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Messaggero: Vertecchi: "Per le scienze importeremo prof dall'estero"

intervista

27/12/2007
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Il Messaggero

ROMA - Professor Vertecchi, sta per iniziare un esodo che dovrebbe portare al ricambio generazionale dei docenti. Che cosa ne pensa?
«Il ricambio è una esigenza, ma dove li andremo a prendere i nuovi docenti non è affatto chiaro. L’università sforna meno laureati del necessario, dunque non riesce a coprire i vuoti soprattutto nei settori più sguarniti, mi riferisco a quelli scientifici. Stiamo ancora versando calde lacrime sui dati dell’ultima indagine Pisa e se guardiamo allo stato delle facoltà scientifiche ci accorgiamo di essere messi molto male, eppure, già da dieci anni, l’Italia sa di avere carenze gravi». All’intervista risponde il pedagogista Benedetto Vertecchi, uno dei maggiori esperti di scuola.
Significa che dopo avere importato gli ingegneri importeremo anche i docenti?
«Se non riequilibriamo le nostre università non ci sarà scampo, dovremo importare dall’estero. Però attenzione, noi abbiamo un problema di lingua. Stati Uniti e Inghilterra, che hanno avuto analoghe esigenze, hanno attinto dagli ex Paesi in via di sviluppo perché sono in grado di fornire buoni insegnanti nelle materie scientifiche».
Da quali Paesi hanno attinto Usa e Gran Bretagna?
«Soprattutto dall’India, grande serbatoio di matematici e laureati in fisica e chimica. A causa della crisi delle scienze che ha colpito tutto il mondo occidentale anche la Francia ha pescato dai Paesi di lingua francofona in via di sviluppo. Ma noi? Ancora non si sa come ci organizzeremo per fare fronte a questo ricambio epocale. Per ora sono pessimista perché vedo che non sta succedendo nulla. Nella scuola c’è l’esigenza di profili che non produciamo in misura sufficiente. Già ora in molte direzioni regionali (ex provveditorati) fanno fatica a coprire i posti. Nei prossimi anni andrà peggio».
Secondo lei che cosa ha allontanato i giovani dalla scienza?
«Nelle società occidentali la crisi della ragione ha ridotto lo spazio della scienza, a vantaggio dell’irrazionalità e della magia. E’ un problema di cultura. E poi c’è l’effetto della tv che ha prodotto la regressione delle competenze verbali».
Porterà dei vantaggi il ricambio?
«Potrà immettere energie fresche, ma non ne farei una questione di generazione. La qualità non dipende dall’età anagrafica di chi sale in cattedra, ma i docenti sono stanchi, disillusi, negli ultimi venti anni hanno lavorato in condizioni impossibili».
A. Ser.


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