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Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. https://www.tuttoscuola.com...

23/12/2002
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Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

https://www.tuttoscuola.com

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N. 82, 23 dicembre 2002

SOMMARIO

1. Commissione per la riforma, quasi una falsa partenza
2. L'incognita del "secondo canale"/1: la variabile legislativa
3. L'incognita del "secondo canale"/2: la variabile costituzionale
4. La scuola nella finanziaria 2003
5. Il giallo della Direttiva fantasma/1: "angolo preghiera" si' o no?
6. Il giallo della Direttiva fantasma/2: cronistoria di un pasticcio
7. Iscrizioni: 2 milioni di famiglie al via
8. La Moratti fa gli auguri e pensa al futuro
9. Ai presidi incaricati anche i posti del concorso ordinario
10. Se il rapporto Isfol finira' al macero

1. Commissione per la riforma, quasi una falsa partenza

In un grande albergo della periferia romana si e' riunita per la prima
volta quella che molto probabilmente diventera' la Commissione alla
quale il ministro Moratti affidera' il compito di verificare e
riempire di contenuti gli schemi delle "Indicazioni nazionali"
predisposti per il ministero dal superconsulente prof. Giuseppe
Bertagna.
Nella lista degli oltre 250 esperti invitati al seminario spiccavano
molti nomi illustri - da Umberto Agnelli a Dario Antiseri a Uto Ughi -
peraltro quasi tutti assenti, mentre si notava la mancanza pressoche'
completa degli ispettori, che in passato avevano sempre partecipato in
misura consistente ad iniziative del genere. Secondo alcuni perche'
implicitamente "precettati" (ma pochi si sono presentati), secondo
altri perche' si e' voluto sottolineare la natura tecnica del loro
ruolo, che si colloca a valle dell'attuale fase, che e' ancora di
esplorazione dei macroobiettivi politici e di alcuni aspetti della
stessa architettura della scuola riformata.
Lo stesso ministro Moratti non ha mancato di sottolineare il carattere
ancora aperto di molti delicati passaggi di tipo istituzionale e
politico, ed ha quindi invitato i partecipanti a non affrontare i temi
di tipo organizzativo e strutturale ancora in discussione nelle sedi
politiche (es.: l'attuazione del titolo V della Costituzione, la
"devolution", la struttura del canale professionale, le modalita' di
articolazione in indirizzi dei licei tecnologico e economico). Temi
sui quali potrebbe emergere qualche novita' nelle prossime settimane.
Il dibattito si e' cosi' svolto su argomenti generali, ed e' stato
soprattutto metodologico. Molti hanno posto il problema della
fattibilita' concreta dei "Piani di studio personalizzati" e di altre
novita' contenute nelle elaborazioni progettuali del prof. Bertagna.
Altri hanno insistito sull'importanza delle discipline. Ma nel
complesso il dibattito e' rimasto fermo alle premesse, e non ha
affrontato i nodi veri del cambiamento proposto.

