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Repubblica-Milano-Noi al Parini protestiamo anche senza le barricate

Noi al Parini protestiamo anche senza le barricate RAYMUNDO TREVES Credo che la protesta...

03/12/2005
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la Repubblica

Noi al Parini protestiamo anche senza le barricate
RAYMUNDO TREVES


Credo che la protesta degli studenti debba cambiare. E noi, ragazzi del liceo Parini, in questi giorni abbiamo cercato di farlo, sperimentando una nuova forma di opposizione, diversa dalla tradizionale occupazione autunnale.
Quest'anno abbiamo organizzato una settimana di cogestione, ovvero di informazione. Crediamo che l'informazione sia una buona forma di protesta, perché quando si conosce la realtà, si è anche in grado di criticarla e, forse, di migliorarla. Ma cogestione significa soprattutto che non pretendiamo di agire da soli, ma con l'aiuto dei professori, anche loro parte della scuola.
Nessuno degli organizzatori appartiene al collettivo che, a questo punto, non può più vantare il monopolio della protesta. Anzi, per loro la nostra settimana di informazione non è stata una vera settimana di protesta. La protesta è soltanto l'occupazione, l'autogestione. Ma, per gran parte dei pariniani, l'occupazione è solo un atto di violenza, d'imposizione. Non siamo contro le battaglie che combatte il collettivo, ma contro i mezzi con cui le combattono. Molti studenti si sono stancati di subire violenze, discorsi urlati senza un ragionamento alle spalle.
Ecco come abbiamo costruito la cogestione. La prima ora di lezione è regolare, poi iniziano le assemblee, i film, i dibattiti. Alle porte non ci sono catene, banchi, sedie& non ci sono barricate. Tutti sono liberi di entrare in classe o di andare nella segreteria della cogestione per aiutare a organizzare la giornata. Alle nove iniziano le attività. In aula magna ci sono due assemblee al giorno, ma chi non è interessato può guardare un film o seguire un dibattito. Ogni giornata è a tema. Abbiamo parlato della situazione mediorientale, di Africa e America Latina, ambiente e salute, giustizia e politica italiana, Balcani e Iraq, oggi chiudiamo discutendo di memoria storica. Sono venuti a scuola ospiti illustri che hanno risposto alle nostre domande: giornalisti e scrittori, giudici e preti. Da Gianni Riotta vicedirettore del Corriere della Sera a Don Gino Rigoldi fondatore di comunità nuova e Ilda Bocassini magistrato.
È ormai sabato e possiamo dire che l'esperimento è riuscito. Ogni giorno la partecipazione è stata di 500 ragazzi, mentre durante le occupazioni le assemblee sono vuote, non ci sono interventi, spesso neanche ospiti. Speriamo ora nella futura collaborazione del collettivo per poter creare insieme una scuola nuova, unita. Con una nuova energia per cambiare il mondo.
* studente della III C


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