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Scuola, il governo stringe i tempi Scontro sul blocco degli scrutini

La maggioranza prova a chiudere alla Camera per mercoledì I Cobas danno battaglia. Renzi: un gioco sulla pelle dei ragazzi

18/05/2015
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Il Messaggero

ROMA Il governo accelera sulla riforma della scuola e punta ad ottenere il primo via ibera della Camera mercoledì in aula. Le polemiche però non si fermano ed è sempre scontro sul blocco degli scrutini minacciato dai comitati di base, ai quali il garante degli scioperi, Roberto Alesse, ha già fatto sapere che è pronto a valutare, oltre alle sanzioni, anche la precettazione. Ieri è di nuovo intervenuto Matteo Renzi, che conferma la volontà di dialogare, ma nello stesso tempo avverte che esecutivo e maggioranza non hanno intenzione di fermarsi.
ORE DECISIVE
Quella che inizia è dunque una settimana decisiva per il disegno di legge “La Buona scuola”: per il via libera da parte dell’aula il presidente del Consiglio dice però di non voler mettere la fiducia. L’investimento politico sulla scuola per Renzi è altissimo e allora, a “Domenica In”, ha ribadito le sue convinzioni: «Non si gioca sulla pelle dei ragazzi - ha ricordato - chi boicotta i test Invalsi o chi blocca gli scrutini non fa «un bell’esempio di educazione civica».
In questa fase alla finestra rimangono i sindacati confederali che attendono l’approvazione della riforma per fare valutazioni più approfondite. «Viene da chiedersi che senso abbia, in questo momento, assumere come questione centrale del dibattito il cosiddetto blocco degli scrutini, offrendo al governo un comodo diversivo per distogliere l’attenzione dal cuore delle questioni su cui è invece indispensabile - fa notare il leader della Cisl scuola, Francesco Scrima - concentrare attenzione e impegno».
«Ci sono ancora 3 settimane prima che finisca la scuola e da qui in avanti stiamo mettendo in campo, nelle varie regioni, una serie di iniziative - spiega il segretario confederale della Cgil Gianna Fracassi - intanto verificheremo se rispetto a quello che ci è stato detto durante l’incontro con il governo a Palazzo Chigi si riapre uno spazio di confronto prima delle votazioni in Senato sul provvedimento. Se poi la disponibilità all’ascolto manifestata a parole si rivelasse un’operazione fatta per prendere tempo in concomitanza di eventi che con la scuola nulla hanno a che fare per poi chiudere la partita senza concedere nulla, ne trarremo le conseguenze». Intanto, i sindacati diversi dai Cobas continueranno a protestare in tutta Italia, da oggi a mercoledì.
L’INTERVENTO
Nel suo intervento in televisione, Renzi ha ammesso che «sulla riforma della scuola ci sono stati errori di comunicazione per colpa mia», ma ha ribadito: «Mettiamo più soldi sulla scuola che in passato e apriamo alla meritocrazia. E’ finito il tempo del 6 politico». Il premier ha poi confessato di essere stato rimproverato in casa, dopo il suo errore grammaticale nel video sulla Buona Scuola. «Sì, mia moglie con un sms immediato mi ha detto che su “umanista” ho sbagliato».
L’OPPOSIZIONE
Alla reale disponibilità al cambiamento del Governo crede poco Forza Italia, che con Daniela Santanchè attacca Palazzo Chigi: «Sulla scuola Renzi si dichiara disponibile a modifiche, ma crediamo che molto incida il periodo elettorale».
Il disegno di legge pomo della discordia torna comunque oggi all’esame dell’aula della Camera. I parlamentari hanno già dato il via libera agli articoli sull’autonomia scolastica, sul piano dell’offerta formativa, sul curriculum dello studente, sull’alternanza scuola-lavoro, sull’insegnamento nelle carceri e sugli istituti tecnici superiori, sull’innovazione digitale. Al vaglio dei deputati, ora, passaggi cruciali come quelli sul piano di assunzioni e sulle competenze dei presidi.
Massimiliano Coccia


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