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Repubblica-Scuola, altre 5 mila cattedre a rischio

Il ministro Moratti indica i posti in esubero nelle superiori in base allo standard delle diciotto ore d'insegnamento settimanale Scuola, altre 5 mila cattedre a rischio I tagli rigua...

10/08/2003
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la Repubblica

Il ministro Moratti indica i posti in esubero nelle superiori in base allo standard delle diciotto ore d'insegnamento settimanale
Scuola, altre 5 mila cattedre a rischio
I tagli riguardano i precari, cambi annuali di prof nelle classi
MARIO REGGIO
SALVO INTRAVAIA


ROMA - Cinquemila e quattrocento cattedre a rischio nelle superiori, che si aggiungono alle 13 mila e 500 già programmate per il prossimo anno scolastico. È l'effetto della decisione del ministro Moratti di portare tutte le cattedre alle 18 ore settimanali. E a pagarla cara saranno come sempre i precari. Il calcolo delle cattedre "in esubero" è stato stilato dal ministero dell'Istruzione e comunicato nei giorni scorsi alle organizzazioni sindacali della scuola.
"È una norma discriminatoria. A fronte di un risparmio di poche decine di miliardi - commenta il segretario nazionale della Cgil scuola Enrico Panini - sono riusciti a mandare in frantumi la continuità nelle classi, a far coesistere classi uguali ma con un numero d'insegnanti diverso, a discriminare gli istituti di periferia, o quelli lontani dal capoluogo di provincia nei quali l'alta presenza di precari ha consentito maggiore licenza di tagliare. Ma questi pesanti costi sociali imposti alla scuola pubblica al ministro Moratti non interessano".
La norma che fissa lo standard di 18 ore a settimana per ogni cattedra contiene una norma di "salvaguardia" per i docenti di ruolo. Non verranno cacciati via ma dovranno andare alla ricerca di un altro posto, magari dividendosi in tre scuole diverse, nella stessa provincia in cui già insegnano. E dovranno accontentarsi dei posti lasciati liberi dopo i trasferimenti di altri colleghi. Per i precari, invece, nulla da fare, dovranno tornare a casa e ricominciare con le supplenze saltuarie.
"È la dimostrazione che il ministro Moratti punta ad una massiccia riduzione degli organici - afferma Andrea Ranieri, responsabile scuola dei Ds - danneggiando la scuola pubblica, impoverendo e rendendo più rigida l'offerta formativa delle scuole".
Cosa succederà in pratica? Ecco un esempio. In un liceo di Milano di medie dimensioni il provvedimento interessa le cattedre di Storia e Filosofia e quelle di Matematica e Fisica. Con la norma "taglia organici" le prime passano da sei a quattro, le seconde da otto a sei.
E le conseguenze? Nella stessa classe gli studenti si troveranno un insegnante nuovo ad ogni inizio d'anno, aumenteranno le classi per ogni docenti e la programmazione didattica verrà compromessa dalla girandola continua dei prof.
Un'altra tegola che cadrà sulla testa dei già bistrattati "precari storici" usciti malconci dalla lunga battaglia con i colleghi delle scuole di specializzazione post-universitarie. Ai primi, infatti, il ministero dell'Istruzione, applicando immediatamente una sentenza del Tar, ha tolto i 18 punti che gli erano stati assegnati dopo un ordine del giorno approvato dal Parlamento che intendeva riequilibrare i 30 agli specializzati. Decine di migliaia di "precari storici" sono ormai alla disperazione perché si allontana sempre di più il sogno di passare di ruolo. "Sono un'insegnante precaria dal 1990 - si sfoga Maria Rita Di Benedetto, catanese - inserita nelle graduatorie permanenti. Il dramma è semplicemente questo: ad ogni cambio di governo corrisponde un cambiamento delle regole, con strascichi legali, ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Noi, i diretti interessati, sottoposti ad uno stress enorme, senza certezze. Le graduatorie sono una specie di girone dantesco, dove regnano la discordia, la divisione, la rabbia e l'esasperazione. Che tristezza vedere la classe docente precaria trattata e ridotta così".


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