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Mobilità 2017, i sindacati (ri)tentano di smontare la chiamata diretta: torniamo al contratto!

Altro che aprire la chiamata diretta a tutti, lasciandola gestire ai presidi: dopo gli errori della scorsa estate, nel 2017 andrà limitata al massimo la titolarità su ambito e sarà comunque contrattualizzata

09/11/2016
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Altro che aprire la chiamata diretta a tutti, lasciandola gestire ai presidi: dopo gli errori della scorsa estate, nel 2017 andrà limitata al massimo la titolarità su ambito e sarà comunque contrattualizzata.

La doppia richiesta è giunta dai sindacati al Miur l’8 novembre. Nel giorno della riapertura della trattativa sulla nuova mobilità, le organizzazioni sindacali sembrano quindi fare la voce grossa. Anche perché la via della concertazione e del dialogo l’estate scorsa non portò a grandi risultati: dopo l’inaspettata rottura di luglio, quando sull’introduzione dei requisiti da chiedere per la chiamata diretta, da parte dei dirigenti scolastici, i rappresentanti dei lavoratori lasciarono il Miur indignati. Senza più tornarvi, se non per incontrare, nel mese di ottobre, il ministro dell’Istruzione.

A seguito dell’incontro con Stefania Giannini, si sono quindi venute a ricreare le condizioni per l'avvio della contrattazione sulla mobilità del personale.

All’incontro preliminare dell’8 novembre, però, non c’era Giannini: per il Miur hanno partecipato alcuni dirigenti del Dipartimento dell’Istruzione, della Direzione del personale e del gestore del sistema informativo.

I sindacati hanno subito posto le loro condizioni: stavolta non attenderanno i temporeggiamenti dell’amministrazione. La Uil Scuola, ad esempio, ha chiesto “la definizione di procedure oggettive per il passaggio dei docenti da ambito a scuola”, che “deve essere oggetto di negoziazione e deve trovare definizione nell'ambito del contratto della mobilità”.

“Le due questioni – continua il sindacato guidato da Turi - devono essere trattate congiuntamente, all'interno dell'accordo stesso, proprio per dare seguito all'esigenza condivisa di (ri)dare stabilità al sistema”.

Sempre per la Uil, “l'attuale trattativa non può non tener conto delle conseguenze e degli errori che si sono registrati nella precedente fase di mobilità, a seguito dell'algoritmo sbagliato, che ha determinato una situazione di diffusa illegittimità”.

“Illegittimità ed ingiustizie a cui il MIUR non è stato capace di porre rimedio.  Addirittura, le procedure di conciliazione del Miur non hanno fatto altro che consolidare le ingiustizie e crearne di nuove, sottraendo posti ad altri legittimi aspiranti. Per questi motivi la Uil ha chiesto, più volte e in ogni sede, il rifacimento di tutta la procedura per restituire le posizioni giuridiche spettanti agli aventi diritto”.

Mercoledì 9 novembre potrebbe essere già il giorno del nuovo corso. O della rottura, dopo poche ore dalla ripresa delle trattative: “sulla base delle risposte che l'amministrazione si è riservata di dare, saremo in grado di stabilire se il negoziato potrà proseguire positivamente o si andrà verso una fase di contenzioso più accentuato”, ha messo le mani avanti il sindacato.

Anche la Cisl Scuola sembra avere le idee chiare, visto che ha chiesto delle “soluzioni agli errori commessi” sul fronte dei tanti trasferimenti errati” e ancora in fase di verifica per non pochi casi; la Cisl ha quindi chiesto “una profonda riflessione sulle rigidità introdotte dalla legge 107”, oltre che “la garanzia del rispetto delle previsioni contrattuali, anche assicurando la massima trasparenza delle procedure del sistema informativo”.

“Al termine dell’incontro – ha concluso il sindacato che ha come leader Lena Gissi - è stato concordato, al fine di cercare di scongiurare le lungaggini e i "blocchi politici" che hanno condizionato il confronto dello scorso anno, di definire nel pomeriggio di domani i principali “nodi” che saranno avanzati dalle organizzazioni sindacali e dall’Amministrazione”.

Anche la Flc-Cgil ha ribadito lasua posizionein ordine alrifacimento delle operazioni di mobilità 2016/2017 e alsuperamento dei “blocchi” imposti dalla Legge 107/15 sulla scuola. “Essi hanno determinato un’applicazione fallace del CCNI, tanto da spingere i sindacati scuola a portare il Miur davanti a giudici, presentando ben tre ricorsi”.

“La ripresa del confronto – ha detto la Flc-Cgil - è sì un dato positivo, ma abbiamo chiesto al MIUR di fare“diagnosi” rispetto all’esperienza passata persuperare, tramite il prossimo CCNI,tutte le iniquità e le ingiustizieintrodotte dallalegge 107/15. Ripristinare la piena operatività della funzione contrattuale è la via maestra pertutelare i diritti delle persone e perassicurare qualità all’organizzazione scolastica”.


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