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Repubblica it-"Discriminate i lettori di lingue"Scontro ciclopico tra Italia e Ue

Sta per arrivare all'Italia una multa da 310mila euro al giorno per irregolarità sul nuovo contratto che molte università non riescono a correggere "Discriminate i lettori di lingue"Scontro ciclo...

14/12/2005
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la Repubblica

Sta per arrivare all'Italia una multa da 310mila euro al giorno per irregolarità sul nuovo contratto che molte università non riescono a correggere

"Discriminate i lettori di lingue"Scontro ciclopico tra Italia e Ue

di LUDOVICO FRAIA

I lettori di lingua straniera nelle università? Discriminati nelle università italiane, dicono le istituzioni europee e insistono gli inglesi. Non è vero, rispondono gli italiani. Questo l'oggetto di una guerra ciclopica (e anche molto costosa) in corso prima tra Stato italiano e Commissione europea appoggiata dal Regno Unito - con coinvolgimento di sei università italiane, oltre che del Governo e del Parlamento della Repubblica. Possibilità di risolverla, per ora, pochissime.

Agli atti risulta che in ben sei università (della Basilicata, di Milano, di Palermo, di Pisa, di Roma "La Sapienza" e presso l'Istituto universitario orientale di Napoli) non è stata mai riconosciuta ai collaboratori linguistici, in termini di trattamento economico e previdenziale, l'anzianità di servizio che essi avevano acquisito quando erano lettori di lingua straniera, cioè prima della legge 236 del 1995 che li ha trasformati in collaboratori linguistici, con un'innovazione lessicale non priva di ingegno. In sostanza: sono stati sì assunti con contratti legali, ma come se prima non avessero mai lavorato e come non sarebbe mai potuto succedere a un cittadino italiano.

Una prima condanna per questa situazione l'Italia l'ha avuta il 26 giugno del 2001: la Corte di giustizia (che ha sede nel Lussemburgo, ma prende decisioni vincolanti per tutti i Paesi dell'Unione e quindi anche per l'Italia) ha dato torto all'Italia e ragione alla Commissione (e quindi agli ex lettori). Ma l'Italia non si è adeguata: anzi, per la verità, ha sollecitato le università ad adeguarsi, è intervenuta per cambiare il contratto universitario e perfino ha varato un decreto-legge (poi convertito dal Parlamento) con il quale si imponeva alle università inadempienti di ricostruire la carriera degli ex lettori, assimilandoli economicamente ai ricercatori confermati a tempo definito. Ma il Governo italiano dice che non ci può fare niente se sindacati e università non riescono a mettersi d'accordo sui nuovi contratti.

La Commissione europea, invece, è irremovibile: l'Italia deve adeguarsi e rimuovere chiaramente la discriminazione sulla base della cittadinanza e, se non lo fa, deve essere condannata. Uno scontro ciclopico, in parte inspiegabile e apparentemente senza soluzione: perché, anche se le carte non lo dicono, è probabile - ricorrendo all'italica dietrologia - che qualcuno nel mondo accademico o nelle mafie universitarie si opponga a questa equiparazione totale degli ex lettori. Tanto che l'ultima udienza dello scontro al Lussemburgo il 15 novembre scorso è stata malinconicamente senza novità e la decisione della Corte, che dovrebbe essere nei primi mesi del 2006, non si annuncia benevola.

Ebbene, che succede se l'Italia viene condannata? Una condanna europea - checché se ne possa pensare - non è proprio una grida manzoniana. L'Italia rischia una di quelle terribili sanzioni quotidiane che la Corte di giustizia europea riserva da qualche anno agli Stati meno rispettosi delle decisioni dei suoi giudici: lo Stato membro dell'Unione europeo non si adegua? Bene da oggi dovrà pagare ogni giorno una multa all'Europa fino a quando non ci ripenserà. Una delle prime vittime fu la Grecia, colpita per non aver sanato secondo le regole europee una discarica illegale di rifiuti urbani (compresi oli usati e batterie) nel vallone di un innocente torrente dal nome di Kouruoupitos. Una mancanza di riguardo verso la Corte (e soprattutto verso l'ambiente) costata alla Grecia, dal luglio 2000 al marzo 2001 (epoca di chiusura del sito infernale) la bellezza di 5 milioni e 400mila euro. Soldi che sono stati regolarmente sborsati.

L'Italia rischia una multa molto più pesante (309mila 750 euro al giorno) per aver trattato o, meglio, per aver lasciato che le università trattassero i lettori di lingua straniera come lavoratori di serie B.


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