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Renzi a muso duro: sul merito degli insegnanti non decidono di certo i sindacati!

Lo ha detto a Porta a Porta, sottolineando come "il sindacato non è che non debba dire la sua, ma non deve decidere". Parole che non faranno piacere ai rappresentanti dei lavoratori, che tra l'altro erano già pronti allo sciopero. Dal premier arriva anche la prima ammissione sul modesto interesse della cittadinanza sulla ‘Buona Scuola’: speravo che il programma fosse più apprezzato e più gioia di partecipare. Edilizia: 3 miliardi per sistemare tutto

12/11/2014
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Il rapporto tra il Governo e i sindacati sembra destinato a diventare sempre più turbolento. Almeno questa è la netta sensazione, dopo aver ascoltato il premier Renzi mentre parlava di scuola a Porta a Porta l’11 novembre.

"Chi può parlare della scuola? Tutti. Voglio che la gestione della scuola non sia in mano solo ai sindacati della scuola. Voglio che un genitore un nonno, una persona che si occupa di impresa, di volontariato possa dire la sua sulla scuola", ha detto il presidente del Consiglio, sottolineando anche come "il sindacato non è che non debba dire la sua, ma non deve decidere" sulla questione del merito degli insegnanti. Questione sulla quale però proprio i rappresentanti dei lavoratori, anche i Confederali, hanno tante perplessità. Tanto di essere sul punto di proclamare lo sciopero già nel mese di dicembre. E queste parole del premier sembrano spingere perché questo avvenga.

Renzi ha aggiunto che sulla scuola la "proposta fatta è un lavoro difficile e lungo", la scuola "è il punto centrale, è più importante di tutto il resto" e "speravo che il programma sulla scuola fosse più apprezzato, mi aspettavo più gioia di partecipare", ammette per la prima volta, ormai a sole 72 ore dal termine della fase di consultazione della cittadinanza sulle linee guida di riforma della scuola.

Il premier, infine, ha parlato di edilizia scolastica, sostenendo che "ci vogliono 3 miliardi per rimettere a posto tutto. Vediamo se il piano da 300 miliardi di investimenti Ue sarà serio" mentre "sul dissesto idrogeologico non abbiamo grandi preoccupazioni economiche ma burocratiche".


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