2. L'incognita del "secondo canale"/1: la variabile legislativa

Una delle incognite che gravano sul futuro della riforma Moratti,
forse quella piu' importante sotto il profilo strategico, e' il
destino degli attuali istituti professionali e tecnici. Sulla
questione si intrecciano variabili diverse: politiche, legislative,
istituzionali, costituzionali (attuazione del nuovo titolo V della
Costituzione, "devolution" bossiana), il cui punto d'equilibrio non e'
stato ancora individuato con chiarezza.
Prendiamo l'aspetto legislativo. E' chiaro che la "pari dignita'" del
canale liceale con quello professionale dipendera' in larga misura
dalla redistribuzione dell'attuale domanda di istruzione e formazione
in uscita dalla scuola media in due grandi alvei sostanzialmente
equivalenti dal punto di vista dimensionale (numero di allievi e
insegnanti) e strutturale (consistenza dei piani di studio, durata
complessiva, valore dei titoli, apertura verso ulteriori percorsi
formativi ecc.). Secondo alcuni esperti, che in questi ultimi tempi
sembrano aver raccolto una maggiore attenzione anche nell'entourage
del ministro e del sottosegretario Aprea, l'attuale testo del disegno
di legge delega 1306 scoraggia questa prospettiva perche' spinge tutta
l'istruzione tecnica e anche parte di quella professionale a confluire
nel sistema dei licei, che offre maggiori garanzie da vari punti di
vista (prestigio, continuita', radicamento nazionale). In causa e'
l'art. 2, comma 1, punto g) del DDL, e piu' precisamente il passaggio
con il quale si dispone che "i licei artistico, economico e
tecnologico si articolano in indirizzi per corrispondere ai diversi
fabbisogni formativi": una formulazione piuttosto ambigua, che sembra
alludere ad una valenza professionale degli indirizzi, mettendo cosi'
in discussione la loro "licealita'", e che si presterebbe al rientro
in massa degli attuali istituti tecnici e professionali nel sistema
dei licei. La proposta sarebbe proprio quella di sopprimere l'inciso
citato.

3. L'incognita del "secondo canale"/2: la variabile costituzionale

Il nuovo titolo V della Costituzione prevede all'art. 117 che "le
norme generali sull'istruzione" e la determinazione dei "livelli
essenziali delle prestazioni" rientrano nella competenza esclusiva
dello Stato. E' materia di legislazione concorrente l'"istruzione,
salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche, e con esclusione
dell'istruzione e della formazione professionale.". Tuttavia, nelle
materie di legislazione concorrente la determinazione dei principi
fondamentali spetta allo Stato. Inoltre nell'art. 117 e' stabilito che
lo Stato coordina la finanza pubblica ed e' titolare di competenze
esclusive in materia fiscale.
In tale contesto il cosiddetto "secondo canale" incontra una serie di
limiti che riducono gli enormi spazi di dipendenza dalle decisioni
assunte a livello regionale e rendono improbabile la deriva verso
venti sistemi formativi regionali. Rischio invece da cui non sembra
immune il "progetto Bossi" di devoluzione, che potrebbe favorire il
divario tra regioni ricche, in grado di esercitare le nuove competenze
e regioni povere che non potrebbero sfruttare le nuove opportunita'
istituzionali.
Inoltre il disegno di legge Bossi potrebbe avere anche una ricaduta
sullo stato giuridico e sui profili professionali del personale della
scuola, che potrebbero essere fortemente differenziati da regione a
regione. Prospettiva questa che non sarebbe certamente ben vista dalla
gran parte dei dipendenti della scuola.
La questione e' approfondita sul prossimo numero del mensile
Tuttoscuola.

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4. La scuola nella finanziaria 2003

In queste ore la Camera sta approvando definitivamente la Finanziaria
per il 2003 su un testo che e' stato ampiamente modificato pochi
giorni fa dal Senato, rispetto a quello iniziale varato dal Governo a
settembre e approvato in prima seduta dalla stessa Camera.
Diverse parti, direttamente o indirettamente, interessano la scuola, a
cominciare, ad esempio, dalla rigida regolamentazione
dell'assegnazione di posti di sostegno, dalla riduzione del 2% annuo
dell'organico dei bidelli e modifica di talune loro funzioni (definite
per legge anziche' per contratto), dalla riconduzione dell'orario
effettivo di cattedra dei docenti di secondaria a 18 ore.
Vengono previste risorse per l'adeguamento delle condizioni di
sicurezza degli edifici scolastici.
La finanziaria introduce inoltre dal gennaio prossimo una sostanziale
modifica dell'irpef con benefici a favore soprattutto dei redditi medi
e medio-bassi, con aumento anche delle detrazioni. Buone notizie anche
per pensionati che continuano a lavorare: viene consentito il completo
cumulo di reddito e pensione.
Manca tra le disposizioni la conferma del finanziamento
dell'autoaggiornamento degli insegnanti (introdotto per la prima volta
dalla finanziaria dell'anno scorso), a meno che, tra le pieghe del
testo approvato in modo convulso dal Senato non affiori uno specifico
emendamento dell'ultima ora.
Nella prossima edizione di TuttoscuolaNEWS daremo ampia informazione
sulle norme definitivamente approvate.

