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Prestiti agli studenti del Sud: ce lo chiede l’Europa (e comunque è colpa della Fedeli)

Gli studenti di Link hanno lanciato l’allarme, confermato da un articolo de Il Fatto Quotidiano. Il Governo del cambiamento si appresta a lanciare i prestiti d’onore per studenti universitari del Sud

13/06/2019
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ROARS

Gli studenti di Link hanno lanciato l’allarme, confermato da un articolo de Il Fatto Quotidiano. Il Governo del cambiamento si appresta a lanciare i prestiti d’onore per studenti universitari del Sud. Il sogno della Gelmini, di Ichino e Terlizzese  troverà realizzazione, anche se solo in una parte del paese. Non sappiamo ancora in quale forma, né con quali regole. Sembra che gli uffici del viceministro Fioramonti siano in imbarazzo. E si difendono dicendo che si tratta di un progetto ereditato dalla Ministra Fedeli e che in ogni caso ce lo chiede l’Europa. E se ce lo chiede l’Europa, il governo del cambiamento non può che obbedire, anche se i prestiti agli studenti non erano nel contratto di governo. Tanto si parla di 8000 studenti del Sud, mica di MiniBot.

Gli studenti di Link hanno lanciato l’allarme, confermato da un articolo del Fatto Quotidiano. Il Governo del cambiamento si appresta a lanciare i prestiti d’onore per studenti universitari del Sud. Il sogno della Gelmini, di Ichino e Terlizzese troverà realizzazione, anche se solo in una parte del paese. Non sappiamo ancora in quale forma, né con quali regole.  La lunghissima discussione degli scorsi anni che aveva contribuito ad allontanare questa ennesima pessima riforma, appare ormai dimenticata. E si ricomincia daccapo.

Pare che la questione imbarazzi un po’ il Movimento Cinque Stelle. Si legge sul Il Fatto Quotidiano che “si tratta di un progetto ereditato dal Ministro Fedeli” e che

“Negli uffici del sottosegretario Fioramonti, l’idea di finanziare i prestiti non era proprio la benvenuta. A un certo punto hanno però dovuto decidere: non fare nulla avrebbe voluto dire perdere i soldi europei.”

Dal che si ricava che negli uffici del sottosegretario si preferisce prendere soldi per una pessima politica, piuttosto che rinunciare a quella politica. Siamo ad una versione “imbarazzata” del “ce lo impone l’Europa” dei governi che hanno preceduto il governo del cambiamento.

Ad essere imbarazzato dovrebbe essere anche il Ministro Bussetti che, circa un anno fa, commentando il lancio da parte del MIUR di un sondaggio sui prestiti d’onore, dichiarava alla Stampa che “non era una sua iniziativa” e che comunque non era sua intenzione introdurre il prestito d’onore.

Evidentemente il Ministro ha cambiato idea. E noi non dubitiamo che al MIUR ci sia chi si frega le mani nel vedere finalmente realizzata una politica che riuscirà a sottoporre alle regole della finanza anche gli studi universitari anche in Italia, come al solito in ritardo e dopo che quella politica si è dimostrata già fallimentare pressoché ovunque. A fregarsi le mani ci sono anche, ovviamente, anche gli intermediari finanziari che saranno prescelti dal MIUR per l’attuazione della misura e che vedranno aprirsi un nuovo e lucroso business. Ed a pagare saranno le famiglie e gli studenti del Sud.


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