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Manifesto-Wto, all'Ue piace il privato

Wto, all'Ue piace il privato Al summit scontro sui servizi. L'Europa vuole accelerare sulle liberalizzazioni Si discute del Gats L'Europa più scatenata anche degli Usa. I paesi del sud del mondo ...

15/12/2005
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il manifesto

Wto, all'Ue piace il privato
Al summit scontro sui servizi. L'Europa vuole accelerare sulle liberalizzazioni
Si discute del Gats L'Europa più scatenata anche degli Usa. I paesi del sud del mondo discutono se fare fronte comune contro i paesi ricchi
ANTONIO TRICARICO
HONG KONG
Dietro le scene e la retorica dell'assemblea plenaria, al sesto piano del Convention center è entrato nel vivo il negoziato del Wto. Nella notte di martedì si è tenuta la prima Green room tra pochi paesi per discutere il processo negoziale. A margine ci sono stati numerosi altri incontri informali. Al centro dello scontro, a sorpresa, il famigerato Gats, ossia il rafforzamento delle liberalizzazioni del mercato dei servizi. Ancora una volta il proponente più intransigente è l'Unione europea che, insoddisfatta di un testo di partenza già molto compromesso, chiede di più e anche ai Paesi più poveri del blocco Africa-Caraibi-Pacifico, cercando di imporre un livello minimo di liberalizzazioni per tutti e un nuovo meccanismo per aggirare le resistenze del Sud del mondo. In cambio offre ancora presunti nuovi aiuti per lo sviluppo, al fine di rafforzare la capacità del Sud del mondo a negoziare. Anche se il budget europeo è ancora tutto da definire e al centro di un feroce scontro nell'Unione, in questi giorni non è detto che permetterà una tale spesa. Molto più prudenti gli Stati uniti, che sembrerebbero accontentarsi anche di obiettivi meno ambiziosi e di meccanismi meno vincolanti, pur di non inimicarsi India e Brasile in un momento chiave per il futuro dell'intero negoziato del Wto. Alla fine alla Casa Bianca potrebbe bastare un risultato modesto, ma sicuro su alcuni punti nodali per l'economia americana, che negozia con la spada di Damocle del Congresso Usa pronta a cadere se si toccano alcuni interessi particolari.

In questo gioco al ribasso, nel quale ormai tutti danno per assodato che entro marzo 2006 si svolgerà un nuovo incontro di alto livello, magari lontano dalle telecamere, che finalizzerà l'accordo complessivo, spicca la posizione di India e Brasile, gli unici Paesi del Sud che hanno accesso alle decisioni del Wto. In una conferenza stampa congiunta i ministri Celso Amorin del Brasile e Kamal Nath dell'India lasciano intravedere i loro veri obiettivi e la scelta strategica che si trovano costretti a fare in questi giorni. Cina e India aprono alla possibilità di raggiungere una quadratura sull'agricoltura e i prodotti industriali a partire proprio dalle posizioni di Washington, chiedendo all'Unione europea di fare di più. Un segnale alquanto preoccupante per la tenuta futura del G20.

Dall'altra parte risulta chiaro che le due economie emergenti hanno bisogno di spingere nuovamente nell'angolo l'Ue che con la retorica degli "aiuti per il commercio" il primo giorno aveva astutamente spostato l'attenzione ed il negoziato verso il Gats, sminuendo l'annosa questione agricola che trova Bruxelles in una posizione debole e bloccata da un limitato mandato negoziale da parte dei Paesi membri. Questi ultimi sembrano aver concesso una tregua alla Commissione europea, ma già oggi un nuovo incontro del Consiglio europeo valuterà fino a che punto la Commissione abbia avuto successo con la sua nuova strategia offensiva. In questo scenario al G20 serve un'alleanza tattica con i paesi più poveri, che rappresentano con il G90 formalmente più della metà dei membri del Wto. Per questo nella nottata si è svolto anche un incontro tra i due raggruppamenti del Sud del mondo per discutere la possibilità di avere ad Hong Kong un super-fronte del Sud. Sarà interessante vedere come la silenziosa Cina, che un po' tutti temono e che fino ad oggi è rimasta in silenzio, reagirà all'idea o se approfitterà della situazione per emergere come potenza a se stante.

Nel frattempo, per evitare di rimanere con il cerino in mano, il rappresentante americano Rob Portman ha in ogni caso effettuato una mossa preventiva e, almeno a parole, ha aperto alla possibilità di porre fine entro il 2006 agli odiosi sussidi all'esportazione del cotone americano come richiesto dai Paesi dell'Africa occidentale. Così che, se l'Europa perderà sui servizi e sarà assediata sull'agricoltura, Bush con un tale impegno modesto non potrà più essere tacciato di essere contro il povero sud. Ma le notti di Hong Kong sono ancora tante e molto lunghe.


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