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Spending review, si ricomincia?

Tagliati 7 direzioni generali al Miur, ma potrebbe non bastare

18/02/2014
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ItaliaOggi
di Emanuela Micucci e Alessandra Ricciardi  

La spending review taglia 7 dirigenti generali al Miur e riduce da 12 a 9 le direzioni generali. In attesa di avere entro il 28 febbraio il quadro completo della riorganizzazione di tutti i ministeri, una delle ultime sedute del cdm presieduto dal premier uscente, Enrico Letta, ha approvato i due primi regolamenti per la riorganizzazione del Miur e del ministero della salute in attuazione del decreto legge sulla revisione della spesa pubblica (n.95 del 2012). Obiettivi del decreto: riduzione numerica di tutto l'apparato amministrativo e realizzare miglioramenti qualitativi e funzionali attraverso la riorganizzazione dell'intera struttura del Miur, centrale e periferica, evitando interferenze, duplicazioni, sovrapposizioni di competenze e funzioni. Ma potrebbe non essere finita. Perché tra i primi punti del programma annunciato dal premier incaricato Matteo Renzi c'è anche la pubblica amministrazione, con uno snellimento delle strutture burocratiche anche centrali. E dunque non è affatto escluso che la struttura ministeriale sia oggetto a breve di una nuova messa a punto che si accompagni a una revisione anche degli incarichi.

Il decreto legge sulla spending review ha previsto la riduzione almeno del 20% della dotazione organica degli uffici dirigenziali e un'altra almeno del 10% della spesa sostenuta per il personale non dirigenziale. Il nuovo regolamento che riorganizza il Miur, allora, riduce da 34 a 27 i posti di dirigente generale. Un taglio di 7 dirigenti generali che si realizzerà in due modi: da una parte sopprimendo 3 direzioni centrali del Miur: una di queste è quella della formazione professionale che ha scatenato le ire degli industriali, e che proprio un ministro renziano potrebbe invece ripristinare; dall'altra parte affidando a dirigenti non generali alla direzione degli uffici scolastici generali con un numero di studenti inferiore a 150.000 cioè gli usr di Molise, Basilicata, Umbria e Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda gli uffici dirigenziali di livello non generale, invece, la riduzione della dotazione organica è stata superiore al 20%, a causa di compensazioni orizzontali, operate dal funzione pubblica, e verticali, con enti di ricerca. Il Miur riduce di 113 uffici la nuova dotazione organica degli uffici dirigenziali di livello non generale: si passa da 544 a 413 posti, di cui 191 dirigenti tecnici e 222 dirigenti amministrativi. Per il personale di livello non dirigenziale alla prevista riduzione del 10% si sono aggiunte compensazioni verticali e orizzontali, arrivando a -1.056 posti corrispondenti a un risparmio di spesa di 34.958.508 euro: si passa così a 7.034 a 5.978 posti. Dunque, la dotazione organica complessiva del Miur sarà di 6.418 unità. Con l'obiettivo di mettere al centro dell'azione amministrativa del ministero lo studente in tutto il suo percorso, i 3 nuovi dipartimenti saranno quello per il sistema educativo di istruzione e di formazione, che si occuperà di istruzione e comprenderà anche, Its, Ifts, l'alternanza scuola-lavoro e i rapporti con le regioni; il dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, competente per università e Afam, che si interesserà anche di internazionalizzazione; e il dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, che comprenderà anche gli interventi sull'innovazione digitale, l'edilizia scolastica e i fondi strutturali. 


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