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Manifesto:Parigi, ricercatori in rivolta contro tagli e privatizzazioni

Il direttivo del Cnrs costretto a cambiare sede di riunione per evitare le contestazioni contro la ministra

28/11/2008
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il manifesto

Anna Maria Merlo
PARIGI
Ieri, il direttivo del Cnrs (Consiglio nazionale della ricerca scientifica) ha giocato al gatto e al topo con i manifestanti: per potersi riunire evitando la contestazione ha cambiato tre volte sede, senza riuscire ad informare in tempo tutti coloro che avrebbero dovuto parteciparvi. Un'irregolarità che sarà sfruttata per contestare le deliberazioni. Ci sono state manifestazioni di ricercatori in tutte le grandi città francesi, ieri, a Parigi anche sotto le finestre del ministero della ricerca, per protestare contro la riforma che la ministra Valérie Pécresse vuole imporre. I collettivi Sauvons la recherche e Sauvons l'université si battono contro lo spirito di questa riforma, per evitare il peggio. La protesta è stata molto seguita.
Prima di tutto, i ricercatori protestano contro la diminuzione dell'organico: 900 posti in meno, «un bilancio disperante per i giovani che vogliono intraprendere l'avventura della ricerca» afferma Bertrand Monthubert, matematico, presidente di Sauvons la recherche. I finanziamenti pubblici si limitano a seguire l'inflazione, mentre ci sarebbe bisogno di un aumento, per mantenere un buon livello e per far fronte alle sfide della crisi economica. Ma Pécresse promette più soldi alla ricerca solo attraverso sgravi fiscali consistenti alle imprese private che investono in questo settore: nei fatti, le spese dei privati nella ricerca, per il momento, non sono aumentate.
I ricercatori francesi contestano una «riforma ideologica», che mira a mettere tutti in concorrenza contro tutti, «università, istituzioni scientifiche, universitari, ricercatori - spiega Bernard Laforge, fisico delle particelle all'Institut Curie - ma nella mia disciplina non è la concorrenza» che ha fatto fare passi avanti, «ma la collaborazione». I ricercatori accusano il governo di voler smantellare il Cnrs, distruggendone l'interdisciplinarietà. La riforma è l'applicazione del rapporto redatto dall'Agenzia di valutazione della ricerca e dell'insegnamento, presieduta da un ex consigliere di Ronald Reagan, Elias Zerhouni, sbarcato in Francia come consulente dell'Eliseo. Il rapporto propone di tagliare il 25% dei ricercatori dell'Inserm (Istituto nazionale salute e ricerca medica), creando un'agenzia unica di finanziamento della ricerca nel campo delle scienze della vita. La ricerca verrebbe trasferita alle università, le quali, però, sottofinanziate, dovranno andarsi a cercare i fondi presso i privati.
Ieri, i ricercatori hanno di nuovo chiesto il ritiro della riforma e un finanziamento adeguato. La ministra fa finta di non capire e risponde di aver stanziato 5 miliardi per creare dei «campus universitari», e di aver lanciato il progetto delle Fondazioni, per permettere di trovare finanziamenti privati. Ma i ricercatori rifiutano di essere sottoposti alla logica del mercato e sottolineano che, per la ricerca di base, ci vogliono fondi pubblici. L'intenzione di Pécresse è di concentrare i soldi su alcuni laboratori di «eccellenza», lasciando cadere quelli meno competitivi.


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