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Repubblica-L'Università è al collasso

Pagina 24 - Cronaca Gli Stati generali riuniti a Roma. Il presidente della Conferenza dei rettori duro con il governo "L'Università è al collasso" Tosi: "Subito 10 miliardi"....

26/09/2003
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la Repubblica

Pagina 24 - Cronaca
Gli Stati generali riuniti a Roma. Il presidente della Conferenza dei rettori duro con il governo
"L'Università è al collasso"
Tosi: "Subito 10 miliardi". Moratti: "Forse ne avrete uno"
"Pronti al dialogo ma gli investimenti devono essere adeguati alla media europea"
MARIO REGGIO


ROMA -"Senza investimenti il sistema universitario si avvia al collasso. Per passare dallo 0.8 per cento del Pil all'1.2, quindi nella media europea, servono dieci miliardi di euro. Siamo coscienti delle difficoltà economiche, ma non accetteremo dilazioni, il programma di finanziamento per l'università e la ricerca deve partire da questa finanziaria. In caso contrario il governo dovrà assumersi le proprie responsabilità perché gli atenei non saranno in grado di assicurare il servizio pubblico che gli compete". Piero Tosi, presidente della Conferenza dei Rettori, coglie l'occasione dei primi Stati generali dell'università per lanciare l'ennesimo allarme. E se la Crui non riceverà risposte concrete, si arriverà di nuovo alle dimissioni di massa dei rettori? "Noi non minacceremo più niente, faremo e basta". Una risposta criptica, ma nell'ambiente universitario già circola la voce che se nella finanziaria ci dovessero essere solo spiccioli, cosa molto probabile, i docenti passeranno a forme di protesta ancora più eclatanti, come il blocco delle lezioni e della didattica.
Ecco la risposta del ministro Moratti: "Ho chiesto al ministro Tremonti un miliardo di euro per l'università, la finanziaria sarà compatibile con il quadro macroeconomico e con le richieste che arriveranno da parte degli altri ministeri, ma qualsiasi saranno le risorse che riceverò, la maggior parte di esse le destinerò all'università". In attesa che il governo scopra le sue carte, la Conferenza dei Rettori, ha deciso di rendere pubblico il suo manifesto politico. E l'ha fatto nella suggestiva cornice della sala concerti dell'Auditorium progettato da Renzo Piano. Presenti quasi tutti i rettori dei 77 atenei italiani, il presidente del Senato Marcello Pera, i ministri Letizia Moratti, Girolamo Sirchia e Rocco Buttiglione, politici della maggioranza e dell'opposizione, studenti e ricercatori. Il discorso di Piero Tosi - 23 cartelle, 40 minuti per leggerle - è stato interrotto per dieci volte dagli applausi della platea. E chiuso da una "standing ovation". Si è trattato di un'analisi lucida e critica dello stato di salute degli atenei italiani, con chiaro richiamo all'orgoglio del mondo accademico e al suo ruolo insostituibile nella società. Ma non sono mancate autocritiche: ci sono docenti che si credono al centro del sistema, una sorta di concezione tolemaica della conoscenza, mentre devono convincersi che l'università moderna deve rispondere ad una logica galileiana, dove tutte le componenti hanno pari dignità.
Anche lo stato giuridico e i concorsi a cattedra vanno rivisti, ma in una logica di trasparenza e di progresso per elevare il tasso qualitativo degli atenei. Ma il messaggio politico centrale è stato: spesso gli atenei si sono riferiti al ministro di turno in ordine sparso. Adesso alla conferenza dei rettori deve essere riconosciuto un ruolo di punto di riferimento dal potere politico, perché i problemi dell'università e della ricerca si affrontano con prospettive di sistema e comportamenti coerenti da parte dei governi e di chi rappresenta gli atenei italiani. In base a questo principio, afferma Tosi: "L'autonomia non si tocca, per salvaguardarla combatteremo fino in fondo, e se il metodo del confronto è quello che preferiamo non accettiamo improvvisi decisionismi che bloccano il dialogo". Un chiaro riferimento al tentativo del duo Moratti-Tremonti di cancellare l'autonomia universitaria con un decreto ritirato in tutta fretta.


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