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Repubblica: Epifani: pensano solo ai tagli così si andrà allo scontro

Il leader della Cgil avverte il governo: la Finanziaria deve scendere sotto i 30 miliardi "Sulle pensioni Maroni meglio di Damiano"

01/09/2006
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la Repubblica

L´INTERVISTA

mai dire mai Uno scontro con Prodi? Mi dispiacerebbe ma non mi imbarazzerebbe Dipende dal governo: mai dire mai...
interventismo Fuori luogo l´interventismo di Almunia. Con il precedente governo non c´è stato
lacrime e sangue Sui giornali escono ogni giorno indiscrezioni, che non possono non essere di fonte governativa, che parlano di lacrime e sangue
ROBERTO MANIA

ROMA - «Se le posizioni restano queste non vedo margini di intesa». Guglielmo Epifani, leader della Cgil, va all´attacco del governo. L´accusa di saper mettere in campo solo una «vecchia politica di tagli» allo stato sociale; di aver smarrito quello spirito riformatore che invece ha permesso un salto di qualità nella politica estera, in quella per l´immigrazione e per le liberalizzazioni. E chiede di ridurre ancora l´entità della prossima Finanziaria perché - spiega - le entrate stanno andando molto meglio del previsto.
L´alleggerimento della Finanziaria da 35 a 30 miliardi non è una buona notizia?
«Certo che lo è. D´altra parte spetta al governo, non al sindacato, indicare le dimensioni della manovra finanziaria. Piuttosto bisognerebbe approfondire meglio il fatto che la crescita delle entrate fiscali è molto più sostenuta di quanto possa apparire. Io non mi stupirei affatto se a fine anno i conti saranno messi ancora meglio».
Per cui si potrebbe scendere ancora, sotto i 30 miliardi?
«Sì, ritengo che l´obiettivo del 2,8 per cento di deficit si possa raggiungere anche con una manovra inferiore ai 30 miliardi».
Potrebbe bastare una Finanziaria da 25 miliardi?
«Non faccio numeri, ma credo che si possa stare sotto i 30».
Ma Padoa-Schioppa ha detto che questo è un limite invalicabile.
«Io ho un´altra opinione. Vorrei aggiungere, però, che trovo incomprensibile la posizione del commissario europeo Almunia. Non si capisce perché abbia sollevato questo problema. La Commissione deve stare attenta all´obiettivo del risanamento, ma spetta al governo italiano definire l´entità della manovra necessaria. Mi pare davvero un interventismo fuori luogo che, per esempio, con il precedente governo non c´era stato».
Almunia teme che si possa abbassare la guardia.
«Una politica di bilancio virtuosa è nell´interesse del Paese. La Commissione non doveva forzare le scelte del governo. Questo è sbagliato, ci vuole più rispetto».
Quindi lei dà ragione Rifondazione comunista e alle altre componenti di sinistra del governo che hanno criticato Bruxelles?
«Io penso che Almunia doveva stare più attento».
Secondo lei il governo ha sbagliato i conti, se in poco meno di un mese ha dovuto correggersi?
«Ho questa impressione. Di certo le condizioni sono migliorate grazie al boom delle entrate».
La destra sostiene che sia merito delle politiche del precedente ministro Tremonti. Lei cosa ne pensa?
«Ci sono più aspetti da considerare. C´è l´effetto annuncio di una politica di rigore sul versante della lotta all´evasione fiscale. Ma anche un fenomeno che riguarda tutta Europa, dalla Germania all´Olanda: quello di una maggiore elasticità tra la crescita del Pil e quella delle entrate fiscali. Quanto a Tremonti, francamente stento a credere che dopo la valanga di errori che ha commesso, abbia indovinato qualcosa l´ultimo anno. Comunque, mentre assistiamo a tutto ciò, con un Pil che finalmente cresce dopo quattro anni, cosa fa il governo? Anziché trasmettere tranquillità al Paese commette l´errore di annunciare una politica tutta di tagli».
Il presidente Prodi ha detto che non ci saranno «lacrime e sangue». Perché non ci crede?
«Perché sui giornali ci sono indiscrezioni, che non possono che uscire da fonti del governo, che parlano di lacrime e sangue. Trovo tutto questo demenziale. Pensi alle pensioni».
Sì, cominciamo a parlarne: lei è favorevole all´aumento dell´età per la pensione di anzianità?
«È stato talmente incauto parlarne in questo modo che di nuovo assistiamo ad una fuga in massa dal lavoro».
Il ministro Padoa-Schioppa ha ribadito che l´invecchiamento della popolazione impone di intervenire.
«Ed è un paradosso: Padoa-Schioppa replica giustamente alle critiche di Giavazzi, e poi fa esattamente quello che chiede Giavazzi».
Cioè?
«I tagli».
In realtà il governo intende legare i risparmi, o i tagli, alle riforme. Non le pare un approccio corretto?
«Dove sarebbero le riforme? Nella riduzione del fondo per la sanità e nell´introduzione dei ticket? Oppure pensi al pubblico impiego dove ci sono poche risorse per i contratti, mentre si parla di bloccare la contrattazione integrativa e il turn over. E gli investimenti in formazione e ricerca? E dov´è la stabilizzazione programmata dei precari? Qui stiamo assistendo ad annunci che richiamano politiche del passato».
Il ministro Turco pensa a introdurre i ticket ospedalieri solo per i redditi alti. Boccia o promuove questa proposta?
«Non abbiamo mai condiviso la politica dei ticket. Non si affrontano così i problemi della sanità».
Il perno delle politiche per lo sviluppo sarà rappresentato dal taglio di cinque punti al cuneo fiscale e contributivo. Prodi ha detto che i due terzi dei benefici andranno alle imprese e il resto ai lavoratori. È d´accordo?
«No. Il 40 per cento deve andare ai lavoratori».
Torniamo alle pensioni. Non mi ha detto se è favorevole all´innalzamento dell´età. Negli ultimi tempi sembrava che il sindacato avesse abbandonato i pregiudizi.
«Vale quanto ho detto prima. Ma si può pensare di riformare la riforma in 20 giorni? Ma dove si fa così? Il confronto sulla riforma Dini andò avanti per un anno e mezzo. So bene che c´è da mettere mano a tante cose: dall´equità intergenerazionale alla lotta ai privilegi, al tema dei contributi. E poi dov´è finita la riforma degli ammortizzatori sociali?».
D´accordo, ma la proposta del governo è quella di alzare l´età. Lei è a favore?
«Confermo la mia tesi: mentre ci sarebbero da affrontare i nodi della riforma, la discussione si concentra sull´età, cioè sui tagli».
Il governo ha garantito che cambierà lo "scalone" introdotto da Maroni. Non lo chiedeva anche il sindacato?
«Ma ci ha pensato il ministro Padoa-Schioppa che l´innalzamento dell´età è alternativo, e non complementare, al meccanismo dei disincentivi a abbandonare il lavoro? Se si mette assieme l´innalzamento dell´ età e i disincentivi, la proposta di questo governo finisce per essere peggiore dello "scalone" di Maroni. Avevo detto che il sentiero per la Finanziaria era stretto e ora non posso che confermarlo. Serve un confronto trasparente al quale il governo deve presentarsi con una voce sola».
La Cgil si sta preparando alla mobilitazione contro un governo di centrosinistra?
«Ci stiamo preparando a un confronto che non sarà facile».
Ma l´imbarazza l´ipotesi di un scontro con Prodi?
«No, ma mi dispiacerebbe».
È un´ipotesi che esclude?
«Dipende dal governo. Ma mai dire mai...».


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