5. Il giallo della Direttiva fantasma/1: "angolo preghiera" si' o no?

Qualcuno dal ministero puo' svelare l'enigma della direttiva n. 2666
del 3 ottobre 2002, quella sul crocifisso e sull'ambiente da destinare
nelle scuole al raccoglimento e alla meditazione?
C'e' chi lo ha gia' definito "l'angolo della preghiera", ne hanno
parlato molti giornali, alcuni pubblicando integralmente il testo
ministeriale, che tuttavia nelle scuole non risulta mai arrivato. Cosa
e' successo?
Sorpresa: dal MIUR fanno sapere che la direttiva non e' mai stata
emanata e non e' nemmeno stata firmata dal ministro. Che non sia stata
distribuita alle scuole in effetti puo' essere vero (non risulta
infatti che qualcuno l'abbia ricevuta), ma che non sia stata firmata
dal ministro e' invece tutto da dimostrare, e il fatto che ci sia un
protocollo gia' assegnato rappresenta una prova difficile da
confutare. Quale archivista andrebbe ad apporre numero di protocollo e
data su un atto non ancora firmato e che il sottoscrittore potrebbe
anche disconoscere e non sottoscrivere?
E' quindi verosimile che il ministro abbia firmato la direttiva prot.
2666 del 3 ottobre (cedendo, a quanto sembra, a pressioni di gruppi
religiosi, cattolici e non), ma e' molto probabile che subito dopo
qualche robusta presa di posizione di esponenti della maggioranza
l'abbia persuasa a soprassedere.
Conseguentemente il "competente" Dipartimento del ministero, che
avrebbe dovuto impartire disposizioni esecutive, non ha provveduto e
tutto si e' fermato, tanto che la direttiva non risulta pervenuta
neanche alla Corte dei conti.
In conclusione, una testimonianza di una politica scolastica che non
segue un percorso consolidato di riflessione e approfondimento, ma
l'onda emotiva determinata da avvenimenti di risonanza
politico-sociale. Speriamo che almeno un effetto positivo lo porti:
accrescere la consapevolezza che sono maturi i tempi per avviare una
discussione serena per allargare l'attuale insegnamento della
religione cattolica a un piu' generale insegnamento della storia delle
religioni.

6. Il giallo della Direttiva fantasma/2: cronistoria di un pasticcio

Ma ricostruiamo i punti salienti di questa vicenda, che ha assunto
contorni quasi misteriosi.
La polemica sul crocifisso nei luoghi pubblici torna ciclicamente
all'attenzione del pubblico da molti anni. A settembre e' stata una
specifica proposta di legge della Lega a riaccendere le polemiche. Il
ministro Moratti non si e' sottratta e anzi ha "rilanciato". Il 18
settembre, nel corso di un question time alla Camera ha dichiarato:
"le iniziative da assumere per disciplinare in maniera chiara e certa
l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche sono attualmente
in via di definizione e alle stesse verra' data attuazione nei
prossimi mesi". Roventi furono le discussioni nei giorni seguenti. Il
26 settembre il sottosegretario Aprea faceva marcia indietro, negando
in commissione istruzione al Senato - come riportato dal resoconto
parlamentare - che il ministero intendesse adottare nuove normative al
riguardo.
Ma una settimana dopo veniva protocollata la direttiva n. 2666, che
invita i dirigenti scolastici all'"adozione delle iniziative idonee ad
assicurare la presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche". Un
testo mai pervenuto ufficialmente alle scuole, ma pubblicato su
"L'informascuola" e su "Notizie della scuola", testate che - vale
sottolinearlo - difficilmente darebbero alle stampe provvedimenti non
firmati.
Di recente non e' mancata neanche una dichiarazione politica che e'
entrata nel merito del provvedimento. L'ha rilasciata il 13 dicembre
all'Ansa l'on. Pedrizzi, responsabile di AN per le politiche della
famiglia, che ha detto: "e' una direttiva ineccepibile ed equilibrata,
che da un lato applica la legge, e dall'altro rispetta la dimensione
multireligiosa che avanza". Un suo collega di partito, il senatore
Valditara, sosteneva invece che in commissione istruzione il
sottosegretario Aprea aveva informato i senatori che "la direttiva era
stata ritirata".
Insomma, un bel rebus. Nel frattempo il Consiglio regionale della
Lombardia ha approvato la settimana scorsa un ordine del giorno
presentato dalla Lega Nord che impegna la Giunta regionale a erogare
contributi per l'acquisto dei crocifissi da esporre nelle aule
scolastiche. E si ricomincia.

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7. Iscrizioni: 2 milioni di famiglie al via

Per i genitori e' la prima scadenza scolastica importante del prossimo
anno: sono quasi 2 milioni gli alunni che nel mese di gennaio si
iscriveranno alle scuole statali o paritarie per il prossimo anno
scolastico.
Termine ultimo per le iscrizioni all'anno scolastico 2003-04, fissato
dal ministero dell'Istruzione con circolare prot. 3462 del 20.12.2002,
e' il 25 gennaio 2003 e riguarda solamente gli alunni che si iscrivono
in classe prima (nelle classi intermedie l'iscrizione avviene
d'ufficio), con esclusione degli alunni di quinta elementare degli
istituti comprensivi che, se non passano ad altra istituzione
scolastica, sono anch'essi confermati d'ufficio in prima media.
Non vi saranno iscrizioni per gli alunni in anticipo di eta' nella
scuola dell'infanzia e nella scuola elementare. Per quelle occorrera'
attendere l'approvazione del disegno di legge delega per la riforma,
attualmente all'esame della Camera, dopo l'ok venuto dal Senato.
La scuola secondaria di II grado e' il settore che accogliera' il
maggior numero di nuovi studenti nelle prime classi, grazie a leve
scolastiche ancora consistenti rispetto a quelle degli anni successivi
( https://www.tuttoscuola.com/ts_news_82-1.doc
).
Complessivamente le scuole statali dovrebbero accogliere circa 1,7
milioni di nuove iscrizioni (1.724.000 alunni dall'infanzia alle
superiori) pari al 90% del totale, mentre alle paritarie dovrebbe
andare il restante 10% (224 mila iscritti).

8. La Moratti fa gli auguri e pensa al futuro

Nelle settimane scorse erano circolate le voci che davano per
probabili le dimissioni del ministro Moratti a causa (ma non solo) dei
forti contrasti con il collega Tremonti sui tagli all'istruzione e le
mancate assegnazioni di fondi per la riforma. Di certo la vasta
insoddisfazione che ne e' derivata ha reso evidente un bilancio
negativo fino ad oggi della politica scolastica del governo, e i
limiti di una visione della scuola condizionata dalla supremazia del
ministro dell'economia. Il mancato finanziamento del piano pluriennale
quale strumento necessario per avvicinare le retribuzioni dei docenti
a parametri europei e sostenere i progetti di innovazione sembra
disconoscere nei fatti l'incidenza strategica della formazione sullo
sviluppo economico e sociale del paese.
Ma nel saluto natalizio ai dipendenti del ministero di viale
Trastevere il ministro Moratti ha dimostrato di essere piu' che mai
determinata a proseguire nell'incarico, mostrando grinta, ottimismo e
voglia di fare.
"Essere a capo di questo ministero che spazia dai problemi
dell'infanzia a quelli della ricerca nucleare, e' un impegno che mi
onora, mi avvince e mi stimola a continuare al meglio anche per il
futuro", ha detto infatti il ministro.
La Moratti non ha nascosto di avere incontrato anche difficolta' nello
svolgere il suo incarico, ma di averle superate, facendo chiaramente
intendere che nutre fiducia nel futuro.

