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Unità-Istruzione 2004: il ministero non paga neanche la spazzatura

Amministratori e sindacati al Forum nazionale della scuola: tagliati anche i fondi per l'edilizia. E il governo è moroso per la Tarsu, in barba alla Cassazione Istruzione 2004: il ministero non ...

24/10/2004
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l'Unità

Amministratori e sindacati al Forum nazionale della scuola: tagliati anche i fondi per l'edilizia. E il governo è moroso per la Tarsu, in barba alla Cassazione

Istruzione 2004: il ministero non paga neanche la spazzatura

Osvaldo Sabato

FIRENZE I circoli didattici rischiano di non poter pagare la Tarsu perché il ministero non dà i soldi necessari, nonostante una sentenza della Cassazione, lo obblighi ad ottemperare a questo impegno. Nel paese delle meraviglie, promesso da questo governo, succede anche questo. Non è una delle solite leggende metropolitane inventate da chi si oppone al governo della Casa delle Libertà. È proprio così. Sono stati gli amministratori comunali presenti al primo forum nazionale sulla scuola e università a denunciarlo. "Stanno ridurrendo i comuni con il cappello in mano" afferma l'ex parlamentare, ora assessore del Comune di Pistoia, Rosanna Moroni. Che il piatto piange lo dimostra anche la prossima Finanziaria: il ministero aveva previsto ben 4.037 milioni di euro per dare concretezza alla riforma spendendo, invece, solo 90 milioni nel 2004 e per il 2005 in agenda ci sono 110 milioni di euro. "Non sappiamo se queste risorse siano le conseguenze dei tagli di organico" commenta, anche a nome della consulta scuola dell'Anci, l'assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Firenze, Daniela Lastri, domandandosi se "è con questi soldi che si vuole la generalizzazione della scuola dell'infanzia?". Chiarezza. Il mondo della scuola vuole chiarezza: sulle stesse intenzioni del ministro Letizia Moratti di volere attuare veramente questa riforma, senza tralasciare la mobilitazione. "Da Firenze deve uscire un movimento ricostruito e compatto che non sia solo però di protesta ma anche di proposta" aggiunge il responsabile scuola dei Ds di Firenze, Giovanni Di Fede. Una prima risposta potrà esserci a metà novembre quando ci sarà lo sciopero della scuola e dell'università. Con i sindacati che si presentano compatti, anche se saranno due i cortei: uno dei Confederali e l'altro dei Cobas. Ipotesi che non convince affatto il leader dei Cobas Piero Bernocchi "non possiamo esimerci dal lanciare da Firenze un messaggio unitario" osserva a margine del Forum. "Noi abbiamo indetto lo sciopero e ognuno ci può stare dentro con le proprie sottolineature" precisa da parte sua Mario Battistini della Cgil - Scuola. Come dire che c'è posto per tutti. La scuola è un grande business: solo nei 29 paesi più sviluppati del mondo il giro è di sei milioni di miliardi di vecchie lire. Un affare enorme, che non poteva non trovare riscontro nella politica scolastica di questo governo, che rischia di trasformare gli istituti italiani in una sorta di ring con gli insegnanti in competizione fra di loro senza nessuna garanzia della loro professionalità e con il solo incarico di certificare il rendimento degli studenti. "Il tutto per rilanciare e dare stabilità di mercato alle tante scuole private di settore" denunciano i sindacati, le associazioni e i partiti politici raggruppati nel "Tavolo per fermare la riforma Moratti" riuniti ieri e oggi a Firenze per discutere sul che fare. Senza nessun riferimento al famoso quesito leninista, il quadro di per se preoccupante della scuola e dell'università è un punto di partenza per capire come muoversi, non solo per le ricadute sul corpo docente ma anche per chi a scuola ci va a stare fra i banchi. Un merito al ministro Moratti va però riconosciuto: è riuscita a mettere sullo stesso fronte, genitori, insegnanti e studenti. "La legge Moratti è eversiva e come tale da contrastare nell'immediato e da abrogare prima possibile" osserva Corrado Mauceri dell'Associazione "Per la scuola della Repubblica". Alla due giorni, che si concluderà questo pomeriggio partecipano circa 500 persone tra docenti, dirigenti scolastici, studenti e cittadini. "Servirà a diffondere un'idea di scuola, università e ricerca capace di far crescere il valore sociale della conoscenza e l' istruzione come fondamentale diritto di cittadinanza" annunciano gli organizzatori. Mai la scuola italiana si è trovata in un periodo buio come questo con la confusione che la fa da padrona e senza un centesimo in più da spendere. Ricordate le promesse fatte dal premier Berlusconi dopo il crollo della scuola molisana a San Giuliano di Puglia con i bambini rimasti sepolti sotto le macerie per il terremoto? La messa in sicurezza degli istituti sembrava la priorità assoluta. E invece? Nella Finanziaria del 2005 sono previsti solo 10 milioni di euro per l'edilizia scolastica. "Sono un terzo le scuole italiane a non essere a norma e spesso sono strutture fatiscenti" afferma Legambiente con il suo responsabile scuola, Vittorio Cogliati Dezza. Una legge del 1999 impone ai comuni di mettere in regola tutti gli edifici scolastici. "Ma se lo Stato taglia i fondi cosa possiamo fare?" si chiede ancora l'assessore Daniela Lastri. Solo nel capoluogo toscano l'amministrazione comunale ha speso nello scorso anno ben 27 milioni di euro per la ristrutturazione "e lo Stato ci ha dato solo 300 mila euro" conclude l'assessore fiorentino.


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