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Repubblica-Primo sì alla riforma Moratti

provvedimento passato con 240 voti a favore ora va all'esame della Camera. Critici i sindacati, sciopero dei Cobas il 6 dicembre Primo sì alla riforma Moratti l'inglese fin dalle elementari Il Se...

14/11/2002
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la Repubblica

provvedimento passato con 240 voti a favore ora va all'esame della Camera. Critici i sindacati, sciopero dei Cobas il 6 dicembre
Primo sì alla riforma Moratti l'inglese fin dalle elementari
Il Senato approva, gli studenti annunciano battaglia

Dopo la terza media sarà possibile scegliere tra formazione al lavoro e 8 tipi di liceo
Si comincerà a studiare a cinque anni e mezzo i maestri valuteranno il profitto ogni biennio
MARIO REGGIO

ROMA - Via libera del Senato al disegno di legge delega sulla riforma della scuola. È stato approvato con 124 sì, 90 no e 3 astenuti. A favore hanno votato i senatori della maggioranza, contro l'Ulivo e Rifondazione. Dopo l'approvazione della Finanziaria il disegno di legge approderà alla Commissione Cultura della Camera, poi affronterà il voto in aula. Se non ci saranno sorprese, dopo l'approvazione finale, il governo avrà due anni di tempo per emanare i decreti attuativi della riforma. Critici i commenti di tutte le organizzazioni sindacali. E i Cobas proclamano lo sciopero generale della scuola per il 6 dicembre con manifestazione a Roma. L'Unione degli studenti annuncia un attacco informatico contro il portale del ministero dell'Istruzione: un net-strike con 5 mila visite al giorno e migliaia di e-mail. Poi manifestazioni e sit-in in tutte le città.
Quali sono i punti cardine della riforma Moratti che scatenano tante proteste? Alle elementari a cinque anni e mezzo, e fino a 18 anni nel sistema dell'istruzione. La riforma prevede un percorso comune per tutti fino alla terza media; poi bisognerà scegliere tra scuola superiore, divisa in otto licei, o formazione professionale. Altri punti centrali della riforma sono: la lingua straniera e il computer obbligatori già dalle elementari, valutazione del profitto fatta ogni due anni, e chi non raggiunge il minimo viene bocciato, alternanza scuola-lavoro nella formazione professionale.
Malgrado la procedura d'urgenza alla Camera, già chiesta dalla maggioranza, il disegno di legge avrà vita meno facile che al Senato. I malumori sono già stati resi espliciti dall'Unione di Centro: "siamo profondamente contrari al ritorno al maestro unico alle elementari, anche se vuol chiamare prevalente, non accettiamo alcun ritorno al passato per quanto riguarda i programmi scolastici di elementari e medie". Acque agitate anche tra i deputati di Alleanza Nazionale.
Il ministro Letizia Moratti si dice convinta che la maggioranza reggerà anche a Montecitorio. "La procedura d'urgenza non vuol dire no al dialogo - afferma - lo abbiamo sempre ricercato". Soddisfatto il responsabile scuola e università di Forza Italia: "Si apre veramente una nuova stagione per la scuola italiana e una speranza per il futuro delle giovani generazioni di questo Paese", dichiara Mario Mauro. Una valanga di critiche arriva dall'opposizione. Secondo il diessino Enrico Morando, "il ddl non ha copertura finanziaria, è una palese violazione della legge di contabilità e crea un pericoloso precedente". Il capogruppo dei Ds Gavino Angius lo bolla come "un disegno di legge iniquo e distruttivo, che riporta indietro la scuola e il Paese di 30 anni". Coro unanime dei sindacati. Enrico Panini, segretario Cgil, afferma: "si cancella la scuola della solidarietà, con la legge si riduce la durata dell'obbligo scolastico, un caso unico al mondo". Ma su tutto incombe un inquietante interrogativo: cosa accadrà se diventerà legge la proposta di Umberto Bossi sulla devolution, la prossima settimana in Senato, che prevede scuola, sanità e polizia locale di esclusiva competenza delle Regioni?


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