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Stipendi supplenti: forse slittano a gennaio

Molte scuole non hanno ancora potuto pagare gli stipendi ai supplenti. Il Miur parla di un contrattempo legato al funzionamento della piattaforma NoiPA ma il sospetto è che si debba attingere ai fondi del nuovo esercizio finanziario.

29/12/2013
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La Tecnica della Scuola

R.P.


Molte scuole non hanno ancora potuto pagare gli stipendi ai supplenti. Il Miur parla di un contrattempo legato al funzionamento della piattaforma NoiPA ma il sospetto è che si debba attingere ai fondi del nuovo esercizio finanziario.
 

La vicenda del pagamento degli stipendi dei supplenti è lontana da una soluzione definitiva.
Nella giornata del 27 dicembre, infatti, non tutte le scuole hanno trovato la disponibilità dei fondi necessari per poter effettuare i pagamenti.
I sindacati (per esempio la Flc-Cgil ne dà notizia sul proprio sito) hanno chiesto spiegazioni al Miur e qui è iniziato il ben noto gioco dello scarica-barile.
"Chiedete chiarimenti al MEF" è stata  la risposta. Ma dal MEF fanno sapere che tutto è a posto e che si tratta probabilmente di un ritardo della piattaforma NoiPA che viene utilizzata per l'accredito dei fondi e per consentire ai diretti interessati di visualizzare il proprio cedolino.
Dagli uffici romani sembra che qualcuno si sia fatta scappare la frase: "Ci saranno forse un paio di giorni di ritardo, dopo Capodanno sarà tutto sistemato".
Il dubbio, a questo punto, è che il ritardo sia voluto ed abbia una sua spiegazione di natura contabile.
Se i fondi (poco meno di 90milioni di euro in tutto come peraltro noi stessi avevamo stimato già diversi giorni addietro) non vengono accreditati entro il 31 dicembre è forse perchè il capitolo "spese per supplenze temporanee" è già esaurito e allora si aspettano i primi giorni di gennaio per poter attingere ai fondi del nuovo esercizio finanziario.
Questo vorrebbe dire che sull'esercizio 2014 graverebbero anche le spese degli ultimi due mesi del 2013 e quindi l'anno prossimo i fondi potrebbero risultare esauriti non a novembre ma anche prima.
D'altronde la tecnica di spostare sul successivo esercizio finanziario spese che risultano scoperte non è nuova, anche se le regole sulla contabilità generale dello Stato la vietano espressamente.
Se una scuola la facesse propria verrebbe sicuramente redarguita e magari sanzionata dai revisori dei conti, ma qui si tratta di pagare gli stipendi dei precari e allora una soluzione va pure trovata.
Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni e forse se ne capirà qualcosa di più.