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Repubblica: Epifani: "La svolta non è arrivata argomenti giusti, ma pochi soldi"

Il leader Cgil: confermato lo sciopero del 12 dicembre

29/11/2008
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la Repubblica

Dipendenti ignorati
Ora manovra keynesiana
Bene sugli straordinari

Non c´è nessun beneficio per i lavoratori dipendenti e per i collaboratori con partita Iva: così effetti nulli sui consumi
Eravamo i soli a criticare la detassazione degli straordinari, ora il governo ci dà ragione: sarà così anche sul resto
L´esecutivo si limita all´ordinario, ma cresce il fronte di chi chiede una manovra espansiva. Anche Confindustria è sulla nostra linea

LUCA IEZZI

ROMA - «Ci riserviamo di leggere bene il testo prima di esprimere un giudizio, ma con il decreto il governo ammette due cose: di aver sottovalutato la crisi con la Finanziaria di giugno, che anzi deprimeva la crescita con i tagli agli investimenti e nei servizi pubblici, e che l´impostazione della Cgil sugli interventi da realizzare è quella giusta. I titoli del decreto sono gli stessi del nostro ragionamento, ma la risposta non corrisponde alla portata della crisi e non interviene strutturalmente sulle difficoltà delle famiglie, dei pensionati, dei lavoratori e di chi perderà il posto».
Il giudizio della Cgil sulla ricetta anti crisi del governo rimane negativo, ma il segretario Guglielmo Epifani non considera chiusa la partita, visto che le difficoltà economiche non spariranno e il sindacato continuerà a chiedere, a cominciare dalla manifestazione del 12 dicembre, interventi più incisivi. «Le risorse sono poche - insiste Epifani - ma quel che più grave è che non si risolve il problema del lavoro dipendente e dei ceti produttivi: una famiglia di operai, d´insegnanti o del settore dei servizi non trova nessun beneficio in questo decreto. I collaboratori con partita Iva altrettanto. In più non sono interventi strutturali ma una tantum. Questo non ricreerà la fiducia e gli effetti sulla domanda di consumi saranno scarsi e quindi non si ridurranno gli effetti della crisi. È la strada opposta a quella scelta dal resto d´Europa: in Francia, Spagna e Inghilterra si è deciso per forti interventi fiscali e di redistribuzione».
Lo sciopero generale del 12 dicembre è confermato? Già l´accusano di portare avanti una protesta su un argomento già chiuso.
«Riuniremo la segreteria lunedì per un analisi approfondita: se, come credo, emergerà che questa è una mancata svolta, confermeremo la nostra lotta per spingere il governo ad una scelta più decisa. Sottolineo che la nostra è una posizione negoziale: quando criticavamo la detassazione degli straordinari eravamo soli, quando abbiamo sottolineato l´inopportunità della proroga eravamo soli, oggi il governo ci dà ragione ritirandola. Tra qualche mese anche il governo capirà che senza interventi sulla domanda non se ne uscirà mai. Noi continueremo a ripeterlo fino ad allora».
Deficit e debito pubblico rendono davvero così risicati i margini di manovra, come ricorda il ministro dell´Economia?
«Condivido e non sottovaluto le preoccupazioni di Tremonti, ma la fiducia si ricrea solo con la coesione sociale, con una politica economica che accompagni lavoratori e imprese, invece l´esecutivo alimenta l´incertezza tagliando ulteriormente i servizi pubblici. Cosa succederà alle entrate fiscali se realmente il Pil 2009 scenderà dell´1%? Decideranno altri tagli? Ridurremo ulteriormente il tenore di vita degli italiani aspettando che l´Europa riparta? Invece le risorse per una manovra keynesiana ci sono: per la prima volta la Commissione Ue dice che si può superare il 3% di deficit e per un grande debitore come l´Italia, la riduzione dei tassi Bce porterà a notevoli risparmi nella spesa per interessi».
Non salva proprio nulla?
«Non si può negare che qualcosa c´è: i mutui collegati al tasso Bce, l´intervento a favore degli indigenti e per i pensionati single. Non dirò mai che 30-40 euro al mese sono "spiccioli", non l´ho fatto quando li concesse il governo Prodi e non lo faccio ora. Il problema è che l´esiguità delle risorse porta anche a risultati paradossali: i pensionati che vivono da soli avranno un beneficio, quelli sposati probabilmente no, perché sommano i loro redditi. Alcuni precari avranno gli ammortizzatori sociali, altri no. Mi sorprende che un governo che dice di parlare soprattutto ai ceti produttivi del Centro Nord finisca per ignorarli nel momento di difficoltà»
Quanto denaro bisognerebbe mettere in campo per ottenere risultati visibili?
«Io ho chiesto una manovra dello 0,7% del Pil all´anno, ma si può arrivare all´1%, sta crescendo il fronte di chi chiede un intervento espansivo: ho apprezzato la richiesta di Confindustria sulla necessità di una manovra da 14 miliardi di euro. Il presidente della Commissione Ue Barroso ha detto: "Crisi eccezionale, soluzioni inedite", io avevo usato l´espressione: "Crisi straordinaria, soluzioni straordinarie". Siamo lì. Invece il governo si limita all´ordinario e non aiuta il paese. Tutto è provvisorio, non c´è la costruzione di un progetto di redistribuzione, si dà qualcosa secondo criteri dettati dal momento»
Di solito il ministro Tremonti è accusato del contrario: troppa creatività nelle questioni di finanza pubblica. È cambiato?
«La sua creatività viene fuori leggendo il decreto, ma messa al servizio di una certa rassegnazione, per sfruttare le risorse già disponibili senza coraggio, spero che riflettendo possa cambiare opinione».


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