Studenti e professori invadono le strade dello sciopero
La protesta della scuola confluisce nella giornata di mobilitazione: opposizione alla legge Aprea e ai tagli dei finanziamenti per l'istruzione " Appello per la difesa dell'Erasmus
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Le piazze di tutta Italia gremite di studenti hanno accolto lungo la penisola le manifestazioni della Cgil. A Roma 20mila studenti, per la maggior parte delle scuole superiori, hanno incrociato più volte il corteo dei lavoratori per poi disperdersi a causa degli scontri sul lungotevere. A Milano il corteo di 6mila studenti si è snodato tra le vie della città, anche qui in parallelo rispetto al corteo organizzato dalla Cgil. Quasi tutti i cortei hanno visto infatti una enorme partecipazione di giovani accanto ai loro insegnanti, da Roma a Milano, da Bologna a Napoli, tanto che in molte piazze era difficile capire se si era di fronte ad una manifestazione degli studenti o ad una del sindacato. Anche a Pomigliano, alla manifestazione della Fiom, sono intervenuti dal palco gli studenti dell'Uds. Non è lontana dalla realtà la stima di 100 mila studenti scesi in piazza in tutta Italia a fianco dei lavoratori. Accadrà di nuovo. È stata la prima volta che a livello continentale studenti e lavoratori scendevano in piazza simultaneamente sotto le stesse bandiere. Finora le mobilitazioni coordinate a livello europeo avevano interessato quasi esclusivamente le giovani generazioni, riunite spesso sotto la generica etichetta di "indignados", che avevano già provato a lanciare per il 15 ottobre del 2011 una mobilitazione europea contro le politiche di austerity. Purtroppo la giornata in Italia finì negli scontri di piazza San Giovanni ma non è piccola l'eredità che quel movimento ha lasciato, a partire dal titolo della manifestazione, "People of Europe rise up", che è divenuta oggi una campagna che vede impegnati i Giovani democratici insieme alle organizzazioni giovanili dei partiti socialisti e progressisti di tutta Europa. Ed oggi quella eredità è raccolta, per la prima volta a livello continentale, congiuntamente, dai sindacati e dalle organizzazioni studentesche, come la Link e la Run, che hanno colto l'occasione per rilanciare le loro parole d'ordine
NO Al TAGLI INDISCRIMINATI Nei cortei che si sono svolti ieri camminavano paralleli i due livelli di mobilitazione degli studenti. Da una parte le tradizionali rivendicazioni contro il disegno di legge Aprea, le politiche di definanziamento del settore dell'istruzione e i tagli ai programmi di diritto allo studio. Dall'altra parte invece gli studenti sembrano aver chiara la dimensione europea della loro mobilitazione. «In Italia questa manifestazione è una buona occasione per rilanciare il tema dello sviluppo del nostro Paese ci racconta Fausto Raciti, segretario dei Giovani democratici che in piazza erano presenti in gran numero Questo sviluppo sarà possibile solo rivedendo le regole che presiedono al funzionamento dell'Ue e dell' euro. Un confronto su questo metterebbe in luce meglio di qualsiasi altra cosa il limite dei populismi, di destra e di sinistra, che minacciano di occupare lo spazio del confronto elettorale». Gli studenti hanno capito, prima e meglio di tanti altri, che le politiche di tagli e di austerity sono uno spettro che si aggira per l'Europa. Gli studenti inglesi protestano contro l'aumento indiscriminato delle tasse universitarie? Gli studenti italiani scendono in piazza per evitare che quel modello venga applicato anche in Italia, come vorrebbe una proposta del senatore Ichino. L'europarlamento vuole tagliare i fondi per il programma Erasmus? Gli studenti francesi e spagnoli promuovono un appello comune per la difesa di quella iniziativa. Sono sempre più numerosi i collegamenti tra i giovani europei, che fanno rimbalzare, come in un flipper impazzito, le loro parole d'ordine da una parte all'altra del continente. A dimostrare la dimensione europea della mobilitazione è anche la commistione linguistica presente sui cartelli, sugli striscioni e sulle bandiere degli studenti scesi in piazza. A Trieste lo striscione iniziale invocava la huelga (sciopero in spagnolo) generale, mentre in Grecia sulle mura del Partenone viene calato lo striscione "People of Europe rise up". Protestano contro la legge Aprea ma sanno che, se il loro striscione è in greco, il loro slogan è in inglese, il loro coro in spagnolo, la loro bandiera non può che essere europea.
Mario Castagna