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Manifesto: Studenti, dottorandi e ricercatori, l'onda è in movimento

L'Onda torna a riunirsi oggi pomeriggio alle 14 nell'aula A della facoltà di Scienze Politiche della Sapienza di Roma.

20/11/2009
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il manifesto

(r.c.)
ROMA
L'Onda torna a riunirsi oggi pomeriggio alle 14 nell'aula A della facoltà di Scienze Politiche della Sapienza di Roma. L'assemblea nazionale, promossa dalla rete dei dottorandi e dei ricercatori precari romani e dalla Federazione dei lavoratori della conoscenza (Flc) della Cgil, intende opporsi al disegno di legge sull'università presentato dalla ministra Mariastella Gelmini il 28 ottobre scorso. Nell'appello di convocazione dell'assemblea si legge l'impegno a rilanciare un movimento che l'anno scorso ha rallentato i tempi della riforma, spingendo il governo ad adottare un più prudente disegno di legge, invece dell'iniziale decreto legge. Ciò imporrà un iter parlamentare che, secondo la ministra Gelmini, dovrebbe terminare entro il marzo del prossimo anno.
I cofirmatari dell'appello ammettono tuttavia che l'Onda non è riuscita a impedire «la cancellazione dei tagli finanziari alla formazione, introdotti dalla legge 133, 8 miliardi di euro in meno per la scuola, 1.5 miliardi di euro per l'università». Il ddl prefigura «università snelle (per numero di facoltà), prive di democrazia (riduzione e svuotamento delle competenze degli organi collegiali) e aziendalizzate (apertura ai privati del consiglio di amministrazione)». Per quanto riguarda gli studenti «si delega il governo al riordino del diritto allo studio secondo la retorica del merito, introduce il prestito d'onore per gli studenti, imponendo la formula del debito individuale in sostituzione ai diritti comuni».
Quanto alle nuove regole sul reclutamento, l'appello introduce nuovi elementi di analisi. «Non è previsto alcun incremento di fondi e non si capisce con quali soldi si potranno assumere i ricercatori a tempo determinato il cui costo è superiore a quello degli attuali associati». La proposta avanzata da Gelmini e dal ministro dell'Economia Tremonti di finanziare questa riforma con una parte dei proventi dello scudo fiscale viene giudicata «insensata». Sarebbe un ennesimo provvedimento una tantum, quando invece il sistema della formazione e della ricerca italiana ha bisogno di una politica a lungo termine con finanziamenti in crescita. Per la cronaca, l'intenzione di finanziare la riforma con questa modalità è stata ribadita ieri da Gelmini.
«Se questo ddl venisse approvato dalle Camere si definirebbe un punto di non ritorno, meglio, la dismissione dell'università pubblica che abbiamo conosciuto fino a oggi». Per evitare questo esito, l'Onda s'impegna a «ridefinire un'agenda che non si limiti ad assumere la partecipazione alle scadenze sindacali già in cantiere». L'obiettivo è di lanciare «una campagna politica a lungo termine che si leghi alle lotte degli studenti e della scuola e immagini un nuovo welfare in Italia».
Nelle ultime due settimane sono state numerose le assemblee di facoltà a Bari, Bologna, Padova, Pisa, Roma, Napoli e Cosenza che hanno visto la partecipazione di studenti e di ricercatori precari. Le manifestazioni di martedì 17 in 50 città confermano che il movimento ha ripreso il filo di una battaglia che si preannuncia lunga. Oggi pomeriggio saranno almeno quattro i pullman da Bari, Napoli, Bologna e Padova, a raggiungere la Sapienza.


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