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ScuolaOggi-E' tempo di analisi del voto. Anche per la Cgil

Archiviati i risultati delle elezioni per il rinnovo delle Rsu. E' tempo di analisi del voto. Anche per la Cgil Il successo della CGIL Scuola nelle elezioni delle RSU è fuori discussion...

23/12/2003
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ScuolaOggi

Archiviati i risultati delle elezioni per il rinnovo delle Rsu. E' tempo di analisi del voto. Anche per la Cgil
Il successo della CGIL Scuola nelle elezioni delle RSU è fuori discussione. Si conferma come il primo sindacato della scuola e migliora i consensi ricevuti di quasi sette punti in percentuale. Il tutto in una competizione elettorale durissima, nella quale si sono misurate organizzazioni sindacali forti e agguerrite come CISL, SNALS, UIL, senza trascurare la forza di attrazione di sigle minori come GILDA e COBAS.
Due sono le ragioni più evidenti di questa affermazione elettorale.
Dal punto di vista sindacale la CGIL Scuola ha dato prova di essere l'organizzazione che più ha investito nella contrattazione di scuola, attraverso il supporto informativo e formativo ai delegati eletti e attraverso l'impegno diretto delle sue strutture provinciali. Un lavoro diffuso e capillare, contrattualistico e pragmatico, che ha dato un contributo determinante a vincere la sfida della contrattazione nella scuola, come conferma l'alta percentuale (81,30) dei partecipanti al voto. Un impegno che ha reso evidente come la contrattazione non renda la scuola più confusa e conflittuale, come sostengono i suoi nemici, ma più partecipata e democratica.
Dal punto di vista politico la CGIL Scuola è stata premiata perché ha espresso con più lucidità, chiarezza ed efficacia una politica di contrasto nei confronti della politica scolastica del Ministro Moratti e nei confronti delle politiche sociali del governo Berlusconi. Non un sindacato autosufficiente e isolato, ma un soggetto che ha visto prima e meglio la gravità delle scelte del governo rispetto al welfare e alla scuola pubblica.
In particolare. nei confronti della legge 53/03 e dei suoi provvedimenti attuativi, il consenso alla CGIL Scuola di una parte rilevante della categoria, anche non appartenente alla sua tradizionale area di riferimento, non è certo stato determinato dagli atteggiamenti più ideologici e radicali, affini all'opposizione politica, ma dalla puntuale critica professionale e sindacale nel merito dei provvedimenti.
Proprio la fedeltà al merito ha permesso di far emergere con più evidenza la distanza tra i valori di partecipazione e uguaglianza di opportunità propri della scuola pubblica e gli effetti disgreganti della politica del governo.
Non vince la CGIL Scuola contro gli altri sindacati confederali, ma la CGIL Scuola che sviluppa la sua iniziativa per realizzare l'unità dei lavoratori per la scuola pubblica e contro le politiche del governo.
A ben vedere le migliori performance elettorali della CGIL Scuola ci sembrano appartenere a quelle realtà territoriali dove, sulla base del nostro osservatorio, più forte è stato l'impulso unitario: la regione leader del voto alla CGIL Scuola in questa tornata elettorale diventa il Piemonte con il 42,04% e la regione dove la CGIL Scuola compie il balzo in avanti più consistente (+10,67%) è il Veneto. Il Piemonte, ad esempio, è stata l'unica regione in cui tutte le lotte e le iniziative sui tagli delle leggi finanziarie sono state gestite unitariamente e dal Veneto viene la più recente e significativa presa di posizione unitaria sul decreto ciclo primario.
Insomma, ci sembra di poter affermare che la CGIL Scuola vince ovunque ma vince di più dove più opera unitariamente, la cooperazione tra i sindacati confederali su obiettivi condivisi premia più della competizione identitaria.
Un punto da tener ben presente in questa fase, visto che chi ha votato per la CGIL Scuola, e in generale per i sindacati confederali, ora si attende di ottenere risultati concreti sui temi della politica scolastica così come si sono ottenuti in campo contrattuale.
I risultati elettorali, il successo della CGIL insieme alla buona tenuta dei sindacati confederali della scuola, rappresentano una occasione da non perdere per rafforzare la spinta a costruire un ampio fronte unitario che sappia fermare la politica della Moratti e, al tempo stesso, sappia unirsi su una piattaforma di politica scolastica alternativa.
Occorre sfuggire alle tentazioni di onnipotenza, agli spiriti di rivincita e, in generale, al prevalere delle istanze identitarie delle singole organizzazioni: la manifestazione del 29 novembre ha messo in luce l'ampio prevalere di ciò unisce.
Il primo appuntamento urgente è rappresentato dal decreto sul ciclo primario.
I tempi ormai sono molto ravvicinati ed è francamente incomprensibile l'assenza di una piattaforma e di un percorso di iniziative unitarie. Si stanno addirittura raccogliendo le firme per il ritiro per il decreto in modo separato. Manca una richiesta congiunta di immediata riapertura di un tavolo di confronto con il governo. Non è stata decisa una iniziativa unitaria nazionale che affermi in modo chiaro e specifico il no di merito degli operatori scolastici al decreto, l'impossibilità di attuazione dal prossimo anno scolastico, la necessità di confronto e consultazione della scuola reale.


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