Scuola, sciopero unitario il 17 maggio: nessun impegno dal governo su precari e stipendi
Annunciato l’avvio della procedura per la mobilitazione dopo il fallito tentativo di conciliazione al ministero. Si aprirà comunque un tavolo di confronto
Sciopero della scuola il 17 maggio. Lo hanno proclamato, dopo il fallimento del tentativo di conciliazione al ministero i sindacati: Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals con un comunicato congiunto hanno spiegato che non essendo arrivata «nessuna risposta di merito alle richieste avanzate, non essendovi stata peraltro la possibilità di procedere ad un approfondito esame delle questioni oggetto della mobilitazione» ribadiscono la volontà di «procedere alla proclamazione di iniziative di lotta articolate in astensione dalle attività non obbligatorie e in uno sciopero generale di tutti i lavoratori del comparto istruzione e ricerca per l’intera giornata del 17 maggio 2019». In realtà c’è ancora tempo per un ultimo tentativo di dialogo in corso ma la quale i sindacati non danno molte chance: da lunedì si aprirà un tavolo di confronto al massimo livello politico del Miur, ma senza «impegni puntualmente riscontrabili», la mobilitazione non si fermerà.
Le richieste dei sindacati
Le richieste dei sindacati sono di vario genere: si va dalla stabilizzazione dei precari (quest’anno sono circa 200 mila i supplenti, di cui 120mila con cattedra annuale), al contratto di lavoro (i salari degli insegnanti, spiega, sono fra i più bassi d’Europa e la scuola è il settore «meno pagato di tutto il pubblico impiego»), fino al no alla razionalizzazione della scuola con l’autonomia.