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Riforma scuola valorizza gli insegnanti? Secondo il 92%, NO. Renzi bocciato

I docenti non ci stanno a farsi tagliare lo stipendio secondo il nuovo sistema di scatti stipendiali elargito solo al 66% sulla base di crediti accumulati. A dirlo un sondaggio tra i nostri utenti di FaceBook, ma basterebbe solo il buon senso per comprenderlo

12/11/2014
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OrizzonteScuola

Paolo Damanti

Ieri il Primo Ministro a "Porta a porta": "se ci sono cose che devono essere cambiate noi siamo pronti a cambiare idea". Cominci dal cosiddetto "merito".

I docenti non ci stanno a farsi tagliare lo stipendio secondo il nuovo sistema di scatti stipendiali elargito solo al 66% sulla base di crediti accumulati. A dirlo un sondaggio tra i nostri utenti di FaceBook, ma basterebbe solo il buon senso per comprenderlo.

Certo, ieri il Primo Ministro ha anche detto chiaramente in Tv, a "Porta a porta", che non vuole una scuola nelle mani dei sindacati, i quali comunque hanno presentato ben 300 mila firme che bocciano "La Buona scuola" proprio  sulla modifica proposta relativamente all'abolizione degli scatti di anzianità.

Ricordiamo, infatti, che il sistema proposto dal Governo non stanzia un euro in più per il merito dei docenti, ma propone lo stesso investimento diviso per il 66% dei docenti, lasciando ai "mediamente bravi" (scritto nel testo "La Buona scuola") lo stipendio invariato.

Che i docenti vogliano uno stipendio legato al merito non è un segreto, un nostro sondaggio lanciato nell'ottobre del 2013 aveva dato risultati netti, il 70% aveva risposto positivamente. Ma  il 41% aveva chiesto che il nuovo sistema meritocratico venisse affiancato al sistema di scatti di anzianità e non che lo sostituisse.

Il sistema proposto dal Governo non ha pari in tutta Europa ed obbedisce ad un classico cliché tutto italiano di spaccare il capello in quattro, avviando un sistema "meritocratico" senza sborsare un soldo in più.

Un sistema quello proposto da Renzi che si traduce, a conti fatti, in una perdita per i docenti, sebbene nel testo "La Buona scuola" si elogi la possibilità di guadagni superiori.

Così, in realtà, non è, come è stato ampiamente dimostrato da diverse simulazioni approntate dalla nostra redazione e da alcuni nostri utenti.

Calcoli che dimostrano come un docente neoassunto possa perdere fino a 125mila euro in tutta la sua carriera o un docente già in carriera fino a 88 mila euro, con le donne che saranno le maggiormente penalizzate.

A ciò si aggiunge che nelle intenzioni del Governo c'è la volontà di mantenere il contratto bloccato fino al 2018, data in cui entrerà a regime il nuovo sistema di scatti stipendiali, come chiaramente desumibile da quanto scritto sul testo "La Buona scuola". Blocco che servirà a finanziare l'avvio stesso del nuovo sistema, a proposito di spaccare il capello in quattro. Anche su questo i docenti non sono concordi, bastano a riprova le 300 mila firme consegnate al Premier da parte dei Sindacati.

Renzi dice di voler ascoltare tutti, anche i nonni e gli imprenditori, e di non voler consegnare la scuola nelle mani dei sindacati. Nessuno vuole che la scuola sia nelle mani di qualcuno in particolare, ma se si parla di ascolto e si vuol ascoltare tutti, allora  si cominci dagli insegnanti.


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