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Sole 24 ore-Tagliata l'anzianità a 80mila "statali"

Tagliata l'anzianità a 80mila "statali" I sindacati protestano: è una stangata per i lavoratori Dopo i ritardi nei rinnovi contrattuali, per i dipendenti pubblici è in arrivo una nuova doccia f...

15/12/2005
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Il Sole 24 Ore

Tagliata l'anzianità a 80mila "statali"
I sindacati protestano: è una stangata per i lavoratori

Dopo i ritardi nei rinnovi contrattuali, per i dipendenti pubblici è in arrivo una nuova doccia fredda. Tanto che i sindacati definiscono la Finanziaria 2006 "una perfida stangata per i lavoratori della scuola". Il maxiemendamento, denuncia la CGIL, cancella infatti il diritto al riconoscimento dell'Anzianità per 80mila lavoratori, in particolare al personale Ata (ausiliario, tecnico e amministrativo) e Itp (insegnanti tecnico pratici) transitato dagli enti locali allo Stato. Un diritto, chiarisce il sindacato, sancito prima dall'articolo 8 della legge 124 del 1999 e ribadito poi da successivi pronunciamenti della Corte di cassazione.

"Se questo emendamento sarà convertito in legge - spiega Enrico Panini, segretario generale della FLC Cgil - avremo lavoratori che, in seguito a una sentenza della Cassazione, conservano il diritto a una retribuzione corretta secondo l'anzianità di servizio maturata, mentre ne avremo altre decine di migliaia che, in attesa di un analogo pronunciamento della Cassazione, si vedranno cancellato definitivamente questo diritto subendo una perdita di svariati milioni di euro di retribuzione. Per esclusiva e colpevole responsabilità del Governo, questi lavoratori - continua Panini - per ottenere il diritto a una giusta retribuzione e contestare una riduzione di circa 1.500 euro annui sono stati costretti a un lungo contenzioso in sede giudiziaria che va avanti da cinque anni". Secondo il leader della FLC "si tratta di un provvedimento illegittimo dal punto di vista costituzionale che riduce il salario e crea disparità tra i lavoratori". Ecco perché - aggiunge - ne chiediamo il ritiro e nelle prossime ore insieme a Cisl e Uil daremo voce al nostro forte dissenso".

Un ulteriore motivo di tensione che si aggiunge al clima già conflittuale tra sindacati e Governo per quanto riguarda i contratti del pubblico impiego. Dopo un lungo tira e molla infatti solo nei giorni scorsi è arrivato il via libera definitivo per i rinnovi di ministeri, aziende e scuola appunto. In ritardo però per l'erogazione di aumenti e arretrati entro il 2005. Ma non solo. Slittano al 2006 anche gli altri comparti, tra i quali la sanità e gli enti locali, per i quali non è stato ancora raggiunta neppure un'ipotesi di accordo. Un milione e mezzo di lavoratori che tra aumenti e arretrati valgono circa tre miliardi e mezzo, una cifra analoga a quella necessaria per l'altro milione e mezzo di dipendenti impiegati nella scuola, nei ministeri e nelle aziende. Queste risorse sulla carta erano in parte coperte dalla Finanziaria dello scorso anno (6,5 miliardi, pari al 4,3%), in parte dalla Finanziaria 2006: lo 0,7% a copertura degli incrementi di produttività, stimato dai sindacati in una cifra pari a circa un miliardo.
In realtà le cifre fissate dal maxiemendamento sono assai diverse: per quanto riguarda l'incentivazione della produttività sono previsti 390 milioni di euro a decorrere dal 2006, mentre per i rinnovi sono finanziati 222 milioni per il 2006 e 322 per il 2007.

SERENA UCCELLO (Il Sole-24 Ore 15/12/05)


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