Messaggero-"Si torna al vecchio sistema classista"

LE ACCUSE
"Si torna al vecchio sistema classista"
Cgil, Cisl e Uil: aumentano le disuguaglianze, titoli non spendibili in Europa
ROMA - I sindacati sparano a zero. "Sono almeno tre - sostiene il leader della Cisl, Francesco Scrima - i grandi rischi. Se il decreto resta inalterato darà ai giovani delle nuove generazioni un'esperienza scolastica non incisiva, di cui non è rilevabile lo spessore culturale, ma che già si caratterizza per la frantumazione gerarchica dei percorsi di studio. Conseguenza, la scelta precoce dell'indirizzo di studi, prima ancora di aver definito i profili educativo-culturali degli studenti". Problemi anche per "gli standard di istruzione minimi" e per la "spendibilità dei titoli e delle qualifiche professionali nel nostro Paese e in Europa".
Critiche anche dalla Uil e dalla Gilda. Dice quest'ultima: "Inaccettabile la cancellazione degli istituti tecnici". Un "no" secco alla riforma della secondaria che "spacca la scuola fra istruzione liceale, propedeutica all'università, e istruzione professionale, finalizzata al lavoro" viene dalla Cgil scuola dopo l'incontro di ieri. "Sono trascorsi ben due anni - affermano il segretario nazionale della Cgil Fulvio Fammoni e il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini - dall'approvazione della legge Moratti sulla scuola e il Governo non ha ancora una proposta sulla secondaria superiore. È urgente che venga reso noto un articolato chiaro, preciso e completo. Chiediamo che sulla proposta il Governo apra un confronto formale con le forze sociali e che il mese di marzo venga impegnato in una consultazione vera e puntuale di tutte le scuole". "Se la linea è quella indicata - continua la Cgil - aumenteranno le disuguaglianze nel nostro Paese e il gap che ci separa dal resto d'Europa".
A. Ser.