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Scuola/ Flc-Cgil: Gelmini ha tenuto nascoste adesioni sciopero

Il 30 ottobre fermati in 670.000: ma Miur non l'ha pubblicato

06/12/2008
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Roma, 5 dic. (Apcom) - La Flc-Cgil si scaglia ancora una volta contro il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini: il motivo è la mancata pubblicizzazione dell'alto numero di adesioni, due lavoratori su tre, allo sciopero generale della scuola svolto lo scorso 30 ottobre.

Al sindacato guidato da Mimmo Pantaleo non è andato giù il fatto che il Miur abbia 'dimenticato' di rendere noti i dati definitivi di scioperanti: "in un Paese normale - scrive la Flc-Cgil - un ministro non direbbe che il mondo della scuola è con lei se contro i suoi provvedimenti scioperano quasi 670.000 lavoratori della scuola".

"In un paese normale - continua il sindacato - il ministero avrebbe comunicato i dati definitivi dello sciopero, anziché fermarsi ai dati provvisori che riguardavano meno della metà del personale. In un Paese normale, quando scioperano i 2/3 dei docenti un ministro potrebbe anche dimettersi".

Nella nota si sottolinea come sul sito ministeriale, da circa un mese, "c'è un resoconto dettagliato e ossequioso degli incontri della ministra Gelmini con docenti, associazioni e studenti. Ricorrono con insistenza due parole che suonano beffarde, "confronto" e "incontro": purtroppo non troviamo quelle che contano, che testimoniano il dissenso del mondo della scuola sul merito e sul metodo dei provvedimenti adottati: 'adesione' e 'sciopero'".

Per i lavoratori della conoscenza della Cgil il 30 ottobre ha rappresentato "una giornata storica", con "la pacifica invasione della capitale con il corollario delle tante manifestazioni che hanno percorso l'Italia" e la "più alta adesione ad uno sciopero della scuola che il paese ricordi": tutto questo avrebbe "dovuto consigliare al ministro ed al governo tutto un ripensamento. Invece niente ".

"Il ministro - continua il sindacato di via Leopoldo Serra - dichiara e ripete di raccogliere consensi ovunque vada. Ci viene un sospetto, nel suo girovagare deve esserle sfuggito di incontrare uno dei 670.000 lavoratori che hanno scioperato, una delle tante mamme che si sono autorganizzate per difendere il futuro dei propri figli, o un gruppo di quegli studenti che gridano con rabbia 'noi la crisi non la paghiamo'".

Per la Flc-Cgil, invece, "la crisi la pagheranno soprattutto loro", gli studenti, "la prima generazione di figli che difficilmente potrà migliorare la propria condizione rispetto a quella dei propri genitori. Il rettore di Harvard ha detto: 'Se credi che l'educazione dei figli sia costosa, prova con l'ignoranza'. Questo governo - conclude il sindacato - l'ha preso in parola".


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