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Nuovi servi della gleba

Dal Manifesto - posta e proposta Sono un (adulto) professore di lettere, abilitato con l'ultimo concorso a cattedre. Mi preme sottolineare adulto perché una sorta di "eugenetica" soft esiste anche...

24/10/2001
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Dal Manifesto - posta e proposta

Sono un (adulto) professore di lettere, abilitato con l'ultimo concorso a cattedre. Mi preme sottolineare adulto perché una sorta di "eugenetica" soft esiste anche nel nostro regime. Basti solo pensare che, per quanto riguarda la posizione, nelle graduatorie del concorso, a parità di voto, il più giovane ha diritto di precedenza sul più vecchio.
Sono stato convocato, nel mese di settembre, da una scuola privata laica. A me sembrava una scuola seria. Infatti, il regolamento interno stabiliva che ai ragazzi - che pagano milioni l'anno - se non fossero stati studiosi, non sarebbe stato regalato (utopia!) loro il diploma.
Anche se il contratto stabiliva, in modo legale, una paga inferiore a quella di una donna delle pulizie (15 mila lire l'ora!), ho pensato: "anche se lavoro gratis va bene ugualmente, infatti sono i punti che mi interessano. Ho 40 anni e se mai lavorerò con lo stato, passeranno secoli; quest'anno, peraltro, c'è anche la parificazione del punteggio. Quindi accetto.".
Il terzo giorno di scuola, dopo due ore e mezza di lezione con una classe di "belve", mentre cerco di parlare del "Purgatorio" di Dante a chi non sa nemmeno cosa sia una cantica o una terzina, entra in "aula" uno del clan mafioso per prendere nota sul registro dei nuovi arrivati (tanti, troppi!). Nel frattempo vengo a sapere, da alcuni ragazzi, che non solo avrei dovuto insegnare loro il programma del quarto anno ma anche quello del quinto. Poiché, durante il colloquio, non ne ero stato informato, ho l'ardire di dire in classe: "Se è così, allora mi devono pagare di più". Terminata la lezione vengo licenziato perché è grave fare delle affermazioni di questo tipo davanti ai ragazzi.
Il contratto prevedeva che, in un mese lavorativo, avrei guadagnato 800 mila lire. Malattia, feste e giorni festivi non sarebbero stati retribuiti. Insomma, a parità di responsabilità con un professore statale e, forse, con una mole di lavoro maggiore, per fare un esempio, nel mese di dicembre avrei percepito 400 mila lire. Alcune mie colleghe mi hanno detto che, nelle scuole cattoliche, questo non succede. Ma quale scuola cattolica assumerebbe mai un libero-pensatore, comunista-democratico, non credente e molto critico nei confronti della politica del Vaticano?
Io so solo che lo stato e i sindacati permettono che ciò accada, che noi, extracomunitari italiani, non siamo tutelati da alcuno, che siamo i nuovi servi della gleba, in balia dei caporali e della disperazione.


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