lo 0,7% del dovuto, cioè 10 euro procapite per il biennio. «Se questa è la situazione è evidente che la piattaforma non si presenta - spiega Podda -. C’è un problema da risolvere a monte, quello degli stanziamenti. Prima di Berlusconi di questo si discuteva nella sessione di politica dei redditi. Poi Berlusconi ha cambiato stile...». Le risorse per i contratti sono state strappate a colpi di scioperi. «Io sono per prevenire - continua il sindacalista -. Ma se il governo sceglie di non fare i contratti si mette sulla strada del conflitto».

Il timore di uno slittamento dei rinnovi non è del tutto svanito. «Neanche nel Dpef sono indicate le risorse e ci si limita a dire che se si farà produttività, efficientamento e altro allora ci saranno le risorse per un “ordinato rinnovo dei contratti”. Un’affermazione piuttosto flebile. In Finanziaria mi aspetto un grande cambiamento, indicazioni più positive». C’è comunque l’impegno del ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais: ha garantito che i contratti si rinnoveranno. Una partita nella partita sarà quella salariale. È infatti intenzione della Fp-Cgil «sperimentare» la «nuova politica dei redditi» fissata al congresso di Rimini. «Il mio problema è difendere la capacità d’acquisto delle persone che rappresento. Posso farlo con il solo contratto o anche con misure fiscali, ad esempio con la restituzione del fiscal drag. Se ilfisco per i lavoratori pubblici resta inalterata, tutto verrà scaricato sulle richieste contrattuali».

I precari. Centomila «gridano vendetta», perché sono a tempo determinato e hanno lo stesso costo del tempo indeterminato, «stabilizzarli non porterebbe aggravi aggiuntivi». Il tempo di precariato nella pubblica amministrazione va dai 3 ai 12 anni; esclusa la scuola e la ricerca, sono 350 mila i precari nei settori pubblici. Quella delle assunzioni è una richiesta in armonia con la necessità di «svecchiare» la forza lavoro. Fa però a pugni con l’intenzione di alleggerire gli organici, anzi l’over-organico della pubblica amministrazione, con tutta la sua zavorra di costi. Un’analisi che fa imbestialire il sindacato che non vuole sentir dire di un organico esuberante. «Mi piacerebbe sapere di che cosa stiamo parlando - sbotta Podda -. Perché se parliamo di una pubblica amministrazione intesa come un monoblocco indistinto dove tutti fanno tutto, onestamente non è questo il lavoro pubblico che conosco io. È come se invece di affrontare il problema dell’industria dell’auto, di quella siderurgica, della meccanica leggera, si parlasse semplicemente di industria. Con dentro pere e mele». Tanti o pochi dipendenti, resta il fatto che i costi vanno ridotti. Lo sa anche il sindacato disposto a discutere di tagli agli sprechi e di razionalizzare. Per Cgil, Cisl e Uil che chiedono un Patto per il lavoro pubblico, la scommessa si vince su questo fronte.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL