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Per rimediare si taglieranno i fondi agli istituti

Si chiama miglioramento dell’offerta formativa, la sigla è Mof, ed è da qui che saranno prelevate gran parte delle risorse economiche per pagare lo scatto d’anzianità agli oltre centomila, tra insegnanti e ausiliari della scuola, che lo avevano maturato nel 2012

09/01/2014
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Il Messaggero

I CONTI
ROMA Si chiama miglioramento dell’offerta formativa, la sigla è Mof, ed è da qui che saranno prelevate gran parte delle risorse economiche per pagare lo scatto d’anzianità agli oltre centomila, tra insegnanti e ausiliari della scuola, che lo avevano maturato nel 2012. Il Mof racchiude quelle risorse che vengono utilizzate dalle scuole per le attività extra didattiche (dai corsi di teatro e musica allo sport), per il pagamento delle ore di supplenza, per i docenti che rivestono particolari ruoli nelle scuole, per le retribuzioni accessorie degli insegnanti e per il Fondo di istituto (il Fis). È il Mof la voce che verrà inevitabilmente penalizzata dal dietrofront del governo? La somma è stata già individuata dal ministero dell’Istruzione (Miur), d'intesa con il ministero dell’Economia (Mef). Per la copertura degli scatti di anzianità del 2012 sono necessari circa 380 milioni di euro, lo stesso importo dell’anno precedente. Di questi, quasi 100 milioni verranno coperti dalle economie ottenute con i tagli agli organici. Una legge dell’allora ministro Tremonti, che per la prima volta ha previsto il blocco degli scatti, fissava che il 30% di queste risorse sarebbero dovute andare a coprire proprio gli scatti di anzianità.
UN MARGINE DI PRECAUZIONE
La restante parte, circa 280 milioni di euro, viene coperta dal Mof. Mof che complessivamente ammonta a 980 milioni di euro per questo anno scolastico. E proprio per coprire questa spesa, fino ad ora ai presidi è stata assegnata solo la metà dell’importo disponibile. Una precauzione per avere un margine di disponibilità nel caso la trattativa all’Aran con i sindacati diventasse più onerosa del previsto. La trattativa dovrebbe essere conclusa a breve. Proprio a fine dicembre, infatti, il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha firmato l’Atto di indirizzo da portare sul tavolo del confronto con i sindacati.? «Questo spiega il paradosso del recupero che si stava facendo sugli scatti – commenta Rita Frigerio della Cisl scuola –. Le risorse ci sono. Si trattava solamente di avere pazienza e di chiudere la trattativa».
IL BLOCCO DI BERLUSCONI
A bloccare per la prima volta la progressione economica degli stipendi degli insegnanti è stato il governo Berlusconi, nel 2010. Stipendi fermi per tre anni, fino al 2012. Anche se poi gli scatti vennero comunque pagati dopo un tira e molla con i sindacati. Nel 2010 l’operazione costò circa 300 milioni di euro. Recuperati tutti dalle economie derivanti dai tagli agli organici. L’accordo per il 2011 fu trovato ricorrendo all’Aran, ma con la Flc Cgil che prese le distanze. Perché per coprire i 380milioni di euro di costo dell’operazione si fece ricorso al Mof. La scuola, così, è sacrificata sempre.
A. Cam.

 


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