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Scuola, firmato il contratto sulla mobilità degli insegnanti

Un pezzo della Buona scuola di Renzi-Giannini – pensato per dare stabilità didattica agli studenti affidati a insegnanti arrivati da altre regioni, spesso dal Sud – viene tolto di mezzo dalla ministra Valeria Fedeli

01/02/2017
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Corrado Zunino

ROMA - Gli autodefiniti “deportati” potranno rientrare a casa, per il prossimo anno scolastico. Il contratto per la mobilità dei docenti questa sera a tarda ora è stato firmato: c’è l’accordo del ministero con quattro sindacati. Per la stagione 2017-2018 viene congelato l’obbligo dei docenti – tutti, neoassunti e no - di restare per tre anni nella stessa sede. Un pezzo della Buona scuola di Renzi-Giannini – pensato per dare stabilità didattica agli studenti affidati a insegnanti arrivati da altre regioni, spesso dal Sud – viene tolto di mezzo dalla ministra Valeria Fedeli, sindacalista Cgil di lungo corso.

“Lo svincolo è una misura straordinaria”, specifica la ministra, che vuole ribadire la sua fedeltà alla contestata Legge 107. Di fatto, l’obbligo del triennio era stato reso precario dai molti ricorsi al Tar, ai giudici ordinari, dall’utilizzo ampio della cosiddetta “104” (resta a casa chi ha parenti da assistere). E questa conflittualità aveva reso incontrollate le cattedre, disarmante l’esplosione delle supplenze lunghe e brevi.  Dopo l’accordo quadro del Miur con i sindacati di fine 2016, primo atto politico forte della neoministra, l’intesa sulla mobilità ha vacillato a lungo tanto che la data del 26 gennaio scorso, in un primo tempo venduta come quella definitiva, era stata accantonata dopo l’ultimo incontro ministero-sindacati. Tre giorni fa un nuovo riavvicinamento della ministra alle richieste, questa sera Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno siglato le carte. Non ha accettato l'intesa la Gilda, che da subito ha espresso le maggiori perplessità per i "nodi irrisolti". La ministra Fedeli ora dice: “Dobbiamo tutti lavorare per iniziare, senza le difficoltà del passato, il prossimo anno scolastico”. Per Maddalena Gissi della Cisl scuola: “Nell’accordo c’è una semplificazione delle procedure, con un'unica domanda si possono chiedere movimenti per la provincia di attuale titolarità e anche per altre province sia per la mobilità territoriale che per quella professionale".

La mobilità avrà un'unica fase per ciascun grado scolastico e consentirà a tutti i docenti, anche i neo assunti, di presentare istanza. Il personale docente potrà esprimere fino a 15 preferenze: potranno essere indicate, oltre agli ambiti, anche le scuole preferite per un massimo di 5. Questo varrà sia per gli spostamenti all'interno che all’esterno della provincia. E’ rimasto fuori dall’intesa il passaggio dagli ambiti -. la rete di istituti disegnata dalla Legge 107 – alle scuole". 
Ora può partire la contrattazione sull'individuazione dei docenti per competenze, ovvero la famosa “chiamata diretta”. Il governo Renzi non prevedeva alcun passaggio sindacale su questo tema, il governo Gentiloni sì.
 


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