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Scuola, primo atto una sanatoria per le maestre diplomate

La misura riguarda circa 50mila insegnanti che non hanno vinto il concorso

07/06/2018
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la Repubblica

Corrado Zunino

In arrivo il decreto del neoministro Bussetti Che intanto studia come aprire una corsia preferenziale per i docenti di religione

Il prudentissimo ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, sta costruendo in silenzio e insieme agli uffici tecnici del Miur - resteranno nella struttura diversi burocrati d’esperienza - il primo decreto scolastico del Governo Lega-5Stelle. Sarà un atto per salvare le 49.199 diplomate magistrali (sono quasi tutte donne) tolte dal ruolo e dalle graduatorie pre-ruolo da una sentenza del Consiglio di Stato resa pubblica - a sezioni unificate - lo scorso 20 dicembre. Le diplomate magistrali erano entrate in classe nelle ultime tre stagioni grazie a ricorsi vinti ai Tar e con sette sentenze singole di Consiglio di Stato. L’ultima, però, ha detto in modo chiaro che con i ricorsi non si può saltare l’ostacolo di un concorso.

Ecco, la Plenaria ha rispedito indietro le maestre diplomate e loro - 5.665 sono già in cattedra, tra l’altro - hanno minacciato scioperi della fame. L’80 per cento è stato assunto o è in graduatoria nel Nord del Paese, bacino naturale della Lega. In campagna elettorale Mario Pittoni, l’esperto scolastico della Lega, ha promesso soluzioni e adesso assicura: « Non prenderemo provvedimenti che aiutino le diplomate danneggiando altre categorie di precari dell’infanzia e delle elementari » . Non sarà facile, ma la costruzione tecnica è questa: 43.534 maestre diplomate saranno inserite direttamente nelle Graduatorie di concorso. Verranno tolte dalle Graduatorie a esaurimento - dove danno fastidio alle storiche precarie - e spostate in blocco nella classifica dove alloggiano i vincitori dell’ultimo concorso, tutti in attesa che si liberi un posto. Le “dm” saranno posizionate subito dopo i vincitori naturali. Poiché nella scuola italiana si assume per metà dai bandi e per metà dalle Gae, l’ingresso definitivo delle diplomate sarà velocizzato, soprattutto al Sud. All’interno di questo blocco, secondo lo schema che si sta affinando in queste ore, saranno sistemate anche le laureate in Scienze della formazione primaria (nuovo ordinamento): sono quattromila. Loro non hanno mai chiesto scorciatoie, solo la certezza di poter partecipare a un bando per l’assunzione, ma la sanatoria sulle “ diplomate” creerebbe un’evidente ingiustizia e, quindi, anche le “laureate in Scienze della formazione” saranno caricate a bordo della nuova sanatoria. Con loro, infine, i cosiddetti “ depennati” dalle Gae: alcune centinaia di precari che non hanno presentato in tempo domanda di inserimento nelle graduatorie. La sistemazione delle diplomate magistrali d’altronde è l’unica certezza che nei primi cinque giorni il ministro Bussetti ha regalato: «Un’urgenza da risolvere», ha detto nel giorno in cui ha preso le consegne da Valeria Fedeli.

La reazione delle storiche Gae (sono 23 mila) si conosce da mesi, scorrendo le pagine social di riferimento trasformate ormai in un conflitto permanente: «Perché le diplomate magistrali devono essere assunte senza un concorso? Stabilizzate i precari storici».

La creazione di questa nuova graduatoria fittizia, senza livelli di merito, senza orali né scritti da passare, è la prima risposta della Lega all’ampio bacino dei precari dell’istruzione che la Buona scuola renziana non ha assorbito o ha respinto. Poi il nuovo ministero passerà alla creazione di percorsi formativi che consentano l’abilitazione di chi oggi è in Terza fascia, quindi alla salvaguardia dei precari con oltre 36 mesi di anzianità - un disegno di legge prevede un’altra corsia preferenziale - e infine ai concorsi su base regionale per fermare gli esodi di docenti dal Sud al Nord. Per stabilizzare i supplenti di scuola, che oggi firmano un contratto a settembre e vengono fermati al giugno successivo, e per aprire il potenziamento dei docenti anche nelle scuole elementari servono nuovi investimenti.

Chiusi gli obblighi elettorali (soprattutto della Lega) utilizzando ogni possibile variante legislativa, il ministro Bussetti, difensore della causa paritaria dai tempi del provveditorato a Milano, è intenzionato a varare un concorso dedicato ai docenti di religione, separato dal bando generale. Su questo fronte non sarà facile ottenere il “sì” dei Cinque Stelle, che all’Istruzione avranno un sottosegretario.


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