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Manifesto-Gli insegnanti decimati dai tagli

Gli insegnanti decimati dai tagli La camera discute la soppressione delle cattedre. Libro Ds sul "disastro" Moratti. Il 15 protesta nazionale CINZIA GUBBINI ROMA Numeri su numeri, e numeri che b...

05/05/2004
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il manifesto

Gli insegnanti decimati dai tagli
La camera discute la soppressione delle cattedre. Libro Ds sul "disastro" Moratti. Il 15 protesta nazionale
CINZIA GUBBINI
ROMA
Numeri su numeri, e numeri che bruciano: complice il clima da campagna elettorale, oltre che l'oggettiva scadenza del tempo limite per porre una soluzione alla disastrosa situazione degli organici, la riforma Moratti sta subendo nuovi pesanti critiche. Inattaccabili, stavolta, tant'è che lo stesso ministero sta contrattando con Tremonti un aumento di cattedre. Non si parla più soltanto di come si intende la scuola pubblica, o il progetto del tempo pieno ma di cifre sonanti, che dimostrano come dopo tre anni di tagli le scuole non sanno più come far fronte all'aumento delle iscrizioni. A questo va aggiunta l'assenza di investimenti sull'edilizia scolastica, e la progressiva riduzione del fondo per l'autonomia che mette in ginocchio la progettualità della scuola. "Le promesse fatte da questo ministero sono drammaticamente smentite dai fatti", ha attaccato ieri alla camera la deputata di Rifondazione Titti De Simone, illustrando i dati sui tagli del personale denunciati da tutti i sindacati territoriali, presente il sottosegretario all'istruzione Valentina Aprea, che ha risposto a un'interrogazione parlamentare sul tema. "Le pubblicità di Berlusconi sulla scuola sono come quelle delle creme per la cellulite: ingannevoli", rincarava la dose Graziella Pagano, Ds, presentando al senato insieme al suo gruppo parlamentare un libro che analizza i "disastri della riforma" in edicola domani con l'Unità. I Ds hanno anche presentato i dati di un sondaggio sul gradimento della riforma condotto dall'istituto di ricerca Swg (articolo sotto).

La questione dei tagli al personale sta lentamente scoppiando, il 15 è in calendario una manifetsazione nazionale a Roma, il 21 scioperano i sindacati. L'altro ieri Cgil, Cisl e Uil lombardi hanno minacciato di far slittare gli scrutini se il ministero non risponderà alla richiesta di un incremento del personale, visto che a fronte dell'aumento di 15 mila iscrizioni, il ministero ha deciso il taglio di 1000 docenti. Il dato che accomuna tutte le regioni italiane è proprio questo: gli alunni aumentano quasi ovunque, il ministero - che per distribuire il personale ha fatto i conti su dati "previsionali" - taglia cattedre. A farne le spese saranno innanzitutto gli alunni, che si troveranno a dover studiare in classi affollate. E poi il tempo pieno: sarà infatti necessario eliminare le ore di copresenza per tappare le falle, svuotandolo di significato. Secondo De Simone, si passa da una media di 1,8 insegnanti per classe a una media di 1,3.

D'altronde uno dei dati più scandalosi è che le richieste di tempo pieno, letteralmente esplose in tutt'Italia dopo le proteste di questo autunno contro la riforma, non verranno soddisfatte: "Il ministro ha promesso di accontentare tutti, facendo notare che il decreto attuativo sul primo ciclo prevede il mantenimento degli organici per un anno. Ma è un vero bluff, perché nel frattempo le richieste sono aumentate", denuncia De Simone. Emblematico il caso della provincia di Bologna, dove non verranno accolte le richieste di 46 classi in più per il tempo pieno e di 36 di tempo prolungato alle medie. Proprio oggi in VIII commissione alla camera si discuterà una risoluzione sul tema, a firma della stessa De Simone, per ridefinire la distribuzione degli organici. Sarà ancora presente Aprea, che ieri alla camera non ha negato la presenza di problemi, sostenendo che "siamo in una fase interlocutoria, e i giochi non sono ancora chiusi". Un tentativo di apertura? Forse, considerando che proprio l'altro ieri il ministero ha messo a disposizione 650 posti in più. Ma si tratta di cifre insufficienti.

Quello della mancanza di personale è solo una delle pesanti conseguenze della politica di risparmio del governo. Un'accurata analisi dei tagli morattiani è stata svolta dalle senatrici diessineAcciarini, Pagano e Franco in occasione della pubblicazione del libro "Salviamo la scuola, costruiamo il futuro". Solo a guardare i numeri relativi al fondo per l'offerta formativa osserviamo una sfilza di "meno": - 41 milioni di euro nella finanziaria 2002, - 16 milioni nel 2003, - 60 milioni nel 2004, - 60 milioni previsti nel 2005. Nel libro, un capitolo è dedicato anche alle proposte dei Ds: primo obiettivo, innalzare gradualmente l'obbligo scolastico fino a 18 anni. E poi prevedere che l'offerta di assistenza educativa per i bambini da 0 a 6 anni sia assicurata a tutti, cercando di superare il gap esistente tra nord e sud (qui gli asili nido coprono l'1,9% della domanda) proponendosi di arrivare a coprire nel 2010 il 33% della domanda potenziale.


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