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Sole 24 ore-Università-In cattedra tanti "vecchi" professori

UNIVERSITA' In cattedra tanti "vecchi" professori l 21,6% dei 56.475 docenti di ruolo negli atenei italiani ha più di 60 anni e la quota sale al 41,8% tra gli ordinari. L'incidenza più alta a...

30/03/2004
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Il Sole 24 Ore

UNIVERSITA'
In cattedra tanti "vecchi" professori
l 21,6% dei 56.475 docenti di ruolo negli atenei italiani ha più di 60 anni e la quota sale al 41,8% tra gli ordinari. L'incidenza più alta alla Luiss di Roma (che ha però molti contrattisti), la più bassa ad Aosta.
di Federica Micardi e Gianni Trovati
Il problema invecchiamento investe l'università italiana. Il 21,6% dei 56.475 professori di ruolo - ordinari, associati e ricercatori - ha più di 60 anni, e 1.805 di loro hanno tra 70 e 76 anni. La quota più elevata di ultrasessantenni (41,8%) si registra naturalmente tra i 17.957 professori ordinari, ma l'incidenza rimane importante anche tra i 18.095 associati (23,6%), la "base" per il reclutamento degli ordinari di domani.

I numeri. La fotografia più dettagliata della situazione è quella scattata dal Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario (Cnvsu) sulla base dei dati rilevati sul personaledocente di ruolo in servizio al dicembre 2003. A superare la soglia dei 60 anni sono più di 12mila professori, il 64% dei quali è rappresentato da ordinari e il 30% associati (a completare il quadro ci sono anche 741 ricercatori: un'iniezione di forze più giovani è attesa proprio dall'assunzione dei ricercatori già vincitori degli ultimi concorsi). L'ateneo con più capelli bianchi è la Luiss di Roma, dove il 46,4% dei professori di ruolo è ultrasessantenne ma i docenti a contratto - esclusi dalla rilevazione - sono la netta maggioranza, mentre tra le università statali il primato dell'anzianità tocca allo Iuav di Venezia, con il 30,7%. Quasi tutte le grandi università "storiche", dalla Statale di Firenze alla Sapienza di Roma e alla Statale di Milano, si collocano sopra la media nazionale, che è del 21,6%; tra le eccezioni spiccano l'Università di Messina (15,5%) e la Cattolica di Milano (17%). Non tutte le facoltà, però, presentano un quadro analogo: se a medicina, lettere e archittura si registra la presenza più alta di docenti con una lunga carriera alle spalle, aree nuove come informatica o in continua evoluzione come economia vedono aumentare l'incidenza dei professori più giovani.

Rischi e opportunità. "L'età media elevata dei docenti - sottolineano dal Cnvsu - è un dato negativo per la situazione attuale, ma può anche rappresentare una grande opportunità se gestita in maniera adeguata. Il blocco delle assunzioni, che oggi interessa tutte le università statali in maniera indiscriminata, potrebbe tenere in considerazione anche il fattore-età. L'anzianità del corpo docente, inoltre, dovrebbe entrare nei criteri di valutazione degli atenei, cosa che attualmente non avviene". L'importante, comunque, è scegliere subito e avviare in fretta una strategia, perché "è urgente pre*parare fin da oggi le nuove leve che andranno a sostituire i docenti in via di pensione, e la maturità accademica si raggiunge in dieci anni".

Le università "giovani". Al polo opposto si collocano invece gli atenei nati nell'ultimo decennio: nessuno dei 23 professori assunti ad Aosta, dove l'Università è stata battezzata tre anni fa, ha più di 60 anni, alla Liuc di Castellanza (32 professori assunti e cinque anni di storia alle spalle) solo un docente è over 60 e tra le statali si segnala il caso dell'Università del Molise (3,5% di ultrasessantenni). "Per un'università che nasce - spiega il rettore Giovanni Cannata - quella di puntare su insegnanti giovani è quasi una scelta obbligata, perché i giovani sono senza dubbio più aperti alle novità. La maggior parte dei nostri docenti lavorava in altri atenei, ma ha accettato di trasferirsi in una piccola realtà come la nostra per incontrare nuove opportunità di valorizzazione". Una riflessione condivisa da Gianfranco Rebora, rettore della Liuc di Castellanza, che sottolinea anche "il ruolo importante nello svecchiamento e nell'apertura alle novità didattiche svolto dai professori a contratto, che senza dubbio contribuiscono a iniettare flessibilità in un sistema docente tradizionalmente rigido".

A contratto. Illuminante in questo senso la situazione della Luiss di Roma: "Quella di avere molti docenti a contratto - spiegano dalla Guido Carli - è sempre stata una nostra politica. Oggi gli incaricati sono 565, 272 dei quali sono titolari di insegnamento". La massiccia presenza dei professori a contratto incide in maniera sensibile anche sull'età media del corpo docente, perché "il 40% di loro ha un'età compresa fra i 35 e i 40 anni". Nelle università italiane gli incarichi sono circa 30mila ma, avvertono dal Comitato, "stabilire il loro numero è impresa quasi impossibile, perché molti contrattisti sono anche professori di ruolo in altri atenei". Il ricorso massiccio agli incarichi, tuttavia, secondo il Cnvsu, nasconde anche qualche insidia, "perché i professori a contratto non fanno ricerca, e la ricerca è la componente essenziale per la vita dell'università, perché le permette di stare al passo coi tempi e di fornire una formazione aggiornata".

29 marzo 2004


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