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Manifesto-L'università incrocia le braccia

Tutto il mondo accademico oggi in piazza a Roma contro la riforma Moratti L'università incrocia le braccia MARINA DELLA CROCE ROMA "Fermiamo la guerra all'intelligenza", con questo slogan, ...

23/04/2004
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il manifesto

Tutto il mondo accademico oggi in piazza a Roma contro la riforma Moratti
L'università incrocia le braccia
MARINA DELLA CROCE
ROMA
"Fermiamo la guerra all'intelligenza", con questo slogan, importato dalla protesta che ha appena vinto in Francia, scioperano oggi gli atenei di tutta Italia. Aule chiuse e lezioni sospese in tutte le università per l'agitazione nazionale indetta dai sindacati confederali (Snur Cgil, Cisl Università, Uil Pa) a cui hanno aderito anche il personale dei conservatori musicali, le accademie artistiche, gli enti di ricerca, le associazioni della docenza, la rete dei ricercatori precari e gli studenti. A Roma il vasto movimento di protesta contro la ministra Moratti darà vita al primo corteo nazionale delle università e della ricerca. Si sfilerà indossando il camice di laboratorio e inscenando cacerolazos di stile sudamericano con pentole e cucchiai. Decine di pullman e due treni speciali porteranno a Roma delegazioni da L'Aquila, Macerata (che protesta anche nella piazza principale della città), Messina, Catania, Palermo, Bologna, Trieste, Napoli, Firenze, Milano. Incrocia le braccia tutto il mondo degli atenei: studenti, docenti, personale tecnico e amministrativo, precari di ogni ordine e grado e ricercatori di ruolo. Si sfila a Roma, dal piazzale antistante la stazione Trastevere (ore 9.30) fino al ministero dell'Istruzione. E' il segnale profondo e più evidente del malessere che si respira nelle università e nei centri di ricerca pubblici, ridotti allo stremo da commissariamenti e controriforme governative e dall'inesorabile emorragia di finanziamenti statali. Secondo il Nidil-Cgil siamo di fronte a "una partecipazione forte e attiva, perché sono migliaia i lavoratori precari a cui, come ha riconosciuto anche la Conferenza dei rettori, è riconducibile la maggior parte dell'attività di ricerca svolta nel nostro paese".

Goccia che ha fatto traboccare l'indignazione, la riforma Moratti della docenza universitaria che, secondo la Cgil, "anziché offrire una prospettiva alle decine di migliaia di persone che ogni giorno fanno i conti con l'impossibilità di progettare un futuro e realizzare una ricerca libera da ricatti e condizionamenti, aggrava la situazione". Lo sciopero quindi chiede il ritiro immediato del ddl Moratti, concorsi per l'assunzione di almeno 30 mila ricercatori (in modo da avvicinarci alla media europea), un unico canale di accesso al lavoro di ricerca che cancelli la giungla di borse e contrattini, diritti e tutele per chi lavora con contratti atipici, sviluppo e fondi per il sistema dell'università e della ricerca pubblici.

Al centro della protesta anche il rinnovo contrattuale del personale amministrativo, che è scaduto dal 2001 e che il governo rimanda da mesi. E una condizione anche peggiore la stanno vivendo le Accademie e i Conservatori, che attendono ancora la stipula del loro primo contratto di categoria dopo la riforma del 1999. Al termine del corteo, a riprova della compattezza del movimento, prenderanno la parola tutti i rappresentanti della protesta, dai sindacati agli studenti.

Dopo il corteo i ricercatori precari si riuniranno in assemblea (a biologia nell'università Roma Tre) per fare il punto sulla mobilitazione.

Ma la lotta non finisce qui. Soprattutto contro la precarietà nei rapporti di lavoro. Il 27 aprile (ore 16) presso la sede dell'Istat di Roma (v. C. Balbi 16) ci sarà un'assemblea di precari di ogni provenienza: ricercatori dell'Enea, dell'Istat e del Cnr, oltre a quelli delle telecomunicazioni, Alitalia e personale di terra, autoferrotranvieri, insegnanti.

Prossimi appuntamenti, infine, l'EuroMayDay a Milano il 1 maggio e, soprattutto, il corteo del 15 maggio indetto dai coordinamenti della scuola (genitori, insegnanti e precari) che mobiliterà contro la Moratti tutto il mondo dell'istruzione, dalle elementari fino agli atenei.

Chi lavora nei "tavoli tecnici" organizzati dalla ministra capirà come meglio non si può che l'opposizione alle riforme del centrodestra è totale.


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