9. Ai presidi incaricati anche i posti del concorso ordinario

Il tanto atteso bando per il corso concorso a dirigente scolastico
riservato ai presidi incaricati e' finalmente uscito, pubblicato in
Gazzetta Ufficiale il 20 dicembre.
Non e' invece stato bandito (e chissa' quando lo sara') il corso
concorso ordinario aperto a tutti i docenti laureati con almeno sette
anni di servizio.
Il riservato (1500 posti, pari al 50% dei complessivi previsti e
stimati dal MIUR) e' un concorso una tantum; l'ordinario e' la strada
maestra per il reclutamento dei dirigenti scolastici. Ma, stando al
bando, l'una tantum diventa definitiva o quasi, a danno
dell'ordinario, che non si sa se arrivera' e quando. Questo potrebbe
aver giustificato l'inserimento nel bando di un comma dell'art. 19 (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_82-2.doc ) che prevede
l'assegnazione di posti vacanti e non coperti per il mancato
espletamento in parallelo del concorso ordinario.
E qui sorge un dubbio: e se nel prossimo triennio i posti vacanti, a
causa di possibili e successivi interventi di ristrutturazione della
rete scolastica, fossero solo 1500 o giu' di li'? Eh si', il riservato
se li sarebbe presi tutti.

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10. Se il rapporto Isfol finira' al macero

Dell'indiscrezione se ne sono occupati pochi giornali, fino ad ora non
smentiti: la tradizionale presentazione di fine anno del rapporto
Isfol sullo stato del lavoro e dell'occupazione in Italia (anche della
formazione professionale e dell'istruzione scolastica), non c'e'
stata. All'ultimo momento la presentazione dell'annuale rapporto,
curato quest'anno direttamente dal Presidente-commissario Carlo
Dell'Aringa, e' stata bloccata dal ministro del Welfare, on. Maroni
che non avrebbe gradito alcuni passaggi sull'immigrazione formulati
dagli esperti dell'Istituto, facendo rinviare a tempo indeterminato la
presentazione. Il ministro ha fatto sapere di non poter presenziare
all'evento "per inderogabili impegni istituzionali (ecco il comunicato
ufficiale https://www.tuttoscuola.com/ts_news_82-3.doc ). Ovviamente la
presentazione del rapporto non richiede per forza la presenza del
ministro (che infatti non era prevista dal programma della giornata),
e quindi l'accenno ai contestuali impegni istituzionali dell'on.
Maroni appare come la formale mascheratura di un sostanziale dissenso
su alcuni contenuti del Rapporto di quest'anno.
Le migliaia di copie del volume, edito da Angeli, sono state bloccate
in tempo, prima di essere immesse sul mercato. Andranno al rogo?
E' bene ricordare che l'ISFOL e' un Ente pubblico di ricerca, che
opera in collaborazione con il Ministero del Lavoro, Regioni, Parti
Sociali, altre Amministrazioni dello Stato, Unione Europea ed
Organismi Internazionali, per lo sviluppo della formazione
professionale e delle politiche del lavoro. E' quindi un ente che gode
di autonomia amministrativa e gestionale, ma che dipende politicamente
dal ministero del Welfare, che emana direttive sulla sua attivita' ed
esercita su di esso funzioni istituzionali di "vigilanza".

Auguri speciali di Buon Natale

A chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore;
a chi saluta ancora con un bacio;
a chi lavora molto e si diverte di piu';
a chi va in fretta in auto, ma non suona ai semafori;
a chi arriva in ritardo ma non cerca scuse;
a chi spegne la televisione per fare due chiacchiere;
a chi e' felice il doppio quando fa a meta';
a chi si alza presto per aiutare un amico;
a chi ha l'entusiasmo di un bambino ma pensieri da uomo;
a chi vede nero solo quando e' buio;
a chi non aspetta Natale per essere piu' buono,
Un augurio particolare di BUON NATALE.

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