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ScuolaOggi-Precariato, c'è ancora molto da cambiare

Precariato, c'è ancora molto da cambiare& Con buona pace della Moratti, i problemi che affliggono il precariato non sono stati ancora risolti. Si, c'è stata un'impennata sulle assunzion...

06/09/2005
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ScuolaOggi

Precariato, c'è ancora molto da cambiare&
Con buona pace della Moratti, i problemi che affliggono il precariato non sono stati ancora risolti. Si, c'è stata un'impennata sulle assunzioni in ruolo quest'anno e 35mila son qualcosa in più dei 12mila dello scorso anno e dello zero assoluto del 2002 e 2003.
Certo la stabilizzazione di tutti i precari sui posti comunque funzionanti è un obiettivo ancora di là da venire. Oggi a stento si coprono i posti lasciati vacanti dai pensionamenti (turn-over).
La scuola reale, in barba a qualsiasi riforma, non funziona più, già da tempo, coi soli posti dell'organico di diritto. Il cosiddetto adeguamento dell'organico di diritto a quello di fatto, supera abbondantemente il 10% della previsione in ogni ordine e grado d'istruzione, fino a
sfiorare il più classico del raddoppio coi posti sul sostegno agli alunni diversamente abili.
E qui, in questa forbice tra diritto e fatto che si annida con tenacia il fenomeno del precariato, cui va a sommarsi un altro 5% di precariato saltuario, per lo più legato alle assenze del personale, tra l'altro perfettamente in linea col resto del pubblico impiego.
L'organico funzionale d'istituto sembrava qualche anno fa la risposta più adeguata ad affrontare questi scostamenti tra diritto e fatto. Poi arrivarano i tagli agli organici , con l'organico di diritto
ridotto ormai ad una finzione giuridica, non essendo più sufficiente a garantire neanche l'insegnamento curricolare. Un esempio per tutti. Nella secondaria di 1 e 2 grado, si fanno sparire in organico di diritto ogni anno oltre 700 cattedre, per poi farle ricomparire in organico di fatto. Così l'organico di diritto registra 700 cattedre in meno, meno trasferimenti e meno assunzioni in ruolo
e ai precari va la fregatura di 700 posti che da 31.8 vengono declassati al 30.6
Ma lo scostamento tra fatto e diritto si alimenta ogni anno di altri fenomeni, cui paradossalmente contribuisce lo stesso Governo che a parole dice di voler combattere. Come classificare se non come spreco, quelle nomine tutte politiche, presso la Direzione Regionale, prima dell'estate?
Dirigenti scolastici di ruolo, poi sostituiti da presidi incaricati, a sua volta sostituiti da docenti precari&Per non parlare dei progetti , sempre meno per la verità, dei comandi in lieve crescita, degli esoneri, dei distacchi, compresi quelli sindacali, degli incarichi (solo per la presidenza oltre 200 ), degli utilizzi presso Enti, Università, nelle scuole all'estero, del part-time ecc& Tutto ciò alimenta un precariato endemico che va ad aggiungersi a quello storico che deriva dalle scelte governative di non coprire tutti i posti vacanti.
Per finire ma non per questo meno importante la questione irrisolta delle procedure di nomina.
E' mai possibile non riuscire a trovare una soluzione più funzionale e dignitosa per tutti?
Per il CSA costretto ogni anno a fare i salti mortali per pubblicare in tempo le graduatorie, per poi riuscire a fare in tempo le nomine in ruolo e poi in tempo le supplenze ; per i dirigenti scolastici che
devono fare in tempo a far funzionare la scuola sin dal primo giorno di lezione ; per i docenti
precari che devono fare in tempo, in piena estate, a prendersi le nomine e presentarsi il 1° di settembre a scuola.
E' mai possibile non riuscire a fare una programmazione seria, anticipando tutte le operazioni di gestione del personale? o perlomeno decidere i contingenti per il ruolo con largo anticipo? E' così difficile definire gli organici entro marzo, i trasferimenti in aprile, gli utilizzi e assegnazioni provvisorie in maggio, le assunzioni in ruolo in giugno, le supplenze in luglio? In agosto tutti hanno il diritto di andare in ferie e dal 1° settembre, sui posti ancora vacanti, assumano i dirigenti scolastici dalle graduatorie d'istituto in vigore al 31.8. E' ora di finirla con le graduatorie pubblicate a metà anno che lasciano i precari già nominati nell'incertezza assoluta, in attesa dell'avente diritto. Le graduatorie pubblicate in corso d'anno devono valere con l'anno successivo.
E' ora di dire basta agli umilianti caroselli dei precari, magari sulla pelle dei più deboli, come avviene ancor oggi sul sostegno.
Non occorrono leggi nuove per fare tutto ciò.
E' sufficiente che Ministro dell'istruzione e OO.SS. lo vogliano, uscendo una volta per tutte dalle dichiarazioni di facciata e dalle buone intenzioni.
Ne guadegnerebbero tutti in credibilità e, soprattutto, in funzionalità ed efficienza la scuola pubblica.
Pippo Frisone


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