Messaggero-Petri: "Studenti in calo vistoso quanto a cultura e impegno"

Petri: "Studenti in calo vistoso quanto a cultura e impegno"
ROMA - "La scuola italiana? Un male quasi incurabile". Così Romana Petri, scrittrice, traduttrice e insegnante di lingue alle scuole superiori, racconta la sua esperienza diretta, dopo anni di insegnamento in cattedra. "Tra i difetti maggiori ci sono i cosiddetti debiti - spiega - finti spauracchi che non invogliano assolutamente l'alunno a studiare e a recuperare realmente la propria formazione in determinate materie".
Si stava meglio, quindi, nell'era pre-Riforma? "Sicuramente, perché si studiava di più senza allenarsi su test a risposta multipla che non hanno la stessa valenza delle vecchie prove. La composizione dei temi, e lo stesso esame di maturità erano vere prove che formavano gli studenti e non fornivano loro soltanto una formazione superficiale e di tipo didascalica".
Poco preparati e svogliati, così le appaiono gli studenti italiani?
"Negli ultimi anni c'è stato un calo della qualità culturale degli alunni, dal punto di vista qualitativo, ma anche per quanto riguarda l'impegno in classe, in queste condizioni sembra difficile farli arrivare a studiare all'università. Anche il livello di istruzione degli atenei è peggiorato moltissimo".
Perché?
"Si va avanti con quiz, ai miei tempi per preparare un esame di francese si dovevano studiare 36 libri, una grande differenza rispetto alle modalità di studio attuali dove non si parla più di esami veri e propri ma di crediti che si conquistano in base alle ore".
Quindi un giudizio tutto negativo?
"Scuola e università si occupano troppo di burocrazia e poco di sostanza, e anche il valore intellettuale dei professori è notevolmente calato, non ci sono più punti di riferimento importanti per i ragazzi".
L.BO.