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Unità-Non c'è stato di diritto senza libertà di ricerca

Questo appello di un nutrito gruppo di scienziati italiani a favore di libertà di ricerca e cura su cellule staminali, fecondazione assistita, Ru486, cannabis terapeutica ed eutanasia, è stato...

04/12/2005
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l'Unità

Questo appello di un nutrito gruppo di scienziati italiani a favore di libertà di ricerca e cura su cellule staminali, fecondazione assistita, Ru486, cannabis terapeutica ed eutanasia, è stato lanciato nel corso del IV Congresso dell'associazione Luca Coscioni, in corso a Orvieto.

"La libertà di ricerca scientifica è obiettivo irrinunciabile di uno stato di diritto democratico e laico. In Italia, purtroppo, tale libertà viene costantemente violata e condizionata attraverso leggi e scelte politiche ispirate da pregiudizi ideologici e dogmi religiosi. Ci rivolgiamo ai responsabili politici e istituzionali di ogni partito e schieramento, e in particolare a coloro che in occasione delle imminenti elezioni politiche 2006 si candideranno a governare il nostro Paese, affinché si impegnino da subito davanti alle elettrici e elettori italiani per: - consentire, attraverso limiti e regole stringenti sul modello della Gran Bretagna, la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali finalizzata alla comprensione e alla cura di malattie che colpiscono centinaia di milioni di persone nel mondo; - consentire l'accesso alla fecondazione assistita e alla diagnosi preimpianto per le coppie affette da malattie genetiche, oltre alla fecondazione assistita con seme esterno alla coppia; - garantire la libertà terapeutica, affidata al rapporto tra medico e paziente, nella effettiva somministrazione di farmaci ampiamente testati e autorizzati in tutti i Paesi civili, ma ostacolati (e in alcuni casi proibiti) nel nostro Paese, quali: pillola abortiva RU486, cannabis terapeutica,trattamenti farmacologici per i cittadini tossicodipendenti e oppioidi per il trattamento del dolore; - consentire autonomia e responsabilità individuale nelle scelte relative alla fine della vita, innanzitutto per abbattere il fenomeno dell'eutanasia clandestina attraverso il rispetto della volontà individuale liberamente e inequivocabilmente espressa, anche attraverso il riconoscimento delle direttive anticipate di trattamento e forme di regolamentazione dell'eutanasia sul modello olandese, belga, svizzero o secondo l'orientamento che sta assumendo anche il parlamento britannico. La rimozione di divieti irragionevoli è la premessa per politiche di investimento nella ricerca e nella formazione come elemento irrinunciabile di ogni strategia di sviluppo economico, civile e democratico. Lo stesso metodo scientifico - basato sull'analisi empirica e non su pregiudizi ideologici - può e deve essere adottato dalla politica, dalle democrazie liberali, come metodo laico per scegliere soluzioni di governo ai problemi della nostra epoca, relativi all'essere umano e al suo rapporto con la società e l'ambiente"

Tra i firmatari: Mauro Barni, Elena Cattaneo, Gilberto Corbellini, Giulio Cossu, Carlo Flamigni, Antonino Forabosco, Luca Gianaroli, Demetrio Neri, Piergiorgio Strata, Adolfo Allegra, Carlo Bernardini, Corrado Bohm, Calogero Caruso, Carlo Cercignan, Nicolò Cesa Bianchi, Orio Ciferri, Marcello Crivellino, Daniele Cusi, Romano Dallai. Elisabetta Dejana, Umberto Di Porzio, Arturo Falaschi, Anna Pia Ferraretti, Francesco Fiorentino, Cesare Galli, Giovanna Grimaldi, Piero Leporini, Fabio Macciardi, Fabio Marazzi, Paolo Stefano Marcato, David Modiano, Mario Molinaro, Guido Ragni, Carlo Alberto Redi, Giuseppe Remuzzi, Carla Rossi, Romano Scozzafava.


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