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Unità: Invalsi, protesta Cgil

A rischio 50 posti

18/04/2006
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l'Unità

di Michela Bevere

Protestano i lavoratori dell’Istituto nazionale di valutazione del sistema di istruzione, Invalsi, perché 50 di loro rischiano di non vedersi rinnovato il contratto a progetto, che scade il 30 giugno prossimo. Sono gli effetti dei tagli del 40% della finanziaria 2006, sui bilanci delle pubbliche amministrazioni, che incidono sui rapporti di collaborazione. I sindacati confederali della scuola hanno annunciato lo stato di agitazione. Secondo il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini, l’Invalsi, «ente che per il suo ruolo si colloca al centro del sistema scolastico e che gestisce rapporti con importanti istituzioni internazionali come l’Ocs e l’Iea, è un istituto di ricerca fantasma». Infatti, «il 70% delle attività di ricerca sono svolte da lavoratori precari e la maggioranza di questi lavoratori precari circa 50 persone rischia da giugno di perdere il posto di lavoro. Solo un terzo di loro ha una prospettiva di rinnovo fino a dicembra 2006». Per Saida Volpe, collaboratrice Invalsi, «il problema poi comunque si riproporrà a gennaio 2007». L’unico modo per risolvere questa situazione è «interpretare il decreto del 2004 come istitutivo dell’Invalsi, perché i tagli si riferiscono a quanto stanziato nel 2003», ha spiegato la lavoratrice. «Oggi- ha spiegato Panini- l’Invalsi, a causa dei tagli del governo e dell’incapacità della sua direzione, è di fatto di fronte ad una probabile chiusura, l’Italia rischia così di essere tagliata fuori dalla comunità scientifica internazionale sui temi della ricerca educativa, diverse decine di lavoratori sono di fronte allo spettro della disoccupazione. Se nei prossimi giorni non cambieranno le condizioni siamo, di fatto alla vigilia della scomparsa di un Istituto che dovrebbe essere strumento di promozione della cultura della valutazione nel nostro Paese e della perdita di preziose professionalità».
La Flc-Cgil, assieme a Cisl e Uil, ha definito un primo pacchetto di iniziative: proclamazione dello stato di agitazione del personale; organizzazione di iniziative interne ed esterne all’ente, finalizzate anche a rendere evidente la rabbia dei lavoratori a tutti gli interlocutori e a denunciare la drammaticità della situazione. Inoltre, la Cgil rivendica la continuità di tutti i rapporti di lavoro, la loro rapida e definitiva stabilizzazione, un rilancio complessivo dell’attività dell’ente che non può funzionare sulla base della precarietà e che deve essere dotato di effettiva autonomia culturale, scientifica e gestionale rispetto al Ministero dell’Istruzione.


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