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Repubblica-Stranieri più bocciati a scuola

Ricerca del ministero. L'insuccesso scolastico più evidente al Sud. A Nord l'impegno di Comuni e Regioni Stranieri più bocciati a scuola Va peggio alle superiori, un po' meglio alle elementar...

15/01/2005
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la Repubblica

Ricerca del ministero. L'insuccesso scolastico più evidente al Sud. A Nord l'impegno di Comuni e Regioni
Stranieri più bocciati a scuola
Va peggio alle superiori, un po' meglio alle elementari

MARIO REGGIO

ROMA - Come se la cavano a scuola gli studenti stranieri? Nelle elementari, frequentate dal 40% dei 280 mila giovani non italiani, lo scarto è di 3,36 punti in meno rispetto ai loro coetanei. Scarto che sale al 7,06 alle medie e tocca il 12,56 alle superiori. Dove uno studente su quattro viene bocciato o si ritira prima di ottenere il diploma. Sono i dati che emergono dalla ricerca del ministero dell'Istruzione "Insieme al traguardo, indagine sugli esiti degli alunni con cittadinanza non italiana".
Ma la mappa dell'insuccesso scolastico è molto variegata. Gli allievi stranieri ottengono risultati più incorraggianti al Nord, inferiori al Centro e disarmanti in molte regioni del Sud. Un dato è certo. Dove la presenza di studenti extracomunitari è consistente e dove gli investimenti finanziari e culturali sono consistenti, i risultati si vedono. Basta l'esempio dell'Emilia-Romagna, ed in particolare delle Province di Modena, Bologna e Reggio Emilia. Sia alle elementari che alle medie la percentuali di promozioni è ben più elevata della media nazionale. Discorso a parte per le scuole superiori. In primo luogo sono frequentate solo da 45 mila alunni stranieri e di questi il 40% frequenta gli istituti professionali, poco più del 36 gli istituti tecnici e solo un 19 scarso ha scelto la strada del liceo classico, scientifico o magistrale. Un dato colpisce. A Prato, dove gli studenti cinesi sono oltre il 45% degli allievi stranieri, l'insuccesso scolastico è molto alto. Nelle medie il rapporto negativo è del 14.52%. È emerso che molti dei giovani lavorano mentre studiano alle medie inferiori. Il 26% dei ragazzi cinesi ha dichiarato che smetterà di sicuro al termine dei tre anni e solo il 12 spera di frequentare l'università. I loro obiettivi prioritari sono il lavoro e l'assunzione di ruoli di responsabilità all'interno della famiglia. Un fenomeno che stride con l'esperienza inglese, dove da decenni tutte le comunità straniere vengono monitorate, le etnie asiatiche hanno raggiunto livelli d'eccellenza. In testa gli studenti indiani, seguiti dai giovani cinesi.
A casa nostra il dato più inquietante sono gli scarsi risultati scolastici ottenuti in alcune regioni del Sud. Come mai? "I numeri confermano che nelle aree dove è più alta la dispersione scolastica degli alunni italiani il fenomeno contagia anche quelli stranieri - commenta Vinicio Ongini, uno dei ricercatori che ha curato l'indagine - l'importante è l'ingresso nel sistema fin dalla materna, per acquisire presto una solida capacità linguistica. C'è poi un problema che ancora non ha toccato l'Italia ma che è ben presente in Paesi come l'Inghilterra e la Francia. Vale a dire la perdita parziale dell'identità nazionale per i giovani della seconda generazione d'immigrati, una realtà che complica le cose. Dobbiamo prepararci".


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