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Messaggero: L’esercito degli apprendisti a quota 650 mila

Il 54% ha solo la licenza media. Dimezzati dal 2002 quelli sotto i 17 anni . Secondo gli analisti il vero nodo da sciogliere sta nella scarsa formazione che gli apprendisti ricevono poiché nel 2007 solo 20 giovani su 100 hanno potuto frequentare corsi ad hoc

21/01/2010
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Il Messaggero

di DIODATO PIRONE
ROMA Il mondo degli apprendisti può essere racchiuso in tre cifre: sono circa 650 mila (638 mila nel 2008 secondo l’ultimo rapporto Isfol); per oltre la metà (54%) sono giovani in possesso della semplice licenza media cui si aggiungono alcune migliaia di giovani senza alcun titolo scolastico; dal 2002 al 2008 i ragazzi-lavoratori con meno di 17 anni in possesso di questo contratto sono rimasti sostanzialmente stabili poiché sono passati dal 13 al 6,5% del totale proprio mentre il totale raddoppiava a causa dell’abolizione del vecchio contratto di formazione lavoro avvenuto con la legge Biagi.
Proprio la spinta per questo tipo di contratto data dalla nuova legge sul lavoro ha cambiato in profondità il profilo dell’apprendista che tutt’oggi talvolta viene identificato con il giovane meccanico o il collaboratore dell’idraulico. Era così fino a 10 anni fa quando il 54% dei 300 mila apprendisti di allora erano occupati nel settore dell’artigianato.
Oggi che i contratti di apprendistato superano quota 600 mila, l’artigianato ne assorbe solo il 34%, l’industria (comprese le grandi imprese che in passato usavano a piene mani il contratto di formazione lavoro) il 22% e il terziario il 44%. Nel 2008 per la prima volta il numero di apprendisti occupati nel settore del commercio ha sopravanzato quelli inseriti nell’edilizia, mentre il comparto metalmeccanico rimane il terzo settore per numero di apprendisti occupati.
Complessivamente fra i 15 e i 29 anni (età massima per sottoscrivere questo contratto) un lavoratore su sei è apprendista.
Tutto bene, dunque? «In realtà a sei anni dalla riforma Biagi il nuovo apprendistato stenta a decollare a causa di complicazioni burocratiche causati dai ritardi delle Regioni», ha scritto in una sua analisi il professor Michele Tiraboschi, stretto collaboratore del ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Secondo gli analisti il vero nodo da sciogliere sta nella scarsa formazione che gli apprendisti ricevono poiché nel 2007 solo 20 giovani su 100 hanno potuto frequentare corsi ad hoc. Stesso discorso per uno dei canali di apprendistato previsto dalla legge Biagi, quello di istruzione e formazione, nato con l’obiettivo di contrastare l’evasione scolastica ma rimasto praticamente sulla carta. Secondo il ministero del Welfare sono 126 mila, il 5,4% del totale, i ragazzi fra 14 e 17 anni che non rispettano l’obbligo scolastico.


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