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Scuola, meno bocciati e rimandati Ma spuntano le sufficienze rosse

Se il debito cala, aumenta il voto rosso: l'insufficienza che non comporta la sospensione del giudizio ma indica comunque la necessità di studiare di più

12/06/2021
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Il Messaggero

Tempo di scrutini, nelle scuole. E così tra i ragazzi torna la paura di trovare leinsufficienze segnate in rosso in pagella: significherebbe avere una o più materie da recuperare entro settembre o addirittura la bocciatura. Dopo un anno di tutti ammessi, tornano infatti gli scrutini alla vecchia maniera, pre-Covid, anche se quest'anno i segni rossi potrebbero essere meno rispetto al passato. 
PRIMO BILANCIOE' quanto emerge dagli scrutini in corso in tutta Italia. La pandemia, il lockdown e soprattutto la didattica a distanza hanno sacrificato due anni scolastici consecutivi. Gli studenti hanno vissuto due anni complicati e, spesso, studiare non è stato poi così semplice tra i disagi della dad e le assenze. Lo stesso ministero dell'Istruzione, in una circolare sulla valutazione degli studenti, ha chiesto ai docenti di considerare, nei voti finali, l'intero anno di studi sulla base dell'attività didattica effettivamente svolta, in classe o da remoto. Una sorta di invito a concedere ai ragazzi una maggiore morbidezza nei voti, considerando l'emergenza in corso che, peraltro, si trascina da due anni. Le lacune di un anno fa, quando gli alunni furono tutti promossi, ora si stanno sommando a quelle attuali. Ma non ci sarà comunque un picco di bocciati e rimandati. Stando infatti ai primi dati, la tendenza sembra chiara: fino al 2019, nelle scuole superiori, veniva bocciato il 7% degli studenti dal primo al quarto anno, maturità esclusa, ora sono meno. 
«Quest'anno siamo intorno al 5% di non ammessi - spiega Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio c'è stata di certo una maggiore clemenza, perché dobbiamo tenere conto di tutte le criticità vissute dalla scuola. Ma , oltre alle difficoltà, dobbiamo considerare anche che bisogna comunque recuperare lo studio perché le lacune non possono essere trascinate ancora per un altro anno. Ci sono molte sufficienze rosse tra i promossi, vale a dire che si tratta in realtà di lievi insufficienze da recuperare anche se non c'è il debito». I rimandati nel 2019 erano circa il 20%, quindi un ragazzo su 5, quest'anno la quota potrebbe scendere: «Per ora riguardo ai debiti formativi stiamo registrando una media di un ragazzo su sei con un'insufficienza da sanare spiega Cristina Costarelli, preside del liceo scientifico Newton di Roma - non possiamo dare il debito a tutti, altrimenti questi ragazzi passeranno l'estate sui libri e non potranno provare a riallacciare comunque la socialità perduta». 
Se il debito cala, aumenta il voto rosso: l'insufficienza che non comporta la sospensione del giudizio ma indica comunque la necessità di studiare di più: in questi giorni stanno infatti arrivando le lettere dalla scuola alle famiglie per indicare in quali materie ilo studente ha avuto un debito e in quali, pur essendo stato promosso, deve rimettersi in paro. Una possibilità che prima non c'era, segno della disponibilità da parte dei docenti nei confronti dei ragazzi. «Siamo stati maggiormente flessibili anche per quel che riguarda le assenze spiega Domenico Balbi, dirigente scolastico dell'Itsos Stainer di Milano ci saranno delle non ammissioni, che derivano da quelle non applicate un anno fa, ma verranno invece ammessi quei ragazzi che in altri tempi sarebbero stati bocciati per le troppe assenze». La sospensione del giudizio è già, in un certo senso, un aiuto verso gli studenti: «Dando il debito formativo spiega Maria Rosaria Autiero, preside del liceo Amaldi di Roma concedo allo studente più tempo per recuperare: può fare i corsi e rimettersi in carreggiata. Abbiamo 83 classi: i bocciati ci saranno, ci confronteremo con i docenti per capire veramente come sono andate le cose. Alla maturità non sono stati ammessi 3 studenti, con lacune dallo scorso anno». 
MATURITÀMercoledì prossimo, 16 giugno, iniziano i colloqui dell'esame di Stato: fino al 2019 non veniva ammesso alle prove circa il 4% dei ragazzi dell'ultimo anno. Quest'anno, secondo le stime dell'Anp di Roma, si scende al 2%. A quel punto il gioco è fatto: dopo l'esame di norma viene promosso il 99,6% dei candidati. 
Lorena Loiacono 


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