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Riformista: Presidente Prodi, all'università serve più meritocrazia

VENTOTTO DOCENTI CHIEDONO DI RAFFORZARE I SISTEMI DI VALUTAZIONE

10/01/2007
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Il Riformista

APPELLO

VENTOTTO DOCENTI CHIEDONO DI RAFFORZARE I SISTEMI DI VALUTAZIONE
Presidente Prodi, all'università serve più meritocrazia

Signor presidente, come ella certamente sa, tra gli universitari serpeggia una sensazione di smarrimento, a volte orientata verso la delusione più disimpegnata, a volte verso la protesta più sconsiderata, a causa della grande distanza tra le aspettative riposte in questo governo e le concrete azioni che sin qui sono state intraprese. Contemporaneamente, voci autorevoli, ma interessate, promuovono nell'opinione pubblica l'immagine di una università allo sfascio. Non è così, e lei lo sa bene (…).

Noi lavoriamo nell'università e ci crediamo. Sotto vari aspetti l'università italiana si sta sviluppando positivamente e, tenuto conto della scarsità di fondi e dell'obsolescenza del sistema, si sta complessivamente muovendo nella direzione giusta (…). Ma senza risorse non si va avanti. Se in varie sedi, anche governative, è maturata la convinzione che gli investimenti sull'università così come è oggi non siano pienamente produttivi, il dovere del governo sarebbe quello di renderli tali, non di depotenziare ulteriormente l'intero sistema senza distinguere. Anche a nostro avviso esistono nell'università degli sprechi e degli squilibri che un governo riformatore, insieme alle forze universitarie dedicate e progressiste, dovrebbe impegnarsi da subito a combattere.

L'istituzione dell'agenzia per la valutazione è una scelta che condividiamo pienamente (…). Ma l'esperienza dei Paesi che hanno da tempo in atto strumenti di questo tipo ha mostrato che da quando il sistema viene messo a punto a quando esso è concretamente utilizzabile per orientare le scelte finanziarie passano parecchi anni (almeno 3 o 4); gli atenei non possono certo attendere tanto. L'immissione, assolutamente necessaria fin dall'inizio del 2007, di risorse aggiuntive rispetto a quelle previste nella Finanziaria, a partire dalla riconsiderazione della situazione con la trimestrale di cassa, dovrebbe pertanto anticipare alcuni criteri premianti, privilegiando le assegnazioni alle Università che (…) presentino documentati progetti di “miglioramento della qualità” (riduzione di costi, maggiore efficacia ed equità connesse a innovazioni e all'uso più efficiente delle risorse); alla valutazione ex ante dovrà seguirne una corrispondente ex post organizzata in modo affidabile e rigoroso.

Citiamo, al proposito, due esempi concreti (…).

1) L'università può decidere di incentivare per i docenti a tempo pieno l'attività esterna riferibile all'istituzione, in modo che anche gli atenei ne traggano vantaggio (una improvvida norma sul pubblico impiego ha lasciato agli atenei totale discrezionalità nell'autorizzare per essi attività private, in contrasto con l'idea stessa di docente a tempo pieno). (…) Al riguardo, anche il Governo potrebbe utilmente operare dando a tutte le strutture pubbliche un preciso indirizzo: se è ritenuta utile la consulenza di un docente universitario, la si affidi sempre tramite l'istituzione e non a titolo personale.

2) L'università può attuare immediatamente (solo pochi atenei hanno finora provveduto) la norma che impone 120 ore di attività didattica “frontale” ai docenti a tempo pieno (80 ai docenti a tempo definito).

Da questi esempi, che potrebbero essere completati da molti altri, riteniamo appaia chiaro che ciò che chiediamo non è un generico ampliamento delle risorse. Vogliamo che le università e i docenti siano messi in condizione non di lavorare meno, ma di lavorare meglio. Per il raggiungimento di questo obiettivo appare indispensabile rafforzare diverse forme di valutazione, in particolare ex-post, che verifichino la reale attività scientifica e didattica del personale docente e la incentivino attraverso meccanismi di premio/punizione atti a riconoscere sia i meriti di chi si dedica alle attività della propria istituzione (e sono molti) sia i demeriti di chi sfrutta rendite di posizione a fini meramente personali.

Roberto Antonelli (Roma La Sapienza), Gabriele Anzellotti (Trento), Luciano Benadusi (Roma La Sapienza), Giliberto Capano (Bologna), Giuseppe Catalano (Milano Politecnico), Alessandro Cavalli (Pavia), Nino Dazzi (Roma La Sapienza), Antonio de Lillo (Milano Bicocca), Fulvio Esposito (Camerino), Gianni Guastella (Siena), Luciano Guerzoni (Modena-Reggio Emilia), Sergio Lariccia (Roma La Sapienza), Giunio Luzzatto (Genova), Susanna Mantovani (Milano Bicocca), Alberto Martinelli (Milano), Guido Martinotti (Milano Bicocca), Enzo Mingione (Milano Bicocca), Roberto Moscati (Milano Bicocca), Augusto Palombini (C. N. R.), IGiorgio Parisi (Roma La Sapienza), Dino Pedreschi (Pisa), Clotilde Pontecorvo (Roma La Sapienza), Enrico Pugliese (Napoli), Dino Rizzi (Venezia), Paolo Rossi (Pisa), Fabio Ruzzier (Trieste), Bianca Maria Tedeschini Lalli (Roma Tre), Cristiano Violani (Roma La Sapienza).


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