FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3792157
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Repubblica-L'ISTITUTO DI FISICA NON ABITA PIÙ QUI

Repubblica-L'ISTITUTO DI FISICA NON ABITA PIÙ QUI

MARIO PIRANI L'ISTITUTO DI FISICA NON ABITA PIÙ QUI Un'aria di mestizia grava sui ricercatori universitari. Avranno qualche euro in più a fine anno come contribuenti ma quanti di meno per...

13/12/2004
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

MARIO PIRANI
L'ISTITUTO DI FISICA NON ABITA PIÙ QUI

Un'aria di mestizia grava sui ricercatori universitari. Avranno qualche euro in più a fine anno come contribuenti ma quanti di meno per i loro studi? Alle denunce, di cui ho dato notizia nelle precedenti rubriche, altre se ne sono aggiunte. Più indicativa fra le altre quella del professor Luca Peliti, docente di Meccanica statistica alla Federico II di Napoli che lamenta la chiusura decisa dal governo dell'Istituto nazionale per la Fisica della Materia, piccola ed efficientissima struttura con 300 dipendenti, per accorparlo al mastodontico Cnr, illudendosi di razionalizzare così le risorse. La cosiddetta "fisica della materia condensata" - come ricorda Peliti - "è il campo più complesso e più ricco di potenziali applicazioni fra quelli che costituiscono la fisica. Senz'altro, la fisica delle particelle elementari, la cosmologia, hanno un fascino più immediato: ma è difficile, per esempio, che la comprensione dei buchi neri o del bosone di Higgs possa portare direttamente a cambiare la vita di ogni giorno.
Invece è bene ricordare che il transistor, la risonanza magnetica, il visore a cristalli liquidi sono nati direttamente da ricerche fondamentali in fisica della materia condensata.
I fisici italiani della materia hanno cominciato già dagli anni ?70 a sentire la necessità di aggregarsi istituzionalmente per potere svolgere le proprie attività nella maniera più efficace. Sulla base dell'esperienza essi hanno cercato di formare un'istituzione efficiente, l'Infm (Istituto Nazionale di Fisica della Materia) che ha visto la luce nel 1994. La struttura che è nata, e che il governo, per mano del ministro Moratti, ha pensato bene di cancellare era caratterizzata da una voluta leggerezza organizzativa al fine di minimizzare il peso burocratico, destinando la massima parte del bilancio a sostegno delle ricerche. Questo comportava che il personale ricercatore, in massima parte, venisse inquadrato esternamente all'ente (soprattutto nelle Università), e che l'ente stesso agisse soprattutto come agenzia per la sovvenzione alle ricerche.
Di conseguenza: a fronte di 300 impiegati dell'ente, il numero di ricercatori che svolgevano attività per l'Infm era di 3500 (soprattutto universitari). La stima dei programmi di ricerca e dei consuntivi veniva fatta ricorrendo a valutazioni internazionali. Un sistema di revisione e di controllo permetteva di modulare i finanziamenti sulla base della produttività delle strutture e dei singoli ricercatori.
Dopo alcuni anni di rodaggio, la struttura era arrivata a un certo grado di efficienza, lodata fra l'altro dallo stesso ministro Moratti: peccato che queste lodi non abbiano condotto alla loro logica conseguenza, cioè a mantenere in vita la struttura. È stato invece deciso di accorpare l'Infm come un Dipartimento del Cnr, con la speranza che la lodevole prassi dell'Infm potesse estendersi per contagio al Cnr. Più o meno la stessa speranza che, versando una bottiglia di barolo in una botte di vino comune lo possa trasformare tutto in prodotto pregiato. In questo processo, l'unica cosa chiara è lo stop alla collaborazione fra Infm e università. I 300 in pianta all'Infm, trasferiti al Cnr, dovrebbero continuare a fare ricerca privi dell'apporto dei 3500 con cui collaboravano fino a quel momento.
Nel frattempo, ci sono stati tentativi per fare ritornare il ministro sui suoi passi ma in Parlamento, in sede di Finanziaria, l'opposizione ha presentato un emendamento che si proponeva di tenere in vita l'Infm e la maggioranza lo ha respinto. Ho seguito da vicino questa vicenda, perché la mia ricerca veniva finanziata quasi totalmente dall'Infm.

Non ho sentito, da parte del governo che ha così sollecitamente disperso un patrimonio culturale e istituzionale faticosamente raccolto, il minimo argomento che rendesse non dico accettabile, ma ragionevole una simile mossa".
Fin qui la lettera del professore. Per documentarmi ho cercato un riscontro nel verbale della recente discussione parlamentare sulla Finanziaria. Ho letto le parole degli onorevole Tocci e Pinotti dell'opposizione e la risposta del sottosegretario Possa. La richiesta del centro sinistra di sospendere lo smantellamento in corso da due anni ma non ancora irreversibile è stata respinta con 249 voti contro 187. Mi hanno colpito alcuni dati non smentiti dal governo: l'Istituto dimostrava grande efficienza ed aveva contribuito a creare 30 nuove piccole aziende specializzate, il 50% degli associati che prestavano la loro opera erano giovani, da quando è iniziato lo smantellamento i brevetti depositati sono diminuiti del 21%.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL