Manifesto-L'Unione: "Il governo insulta la democrazia"
L'Unione: "Il governo insulta la democrazia" Il centrosinistra boccia una riforma "maligna e punitiva" per le università. Ma oggi il senato dirà sì M. BA. Come annunciato il governo ha riscritto...
L'Unione: "Il governo insulta la democrazia"
Il centrosinistra boccia una riforma "maligna e punitiva" per le università. Ma oggi il senato dirà sì
M. BA.
Come annunciato il governo ha riscritto la riforma dei docenti universitari durante la notte e ha chiesto la fiducia in senato. Il ddl Moratti sarà così approvato stamattina da palazzo Madama. Il maxiemendamento presentato ieri non cambia molto il testo licenziato dalla camera, anche se scompare il sistema indipendente di valutazione degli atenei di cui si è molto discusso in questi anni. Se la legge Moratti diventerà legge i ricercatori a tempo indeterminato scompariranno tra otto anni, ci saranno solo due fasce di docenza, si tornerà ai concorsi nazionali aboliti nel `98, con un po' di ritocchi tra il corporativo e il cosmetico: corsie preferenziali per passare ad associato ai ricercatori in via di estinzione e il titolo onorifico di "professore aggregato" a quei coraggiosi che insistono con le provette. Intatto il nodo del precariato nei laboratori: contratti di 3+3 anni e poi o si diventa docenti o si cambia mestiere.
Proposte che per di più si accompagnano all'esplicita previsione di "nessun onere a carico dello stato". L'ennesima riforma a costo zero che però secondo la ministra "riporta serietà nel reclutamento dei docenti e dà maggiore qualità al sistema universitario". Attaccata da tutta l'opposizione dentro il senato e dai rappresentanti di tutto il mondo accademico al di fuori, Moratti si presenta ai giornalisti come se nulla fosse, sostenendo che il suo ddl è "il risultato di un ampio e lungo confronto con il mondo universitario", tanto da aver accolto "quasi tutte" le proposte della Conferenza dei rettori. In serata però la stessa Crui dà torto alla ministra, condannando "l'inaccettabile forzatura della prassi parlamentare", criticando la mancanza di una riforma "incisiva e organica", lamentando la scomparsa del "riferimento alla ricerca come primario diritto-dovere dei docenti universitari" e di ogni riferimento a una agenzia di valutazione indipendente. Precisando, infine, "che l'istituzione della terza fascia di docenza sarebbe stata la soluzione al problema del giusto riconoscimento degli attuali ricercatori".
Qualcuno che approva il governo nel mondo accademico c'è: Azione universitaria (An) e il Cipur (Coordinamento professori di ruolo). Ma come spiega il preside di sociologia della Sapienza di Roma Luciano Benadusi: "Le uniche voci non sfavorevoli a questa riforma sono di gruppi molto corporativi di docenti associati che sembrano più attratti dai posti riservati nei concorsi che preoccupati dalle conseguenze della riforma".
I senatori del centrosinistra hanno fatto quello che hanno potuto. Cioè spiegare e commentare la riforma, dato che la fiducia com'è noto azzera il dibattito. "Questa legge punitiva per l'università è un insulto alla democrazia - tuona il Ds Luciano Modica - e poi è maligna perché concentrare l'accesso sulla fascia di associato sancirà un lungo precariato per i giovani ricercatori". En passant, inoltre, si prevede il blocco dei concorsi finché il ministero non farà i decreti di attuazione (a scanso di equivoci però il blocco delle assunzioni sarà inserito anche in finanziaria).
In senato Modica precisa poi la sua apertura alla trasformazione degli atenei in fondazioni, affermando che il clamore sorto attorno alla sua dichiarazione al Corsera è solo il frutto di un equivoco: "Mi riferivo alle 16 università private, non certo a quelle pubbliche" dice laconico prima di tuffarsi in aula.
Qualcuno però non si fida di una precisazione un po' bislacca. I rappresentanti di Rifondazione e Verdi promettono battaglia al tavolo dell'Unione. "Quella delle fondazioni private è un'ipotesi inaccettabile, Modica lo dica pubblicamente", chiede Titti De Simone del Prc. Impegnato per le primarie Fausto Bertinotti invia il suo "voglio" all'Unione: "Respingiamo ogni ipotesi di privatizzazione degli atenei e sosteniamo le proposte di riforma avanzate dal movimento, facciamo del rilancio dell'università pubblica e di massa un impegno eccezionale e straordinario".